Roccella: “Sentenza in UK su trans un atto di giustizia. Non possono avere le tutele delle donne”
- Postato il 17 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, delle Pari opportunità e della Natalità, ha espresso il proprio appoggio alla recente sentenza della Corte Suprema del Regno Unito, secondo cui “è donna solo chi nasce donna”. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la ministra ha definito la decisione come “un atto di giustizia”, sostenendo apertamente la posizione dell’autrice J.K. Rowling, da tempo al centro del dibattito sul tema dell’identità di genere.
“Giustizia verso le battaglie delle donne – aggiunge –. Le donne hanno fatto una grande fatica, un incredibile percorso verso la libertà e poi si sono trovate scavalcate da uomini che si sentono donne. Io ho sempre detto che questa è una nuova forma di patriarcato”. Con queste parole, la ministra sottolinea come, a suo avviso, il riconoscimento dell’identità di genere senza fondamenti biologici rischi di compromettere conquiste fondamentali del femminismo.

Identità biologica e spazi sicuri
La Roccella ha poi ampliato il suo ragionamento parlando di esclusione e marginalizzazione femminile: “È il nuovo modo di mettere le donne in condizione di marginalità, subalternità, esclusione, discriminazione. Abbiamo lottato una vita per avere spazi sicuri dicendo riprendiamoci la notte e ora ci ritroviamo con uomini che hanno fatto il self-id, ovvero si identificano semplicemente in donne, e possono invadere gli spazi femminili”.
Secondo la ministra, la differenza tra sesso biologico e identità di genere non può essere annullata: “Sappiamo tutti che si nasce uomini o donne. Che i cromosomi sono tali tutta la vita, qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi chirurgia”. Chiarisce infine che le sue posizioni non vogliono negare diritti alla comunità trans, ma stabilire confini chiari tra identità: “Nessuno vuole togliere le tutele alle persone trans, ma bisogna capire che ognuno ha le sue specifiche tutele”. E conclude: “Sono persone che hanno fatto la transizione e possono avere le tutele di chi ha fatto la transizione, non delle donne con il corpo sessuato”.
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