Rimborsopoli Calabrese, 6 condannati tra cui 3 ex assessori regionali e un senatore, 20 assolti
- Postato il 18 luglio 2025
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Rimborsopoli Calabrese, 6 condannati tra cui 3 ex assessori regionali e un senatore, 20 assolti
Il tribunale di Reggio Calabria ha condannato a pene variabili gli ex assessori regionali Fedele, Tripodi e Dattolo, il senatore Bilardi, l’ex questore del Consiglio regionale Nucera e l’assistente personale Trapani. Assolti tutti gli altri
REGGIO CALABRIA – Dopo dieci anni dall’inchiesta sulla Rimborsopoli calabrese, che avrebbe fatto luce su una serie impressionante di episodi di peculato e falso, arriva la sentenza per 26 big della politica regionale, 6 dei quali vengono condannati e gli altri 20 assolti. Per uno di loro, l’ex assessore regionale Alfonso Dattolo, in base a quanto previsto dalla legge Severino, si avvia l’iter per la sospensione dalla carica di sindaco di Rocca di Neto. Il Tribunale penale di Reggio Calabria ha accolto soltanto in parte le richieste del sostituto procuratore Tommaso Pozzati, che aveva proposto richieste di condanna da 3 a 5 anni di reclusione per gli imputati “eccellenti”, alcuni già approdati anche in Parlamento. Secondo l’ipotesi dell’accusa, ex consiglieri, ex assessori ed ex governatori regionali avrebbero chiesto e ottenuto rimborsi illegittimi per spese non previste dalla legge regionale. Ma molti di loro sono riusciti a dimostrare che le spese erano giustificate, finalizzate all’attività dei gruppi e non inconferenti.
LE CONDANNE
Ecco le decisioni (e le richieste, le più elevate delle quali erano per i capigruppo). La pena più alta, a 5 anni di reclusione, tanti quanti ne erano stati chiesti, è per l’ex assessore regionale Luigi Fedele: 5 anni (5 anni). Per l’ex segretario-questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera, di Reggio Calabria (Udc, poi Ncd) la condanna è a 4 anni di reclusione (a fronte di una richiesta di 3 anni e 10 mesi). L’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi di Reggio Calabria (Centro democratico) ha avuto una condanna a 3 anni e 6 mesi (4 anni e 8 mesi). Per l’ex assessore regionale Alfonso Dattolo, attuale sindaco di Rocca di Neto (Udc), accolta la richiesta di condanna a 4 anni e 8 mesi. Per il senatore Giovanni Bilardi, di Reggio Calabria (Ncd): 4 anni e 8 mesi (5 anni). L’assistente personale Carmelo Trapani: 3 anni e 6 mesi (4 anni e 6 mesi). Tutti interdetti in perpetuo dai pubblici uffici fuorché Tripodi, interdetto per 5 anni. Per Dattolo potrebbe ora scattare la sospensione da sindaco.
LE ASSOLUZIONI
Lungo l’elenco degli assolti (tra parentesi la richiesta di condanna). Alfonsino Grillo, (“Scopelliti presidente”, poi Ncd), di Gerocarne, di Vibo Valentia (4 anni e 3 mesi.) Ferdinando Aiello (Pd), di Cosenza (3 anni e 9 mesi). Giuseppe Bova (Pd), di Reggio Calabria (4 anni e 10 mesi). Emilio De Masi (Idv), di Crotone (4 anni). Sandro Principe (Pd), di Rende (4 anni e 10 mesi). Demetrio Battaglia (Pd), di Reggio Calabria (3 anni e 3 mesi). Pietro Amato (Pd), di Borgia (3 anni e 3 mesi). Bruno Censore (Pd), di Serra San Bruno (3 anni e 3 mesi). Mario Franchino (Autonomia e diritti, poi Pd), di Montegiordano (3 anni e 10 mesi). Mario Maiolo (Pd), di Cosenza (4 anni e 2 mesi). Carlo Guccione (Pd), consigliere regionale (3 anni 6 mesi). Antonio Scalzo (Pd), ex consigliere regionale, di Conflenti (3 anni 3 mesi). L’ex assessore regionale Francesco Sulla (Pd), di Cutro (3 anni e 9 mesi). L’ex governatore Agazio Loiero (Autonomia e diritti), di Santa Severina (4 anni). Diego Fedele, figlio dell’ex assessore regionale Luigi Fedele (3 anni e 9 mesi). Vincenzo Ciconte (Pd), di Catanzaro (4 anni). Giovanni Raso, già collaboratore nella commissione Bilancio per il gruppo Udc (3 anni e 2 mesi). Antonino De Gaetano, di Reggio, ex presidente del gruppo Federazione della sinistra (5 ann). L’ex assessore regionale ed ex parlamentare Pd Nicola Adamo, di Cosenza (4 anni e 8 mesi). Giovanni Franco, di Reggio Calabria (4 anni e 2 mesi).
LA VICENDA
La storia è quella nota dei soldi spesi da un folto numero di consiglieri e rimborsati dai gruppi di Palazzo Campanella in maniera illegittima. Rimborsi di viaggi e soggiorni. Spese per vini, fatture per regali e momenti conviviali e mille altri scontrini, anche per bollitori e cd. Perfino per pezzi di “arredo bagni”. Articoli che non sarebbero esattamente inquadrabili tra gli strumenti tipici di chi fa politica o rappresenta le istituzioni, anche se le posizioni erano molto differenziate. C’era chi comprava bollitori e chi faceva politica, insomma. Dieci anni fa la svolta, che portò anche a misure cautelari, ma le accuse, in alcuni casi, risalgono al 2011. Le indagini, eseguite anche con intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, consentirono di individuare diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei gruppi consiliari regionali. In alcuni casi venne presentata una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dalla Regione un doppio rimborso.
LA DIFESA
La tesi difensiva, che ha retto per buona parte, è quella dei rimborsi legittimi. Le somme a disposizione dei rappresentanti istituzionali sarebbero state spese in favore dell’attività del gruppo di appartenenza e non sarebbero state eccentriche. Non erano per acquisti di beni per la persona ma in funzione dell’attività del gruppo consiliare. In qualche caso, è quello che ha sostenuto l’ex assessore Sulla insieme agli avvocati Colacino e De Sole, sono state restituite anche somme eccedenti e non spese, anche prima dell’avviso di chiusura delle indagini. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giuseppe Albanese, Sergio Campanella, Luigi Colacino, Nico Dascola, Antonietta De Nicolò, Gaetano De Sole, Vincenzo Ioppoli, Vittorio Manes, Rosario Milicia e altri.
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Rimborsopoli Calabrese, 6 condannati tra cui 3 ex assessori regionali e un senatore, 20 assolti