Rivolta nel carcere di Marassi: la polizia penitenziaria trasferisce 13 detenuti, altri 22 in isolamento
- Postato il 5 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Dopo la rivolta scoppiata ieri ieri nel carcere di Marassi la polizia penitenziaria ha trasferito in tarda serata 13 detenuti e ne ha messi altri 22 in isolamento. A riferirlo è Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, che definisce “incredibile” quanto accaduto nel penitenziario genovese.
All’origine dell’episodio un regolamento di conti nei confronti di cinque persone che nei giorni scorsi avrebbero violentato sessualmente un altro ristretto: per lui sarebbe stato necessario l’accompagnamento in ospedale per le cure del caso.
“La polizia penitenziaria, già stremata nelle forze e mortificata nel morale, ha contenuto i tumulti con non poche difficoltà. Tutto questo – accusa Pagani – è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri, che non può essere affrontato con interventi meramente repressivi, come l’introduzione del reato impossibile di rivolta, ma agendo soprattutto sulla prevenzione attraverso l’umanizzazione delle condizioni di lavoro degli operatori e della detenzione”.
“Con 16mila detenuti oltre i posti disponibili, omicidi, suicidi, violenze di ogni tipo, stupri e molto altro ancora in carcere non c’è un ordine, inteso come ordinato svolgimento delle normali attività nell’alveo dell’ordinamento giuridico dello Stato, a cui potersi rivoltare, da qui l’impossibilità del reato – chiarisce il sindacalista -. Peraltro, dopo l’entrata in vigore del decreto sicurezza, ieri approvato in via definitiva dal Senato, i disordini nelle carceri sono persino aumentati. Non vogliamo attribuire a questo un nesso di causa ed effetto, ma di certo possiamo affermare senza tema di smentita che, almeno sinora, non ha funzionato neppure come effetto deterrente”.
Per quanto riguarda Marassi, Pagani chiede subito “un cambio dei vertici, perché se oggi parliamo di rivolta sedata è solo grazie al sacrificio di uomini e donne del corpo di polizia penitenziaria, che dalle 13 di ieri e fino all’una di notte hanno impedito che i detenuti si impadronissero dell’intero istituto penitenziario. Occorre deflazionare la densità detentiva, far cessare il caporalato di stato che si realizza con il trattenimento in servizio di poliziotti penitenziari anche per 26 ore continuative, occorre rimpinguare compiutamente organici mancanti di 18mila agenti ed evitando che le pochissime assunzioni aggiuntive, 133 negli ultimi due anni e mezzo a fronte di oltre 6mila detenuti in più, finiscano negli uffici ministeriali. L’estate non è ancora iniziata, ma il clima nelle prigioni è già rovente”.
“Abbiamo chiesto la convocazione della prima commissione regionale per fare luce sulla situazione dei penitenziari liguri. Senza entrare nel merito delle cause che l’hanno scatenata, la sommossa di ieri nel carcere di Marassi ha messo in evidenza forti carenze, che rischiano di ripercuotersi gravemente sui lavoratori e sui detenuti – commenta Selena Candia, capogruppo di Avs in consiglio regionale -. Nella scorsa legislatura, il consigliere regionale Ferruccio Sansa aveva svolto un ruolo fondamentale nella tutela dei detenuti e dei loro diritti. Purtroppo le condizioni carcerarie continuano a essere drammatiche: senza interventi immediati, i penitenziari liguri sono polveriere a rischio di esplosione. Il sovraffollamento delle celle è evidente, così come la carenza di personale. A subirne le conseguenze sono sia i detenuti sia le persone che operano nel sistema penitenziario: forze dell’ordine, educatori, volontari e molti altri. Chiederemo un confronto con la direzione penitenziaria per capire quali siano le misure più urgenti da adottare”.