Righi, “terrazza della discordia”: dal ristorante ad Amt 17mila euro in 10 anni per i diritti sul tetto della funicolare

  • Postato il 20 agosto 2025
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righi montallegro

Genova. “Non ce l’abbiamo con l’attività del ristorante che, anzi, rappresenta un servizio oltre che una servitù per il quartiere, ma vogliamo chiarezza su alcuni passaggi che avrebbero dovuto essere trasparenti e non lo sono stati, stiamo parlando di beni pubblici che, a nostro avviso, sono stati concessi per interessi esclusivamente privati”.

A parlare è Manuela Cappello, portavoce del comitato cittadini del Righi che – con il supporto di una fitta rete di associazioni e comitati – sta portando avanti una battaglia relativa al progetto di ampliamento del ristorante pizzeria Montallegro.

Il progetto di ampliamento contestato dai residenti – per cui sono già in corso i lavori – prevede, tra le altre cose, la creazione di una sala panoramica sovrastata da un rooftop bar sul tetto della palazzina privata, l’installazione di una passerella di collegamento tra la nuova area del ristorante e il tetto della vicina funicolare Amt, la creazione di una copertura e l’allestimento di questa terrazza e la costruzione di una centralina Enel per supportare le esigenze energetiche dell’attività commerciale.

I comitati, che hanno presentato un esposto ad amministrazione e sovrintendenza, e hanno invitato la sindaca Silvia Salis e la giunta a un’assemblea pubblica fissata per il 25 agosto alle 10 proprio al Righi, tornano a chiedere chiarezza e giudicano poco soddisfacenti le risposte arrivate dal Comune di Genova. In particolare quelle sulle concessioni relative alla cabina elettrica che sta sorgendo in un’area verde di accesso al parco.

Un altro aspetto poco chiaro è quello sull’accordo tra Amt e la società che gestisce il ristorante per l’utilizzo e la valorizzazione del tetto della stazione di arrivo della funicolare Zecca Righi. A quanto risulta, la passerella pedonale tra il tetto e la nuova sala panoramica e allo skybar del Montallegro sarebbe l’unica via d’accesso per la clientela del ristorante stesso (nei rendering si vede però anche un ascensore tra l’ultimo piano della palazzina e la passerella).

Nel 2019 Amt ha pubblicato l’avviso per una manifestazione d’interesse per la concessione di un diritto di superficie a titolo oneroso per il corrispettivo di 17600 euro per un periodo di 10 anni (140 euro al mese) in cambio di una valorizzazione dello spazio e al miglioramento dell’accessibilità per i cittadini. Sui canali ufficiali di Amt non è possibile trovare il “seguito” di quell’avviso ma si può ipotizzare che i termini dell’accordo tra l’azienda di trasporto pubblico e la Ristorante Montallegro Srl siano stati quelli indicati.

Dopo il 2020 il ristorante ha proceduto alla sistemazione della terrazza di Amt con l’installazione di alcuni pannelli, con il restauro della pavimentazione e migliorandone l’illuminazione. Il progetto definitivo, e in via di esecuzione in questi mesi, però, prevede una trasformazione più radicale con la costruzione di una copertura a pannelli solari e l’allestimento di sedute per il pubblico.

I comitati sottolineano: “A cosa serve la passerella? E’ una via di accesso o una via di fuga? Si usa un bene comune per tali scopi privati? Senza la passerella il ristorante poteva fare l’ampliamento? La valorizzazione del tetto della funicolare in cosa consiste esattamente? È possibile visionare l’accordo tra Amt e Montallegro?”. E ancora: “Il rendering pubblicato sul sito del ristorante corrisponde al progetto presentato in Comune o è solo una suggestione? Ci arrivano versioni contrastanti ed è bene chiarire”.

L’altro aspetto che non va giù ai comitati di cittadini del Righi, come già ribadito nelle scorse settimane, è quello della cabina Enel: “Un comunicato del Comune sostiene che la cabina è ad uso pubblico ma non è così, la cabina è stata commissionata ed è di proprietà di un privato a suo uso esclusivo, se, quando e a quali condizioni la cabina sarà ceduta all’Enel per utilizzi collettivi ci risulta ancora questione da definire”.

I comitati, allegando documenti relativi all’autorizzazione paesaggistica per la cabina, notano come nella relazione siano indicate specie arboree diverse da quelle presenti effettivamente – “Sono lecci e bagolari, non frassini, questo la dice lunga sull’autorizzazione paesaggistica” – e fanno presente che lo stesso committente aveva proposto un’area alternativa a quella poi autorizzata.

“Sappiamo che questa situazione è un’eredità lasciata dalla precedente amministrazione ma non è mai troppo tardi per fare chiarezza – continua Manuela Capello – chiediamo trasparenza, legalità e partecipazione”.

Autore
Genova24

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