Rifugi climatici, ecco dove andare in caso di caldo estremo
- Postato il 2 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Il Comune di Bologna ha definito i rifugi climatici come “luoghi pubblici ad accesso libero e gratuito che offrono ristoro dalle temperature estreme durante l’estate, mantenendo le loro regolari funzioni”. Da metà giugno 2025, in città è attiva una mappa interattiva con 15 di questi spazi, tra case di quartiere, parchi, giardini, musei e biblioteche, scelti come punti di sollievo dal caldo intenso, con allerta bollino rosso. Anche altre città italiane si stanno attrezzando: Firenze ha reso pubblica una lista di 37 aree verdi ombreggiate e sette biblioteche con fontanelle di acqua potabile, specificando le percentuali di ombreggiatura superiori al 70%. Napoli, grazie all’associazione Cleanap, ha invece segnato su mappa 23 parchi, quattro biblioteche, un centro di accoglienza e persino Piazza del Plebiscito come luoghi freschi. Milano, pur senza una mappa ufficiale, fornisce consigli per affrontare il caldo, mentre Roma pianifica una mappatura entro il 2026. Torino ha invece attivato il “Piano Estate 2025”, con centri climatizzati per anziani e un numero verde dedicato per facilitare l’accesso.
Strategie di mitigazione del caldo nelle città italiane
Questi rifugi climatici rappresentano una risposta concreta alle emergenze causate dall’innalzamento delle temperature estive, soprattutto nelle aree urbane. I municipi puntano a migliorare la qualità della vita dei cittadini, offrendo spazi freschi e sicuri accessibili a tutti, specialmente a anziani, bambini e persone fragili. La mappatura digitale permette un accesso immediato alle informazioni, rendendo facile trovare il luogo più vicino per ripararsi dal caldo. L’attenzione è posta sull’ombra naturale, con alberi e aree verdi, e sulle strutture pubbliche dotate di aria condizionata o sistemi di ventilazione. Il numero verde e i servizi di assistenza pubblica completano il quadro di un impegno strutturato, ma la sfida resta quella di ampliare e rendere omogenea l’offerta nelle città italiane.
L’esperienza internazionale dei rifugi climatici
A livello europeo, l’idea dei rifugi climatici è già ampiamente sviluppata. A Londra il Comune distingue tra spazi climatizzati e non, facilitando la scelta di chi cerca sollievo dal caldo. Barcellona ha iniziato questa politica nel 2020 con 70 rifugi, ora quasi 400, inclusi non solo parchi e biblioteche, ma anche farmacie, centri civici, sportivi e complessi commerciali, senza trascurare scuole e università. Parigi ha istituito le cosiddette “isole fredde”, circa 800 punti con temperature più basse di qualche grado, comprendenti chiese e altre strutture pubbliche.
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