“Rigurgiti d’odio contro i musulmani. Ecco perché dobbiamo dire grazie all’Islam”, alla Moschea di Roma il libro di Franco Cardini
- Postato il 14 novembre 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Pensavo che quello che stava succedendo a Gaza avrebbe comportato fatalmente un rigurgito generale in tutto il mondo di antisemitismo. E allo stesso modo ritenevo che sarebbe prima o poi riemersa pure la questione dell’antiislamismo. Sono stato colpito dalla violenza con la quale si è attribuito all’Islam la giornata del 7 ottobre 2023. L’opinione pubblica ha esteso la responsabilità da Hamas nel suo complesso a tutto l’Islam. Una mancanza di analisi che colpisce in un mondo che poi pretende di essere libero”. A denunciarlo lo storico Franco Cardini, autore di “Grazie Islam! Quelle poche, piccole cose che l’occidente moderno deve al mondo musulmano”, edito da Paper First, presentando il volume all’Auditorium del Centro islamico culturale d’Italia, alla Grande Moschea di Roma. Un’iniziativa alla quale hanno partecipato anche Shady Hamadi del Fatto Quotidiano, i professori Marco Di Branco e Antonio Musarra della Sapienza e il segretario generale del Centro Islamico, Abdellah Redouane. “L’Islam è stato parte integrante della cultura occidentale. Affermare invece che sia estraneo al suo patrimonio storico, culturale e spirituale, così come parlare di civiltà inferiori e superiori, o di una esclusività giudeico-cristiana dello stesso Occidente, significa rinnegare secoli di presenza islamica in Europa, dalla penisola iberica ai Balcani. Si riaffacciano oggi stereotipi islamofobi e processi di demonizzazione dei musulmani, anche a causa di una letteratura poco informata, portata avanti da seminatori d’odio”, ha accusato Redouane.
“L’Occidente ha tante virtù, ma quando sento autori, intellettuali, giornalisti fare ‘l’elogio della paura‘, sconvolge proprio quello che in me è profondamente occidentale. Quello di cui non si ha mai abbastanza non è la paura, ma il coraggio, la capacità di controllare la paura”, ha aggiunto Cardini. “Ricorrono i dieci anni dalla strage del Bataclan. Da allora è cambiata la narrazione del Medio Oriente. Nel 2014 mi trovavo a Beirut e una notte si fecero saltare in aria due terroristi, ammazzando 60 persone. Nel 2013 in Siria era arrivato l’Isis, tutti ricordano le immagini dei giornalisti decapitati dagli uomini vestiti di nero. Queste uccisioni e la strage dei libanesi si parlano, nel senso che i libanesi accorrono in tv e dicono ai giornalisti ‘anche i nostri sono morti, dove sono i loro volti e i loro nomi?’. La risposta al terrore del Bataclan quanti morti ha fatto in Siria e in Iraq? I giornali scrivevano ‘bastardi islamici‘ e parlavano di ‘risposta giusta al terrorismo islamico’. Il terrorismo è stato usato per portare avanti le peggiori agende in Medio Oriente“, ha accusato Hamadi. E ancora: “Si è portato avanti un discorso culturale basato su slogan e su una macchina dell’odio, senza alcun argomento e senza conoscere nulla del contributo culturale dell’Islam”.
“Io ho cercato di impegnarmi per sottolineare come la nostra cultura sia in realtà profondamente unitaria, dove gli elementi di somiglianza sono più forti di quelli di differenza”, ha ricordato Cardini. Così nel suo volume si ricorda: “L’Islam ci appartiene. Ha le nostre stesse profonde radici: la cultura ellenistico-mediterranea e il monoteismo abramitico; i suoi profeti sono i medesimi dell’ebraismo e del cristianesimo. La sua scienza e la sua filosofia, certo originali, restano impensabili senza le nostre. L’Islam è l’Occidente dell’Oriente. I fondamenti della sua cultura, radicati in quella ellenistica passata a Roma e a Bisanzio, sono arrivati alla nostra esattamente come le merci provenienti dall’Asia profonda giungevano in Europa. All’Islam, attraverso l’Asia Minore, il Delta Nilotico, l’Africa sahariana, il Maghreb e la penisola iberica, dobbiamo i fondamenti della nostra matematica, della nostra logica, della nostra astronomia, della nostra cartografia, della nostra geografia, della nostra fisica, della nostra medicina. Le nostre università medievali sono nate nell’XI-XII secolo come “studia” monastici e diocesani vivificati dall’esempio che proveniva loro dalle città musulmane, in molte delle quali esisteva una “bait al-Hikmah” dove s’imparava a pagamento: l’innovazione delle “universitates” medievali, corporazioni professionali dove la scienza si trasmette come una merce. Dante ci rammenta che Avicenna e Averroè sono padri del nostro sapere al pari di Platone e di Aristotele, d’Ippocrate e di Galeno. Il Saladino è il nostro grande eroe cavalleresco. E non ci sono guerre, non ci sono atrocità, non ci sono fanatismi che tengano”.
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