Roberto Burioni permaloso: si cancella dai social
- Postato il 30 ottobre 2025
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- Di Libero Quotidiano
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Roberto Burioni permaloso: si cancella dai social
No, non ci saranno bandiere listate e lutto, né si suonerà Il Silenzio, anche se Roberto Burioni, lo scienziato più litigioso del mondo, abbandona clamorosamente i social. O meglio, cambia piattaforma, dice la sua senza farsi migrando su Substack, piattaforma più “tranquilla”, vuole una vita senza dover combattere, diciamo. In effetti, Burioni è stata un po’ vittima di se stesso, litigava con chiunque. Sui social ci è stato una decina di anni, dove si è trasformato in pioniere della comunicazione contro quelle che denunciava come fake news in sanità, specialmente al tempo del Covid. Nel raccontare il suo abbandono, Burioni non rinuncia all’ennesima punzecchiatura: «Dopo 10 anni - osserva - il mondo è cambiato, è arrivata e fortunatamente passata una pandemia, la scienza ha fatto passi da gigante, ma anche l'ignoranza non è rimasta ferma (basta guardare chi è il ministro della Sanità negli Usa)», quel Robert Kennedy Jr. che tante sponde ha offerto a chi coltivava dubbi sulla scienza.
E forse è un bene se rinuncia alla polemica ossessiva... Se ne andrà su Substack a inviare prevalentemente newsletter anche per «addestrare l’intelligenza artificiale» e qui arriveranno presumibilmente nuovi dolori... E comunque si era anche stancato di vedere che i suoi post – come accade a tantissimi navigatori, per la verità – venivano utilizzati in maniera non uniforme, perché alcuni di essi ricevevano una notevolissima diffusione, altri no. Evidentemente – ecco la “spiegazione” - «i proprietari dei social hanno una agenda e la perseguono, sfruttando quello che io scrivo. Anche in questo caso, va bene divulgare, ma non ho intenzione di contribuire a un'agenda a me sconosciuta». Musk, Zuckerberg, inginocchiatevi al mio verbo... La decisione di Burioni vede il giudizio problematico di alcuni suoi colleghi. A partire dal professor Gianni Rezza, che proprio durante la pandemia è stato direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute.
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Una scelta, - afferma – che «sorprende, segna un cambio di paradigma. Il suo stile divisivo, volutamente crudo e saccente (chi non ricorda lo scontro sui vaccini con Red Ronnie, che segnò il suo esordio televisivo?), sembrava infatti sposarsi bene con il tribalismo social, in cui si fronteggiano opposte fazioni». Insomma, lo stile del virologo «è esattamente in linea con la comunicazione che caratterizza Fb», secondo Gianni Rezza, Rezza ammette che «non sempre ho condiviso la strategia comunicativa basata sulla contrapposizione». Chi vede la bandiera bianca sul ponte è un altro illustre professore, Matteo Bassetti. Per lui «Burioni da un lato ha ragione, nel senso che ogni giorno noi pubblichiamo qualcosa e viene utilizzata dai social o dalle persone per ripostarla e spesso per insultarti. Quindi i contenuti che noi produciamo con lavoro e tanto studio poi vengono usati dalle piattaforma social non sempre per scopi nobili.
Ma se non andiamo noi scienziati sui social, lasciamo libero il campo alle fake news, ai cialtroni e agli imbonitori». Ed è davvero un peccato anche l’uso di questo linguaggio. Perché se è vero che ci sono gli insultatori di professione – non vale solo per i medici – sembra quasi che nessuno possa mai permettersi la facoltà del dubbio rispetto a qualcosa che, soprattutto inizialmente, appariva sconosciuta ai più. Tutto questo, proprio per Burioni, ha avuto l’aria di essere trattato come una sputacchiera. Ma succede spesso, quando si tocca con mano la celebrità, a partire da quella televisiva. Ma si sa, la critica non deve essere consentita...
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