"Rispettate la Costituzione". No allo sciopero: toghe rosse, la contro-protesta dei penalisti

  • Postato il 27 febbraio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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"Rispettate la Costituzione". No allo sciopero: toghe rosse, la contro-protesta dei penalisti

Il mondo della giustizia implode. Nel giorno dello sciopero delle toghe, gli avvocati a Milano hanno dato il via a una contro-protesta. Al centro la riforma costituzionale della separazione delle carriere contro cui da settimane i magistrati stanno facendo barricate. Da oggi - fa sapere la Camera penale di Milano - davanti alla sede dei penalisti al primo piano del palazzo di giustizia sarà 'affissa' la Costituzione. "Da alcune settimane - scrive in una nota il Direttivo della Camera penale - la magistratura associata, per esprimere simbolicamente la propria contrarietà al Ddl sulla separazione delle carriere, ha esposto, sulle porte di molti uffici all'interno del palazzo di giustizia, la Costituzione. Come se quel progetto di riforma la mettesse in pericolo".

E ancora: "La Costituzione, però, è di tutti. Certamente è patrimonio dell'avvocatura penale che, a garanzia dei diritti e delle libertà dei propri assistiti, quotidianamente la applica e ne pretende il rispetto. Per questo, da oggi - prosegue la nota - davanti alla sede della Camera penale di Milano, che sostiene da anni, al di là delle contingenze politiche, quel progetto riformatore in discussione avanti il Parlamento, sarà affissa la nostra Carta fondamentale". "Ognuno potrà leggere chiaramente - concludono - il contenuto dell'articolo 111, che garantisce il giusto processo in condizioni di parità, davanti a un giudice terzo e imparziale". Insomma, per i penalisti la protesta è "errata nel merito e nei modi". 

 

 

Nel frattempo, dalla parte dell'Associazione nazionale magistrati, si schiera la Cgil. Il sindacato guidato da Maurizio Landini "sostiene la protesta dei magistrati contro una riforma che ritiene sbagliata e pericolosa e per questi motivi oggi è presente all'assemblea pubblica convocata dall'Anm di Genova presso la tensostruttura del Tribunale. Non è l'unico attacco alla democrazia: la deriva autoritaria di questo governo si legge anche in altre norme come il D.D.L. 1660, cosiddetto 'sicurezza', con il quale si comprimono i diritti di cittadine e cittadini, a partire dal diritto di espressione del dissenso anche attraverso legittime forme di lotta, comprese quelle di lavoratrici e lavoratori".

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Libero Quotidiano

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