Rubini: il governo esce vincitore. A Fitto la vicepresidenza: gestirà 378 miliardi. Meloni: "Il Pd lo appoggi"

  • Postato il 18 settembre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Rubini: il governo esce vincitore. A Fitto la vicepresidenza: gestirà 378 miliardi. Meloni: "Il Pd lo appoggi"

La mole di risorse che il neo commissario europeo Raffaele Fitto dovrà gestire, è seconda solo al numero di confezioni di antiacidi vendute nella sola giornata di ieri agli esponenti della sinistra, una volta appreso della nomina dell'esponente di Fratelli d'Italia. Battute a parte, le deleghe che Ursula von del Leyen ha affidato a Fitto sono una grande vittoria per il governo guidato da Giorgia Meloni. L'attuale ministro per gli Affari europei, le politiche di Coesione e il Pnrr (ruolo che dovrà lasciare una volta che la sua nomina sarà benedetta dal parlamento europeo) a Bruxelles sarà uno dei sei vice presidenti esecutivi e avrà le deleghe alla Coesione e alle Riforme, che potrebbe sembrare poca cosa e invece così non è. Perché nelle sue deleghe Raffaele Fitto avrà da gestire qualcosa come 378 miliardi di euro e - fanno sapere fonti governative - «come specificato nella “mission letter” della presidente della Commissione von der Leyen, rientrano nell'area di competenza del vice presidente materie di importanza cruciale e di interesse strategico per l'Italia e l'Europa» quali «agricoltura, trasporti e turismo, pesca e blu economy».

Senza contare che a Fitto, assieme al commissario Dombrowskis, è stata assegnata anche la delega sul Pnrr. Il suo compito «sarà quello di garantire che l'Ue continui a supportare riforme e investimenti di lunga data che contribuiscano direttamente a rafforzare la crescita europea». Un ruolo quest'ultimo particolarmente importante, soprattutto in chiave di trattative con l'Italia- non in solitaria- impegnata nel tentativo di rendere meno perentoria la scadenza del 2026 per la chiusura dei cantieri finanziati con i fondi Ue del Pnrr.

 

 

 

Insomma si tratta di una serie di deleghe che, sempre secondo fonti governative «hanno un valore politico molto importante che conferma la centralità dell'Italia nell'ambito europeo e riconosce il ruolo e il peso dell'Italia, Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d'Europa e terza economia del Continente». Attenzione, però, perché i giochi non sono ancora fatti. Raffaele Fitto - così come tutti gli altri commissari nominati ieri - dovrà essere confermato dal voto del parlamento europeo. Un passaggio delicato perché la sinistra promette battaglia. Anche per questo ieri Giorgia Meloni dopo aver definito la nomina di Fitto «un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito Ue», ospite da Bruno Vespa a Cinque minuti, ha lanciato un appello al Pd. «Se io devo guardare alla competenza, alla serietà di Raffaele Fitto, che è una persona stimata a 360 gradi anche in Europa, non ho dubbi che superi l'esame. Poi- prosegue il premier- altre dinamiche sono politiche. E lì chiaramente tutto diventa più complesso. È importante che l'Italia si muova compatta. Ricordo che Raffaele Fitto non sarà il commissario di Fratelli d'Italia o del governo, sarà il commissario italiano. E poiché le forze politiche tutte hanno una loro influenza in Europa, in Europa fa la differenza la nostra compattezza».

 

 

 

Poi rivolgendosi direttamente ai dem spiega: «Nel gruppo dei socialisti la delegazione di maggioranza relativa è quella del Pd. Escludo che il Partito socialista europeo possa prendere sul commissario italiano una posizione diversa da quella che indicherà la delegazione italiana...». Per rafforzare questo suo appello, Meloni ricorda come «in passato, lo dico giusto per la storia, che Raffaele Fitto, quando era esponente europeo di Fratelli d'Italia all'opposizione dell'allora governo di centrosinistra, votò Paolo Gentiloni». Idem Silvio Berlusconi «che si fece addirittura cambiare di commissione per poter fare la dichiarazione di voto a favore di Gentiloni». Chiude Meloni: «Mi aspetto che ci si sappia muovere come fanno le nazioni serie e quindi diciamo al di la di quelli che sono le nostre giuste contrapposizioni interne, quando ci si muove fuori dai confini nazionali ci si deve muovere facendo prevalere l'interesse nazionale». Vedremo se la Schlein ricambierà il favore o se andrà dritta nel “tradire” l'Italia votando contro Fitto. Di sicuro il pugliese non potrà contare sui voti del Movimento Cinquestelle e di Verdi-Sinistra che hanno già preannunciato il pollice verso. Diverso l'atteggiamento di Carlo Calenda - ma Azione non ha parlamentari in Europa - che ha fatto «l'imbocca al lupo a Fitto, perché è giusto che l'Italia abbia un ruolo di rilievo».

Alla notizia della nomina sono stati moltissimi gli attestati di stima giunti al neo commissario. Dai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, ai due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Particolarmente significativi sono stati gli auguri di «buon lavoro» del governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca.

 

 

 

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