Riti, regole per il sonno e poca pressione: i consigli degli esperti ai genitori prima del rientro a scuola
- Postato il 9 settembre 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Tra qualche giorno ricomincia la scuola non solo per migliaia di bambini e ragazzi ma anche per i genitori, per i nonni, per chi si trova a vivere accanto ad uno studente. Un’ennesima prova del nove per gli adulti che devono fare i conti con l’indolenza, la pigrizia, la ritrosia dei loro figli a tornare in aula trovando qualche stratagemma per “indorare” la pillola. Secondo alcune ricerche dopo tre mesi di vacanza, i ragazzi perdono anche competenze di ogni tipo, comprese quelle relazionali.
Abbiamo chiesto a chi per lavoro ha a che fare ogni giorno con i parenti dei bambini e dei più grandi come comportarsi in questi giorni che precedono l’avvio delle lezioni, ma anche quali strumenti adottare nelle prime settimane di lezione.
Raffaele Mantegazza, insegna scienze pedagogiche al dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca ma collabora anche con numerose scuole all’organizzazione di corsi di aggiornamento per insegnanti e incontri con gli studenti. Tra qualche giorno suo figlio, andrà all’Università e ritornano le emozioni di quando andò alla primaria: “I genitori devono innanzitutto festeggiare il ritorno in classe andando la sera prima a mangiare una piazza, un gelato etc. Ci pensi, si celebra la fine di ogni anno scolastico con una cena, uno spettacolo e mai l’inizio. E’ curioso. Servono riti familiari anche per questo tempo”.
Mantegazza, da genitore e da professore, sa che servono delle “regole” per affrontare la scuola. La prima: “Non mettere pressione sulla prestazione fin da subito”. Vanno eliminate quelle frasi tipo: “Cosa hai fatto oggi? Come è andata?”. Per il docente universitario “dobbiamo dare loro il tempo di ambientarsi, lasciar vivere loro questi momenti”. L’attenzione va data attraverso l’ascolto: “Se tra qualche mese vostro figlio vi dirà che non si trova bene a scuola non pensate che menta, che è pigro ma tenete ritte le antenne”.
Chi incontra centinaia di genitori in crisi ogni anno è il pedagogista Daniele Novara, autore di oltre cinquanta libri dedicati a mamme e a papà ma non solo. “Partiamo dall’importanza del sonno. Dormire bene è necessario per affrontare l’esperienza scolastica. Dieci ore all’infanzia. Nove, alla primaria e poi otto. Senza dispositivi elettronici in stanza”. Lo scrittore piacentino non transige su questo punto, soprattutto ora che si esce dal periodo estivo.
“Non dobbiamo dimenticare poi che la scuola è un’esperienza sociale. L’idea di andare a lezione insieme, con un’altra famiglia, aiuta così come presentarsi qualche minuto prima della campanella per “fare cortile”, per vivere una dimensione di amicizia”. Infine, il consiglio che è necessario a tutti: “Non impelagarsi nelle chat dei genitori che stanno diventando un fenomeno di costume poco utile alla crescita dei figli; andrebbero usate in maniera unidirezionale, per non creare l’effetto pollaio”.
A sottolineare la dimensione comunitaria è anche Anna Oliverio Ferraris psicologa e psicoterapeuta: “Il 45% dei bambini oggi è figlio unico. Partiamo da questo dato. I genitori devono dare enfasi al ruolo dello studente ricordando ai figli che tornano a scuola non solo per imparare ma per incontrare gli amici. E’ un passaggio che pare banale ma non è così”. Altro suggerimento: “Parlare in positivo della scuola con i ricordi personali”. Ultimo, un compito non sempre facile: “Chiedere agli insegnanti di far fare più ricreazioni e all’aperto”.
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