Roma e Milano omaggiano Alberto Manzi il “Maestro degli italiani”
- Postato il 22 novembre 2024
- Arti Visive
- Di Artribune
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Sono passati cento anni dalla nascita di Albero Manzi (Roma, 1924 – Pitigliano, 1997) scrittore e docente di lingua italiana, protagonista della lotta contro l’analfabetizzazione negli Anni Sessanta con la celebre trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi. Un progetto importante che ha portato la cultura nelle case di tutti gli italiani, insegnando loro ad essere autonomi con la lettura e la scrittura.
Ad omaggiare lo scrittore e il docente romano è la Capitale con Maestro degli italiani. Alberto Manzi, la mostra ospitata negli spazi del Mercato Trieste a Roma – e visitabile fino al 10 gennaio 2025 –, che assumerà una forma itinerante con l’arrivo del nuovo anno toccando le biblioteche e le scuole romane, e più precisamente l’Istituto elementare Fratelli Bandiera dove sarà realizzato un Museo di Storia Naturale con opere del Maestro che raccontano la storia del nostro pianeta e l’evoluzione umana. Non solo, alle iniziative della Capitale si aggiunge anche Milano con la dedica di un parco ad Alberto Manzi, avvenuta il 7 novembre 2024.
Alberto Manzi: la vita
Alberto Manzi nasce a Roma il 3 novembre 1924. Nel 1927, a causa dello smantellamento della Spina del rione Borgo, la famiglia viene sfrattata e assegnato un appartamento nelle case popolari di Piazza Bologna. L’8 settembre 1943, dopo l’Armistizio, la Repubblica Sociale chiama le classi del 1924/25 dando un ultimatum di 30 giorni per presentarsi, pena la fucilazione. Nel 1944, con l’arrivo degli Americani Manzi decide di arruolarsi volontario con il battaglione San Marco alleato all’ottava armata inglese. Nel 1945 termina il servizio militare, dopo aver partecipato a tutta la campagna della “Linea Gotica” fino a Bolzano, terminando il 25 aprile.
L’esperienza della guerra in Marina lo cambierà profondamente influendo in modo decisivo sulla scelta di dedicarsi all’educazione e di fare il maestro. Così continua a studiare all’Università a Roma, seguendo le sue passioni e coltivando un profondo interesse per la biologia e per la pedagogia che lo hanno portato a collaborare con il professor Luigi Volpicelli.
Dal 1946 al 1947 Alberto Manzi ha insegnato nel carcere minorile “Aristide Gabelli” di Roma dove condusse la prima esperienza come educatore, insegnando a circa 90 studenti fra i 9 e i 17 anni (perché dal diciottesimo anno i ragazzi sarebbero stati trasferiti a Regina Coeli) con alfabetizzazioni e storie differenti, in un’enorme aula senza banchi, sedie e libri. Dal lavoro svolto coi ragazzi, Manzi rielabora il suo primo romanzo, Grogh, storia di un castoro, premiato nel 1948 con il Collodi per le opere inedite. Due anni dopo questo venne pubblicato dalla casa editrice Bompiani e poi tradotto in 28 lingue e, nel 1953, ne fu ricavata una riduzione radiofonica dalla Rai.
Nel frattempo, nel 1950 Domenico Volpi chiamò Manzi a collaborare con la casa editrice AVE per la quale pubblicò numerosi testi scolastici facendo parte della redazione de “il Vittorioso”, rivista per ragazzi, lavorando con Gianni Rodari, Jacovitti, Giacomo Cives.
Alberto Manzi e l’istruzione per adulti
Successivamente, nel novembre del 1960, Alberto Manzi venne mandato dal suo direttore didattico a fare un provino alla Rai poiché erano alla ricerca di un maestro per un nuovo programma per l’istruzione degli adulti analfabeti. Venne selezionato e gli venne affidata la conduzione di Non è mai troppo tardi, che durerà fino al 1968. L’idea del programma e del titolo fu di Nazareno Padellaro, direttore generale della Pubblica Istruzione, ed è considerato uno dei più importanti esperimenti di educazione degli adulti nel mondo, conosciuto e citato nella letteratura pedagogica internazionale. Indicato dall’Unesco come uno dei migliori programmi televisivi per la lotta contro l’analfabetismo, nel 1965, al congresso internazionale degli organismi radiotelevisivi che si tenne a Tokyo, ricevette il premio. Nel 1987, invece, Manzi fu chiamato a tenere un corso di formazione di 60 ore per i docenti universitari che avrebbero dovuto elaborare il Piano Nazionale di Alfabetizzazione che il governo argentino voleva realizzare sul modello di Non è mai troppo tardi. Nel 1989 l’Argentina, grazie anche ad Alberto Manzi, ricevette il riconoscimento dell’ONU e un premio internazionale per il migliore programma di alfabetizzazione adottato in tutto il Sud America.
Alberto Manzi: la mostra a Roma
Il progetto il Maestro degli Italiani. Alberto Manzi è stato inaugurato il 13 novembre 2024 al Mercato Trieste a Roma. La mostra intende raccontare la figura dell’intellettuale e docente romano, ricordandone la sensibilità e la creatività del suo metodo di insegnamento.
La particolarità del progetto espositivo risiede nella collaborazione con le Biblioteche di Roma e il Centro Alberto Manzi, che porterà con il 2025 il ricordo dello scrittore e del docente in diversi luoghi simbolici, rendendo la rassegna itinerante e coinvolgendo le scuole con laboratori e attività. Quindi dopo il Mercato Trieste, si passerà a gennaio alla Biblioteca Europea, le Biblioteche di Roma a febbraio per poi concludere il percorso a marzo allestendo la mostra al Mercato Italia.
Il parco intitolato ad Alberto Manzi a Milano
Anche Milano ha deciso di rendere omaggio ad Alberto Manzi, decidendo di intitolargli il parco in Via De Guarneri, al quartiere Vigentino, lo scorso 7 novembre 2024. “In un paio di giorni avrebbe trasformato questo giardino in un laboratorio per la sua classe”, così parla Massimo Manzi, figlio di Alberto. “Questo perché se in aula strutturava il lavoro, era all’aperto che dava vita all’esperienza educativa. Per lui i luoghi della didattica erano molteplici, faceva lezione sui sentieri dei boschi e pure in spiaggia. Ai suoi tempi era inimmaginabile, è stato un precursore”.
Valentina Muzi
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