Riforma sanità, caos in consiglio regionale: i lavoratori chiedono un incontro ma la legge viene approvata

  • Postato il 10 dicembre 2025
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Generico dicembre 2025

Genova. Caos totale in consiglio regionale, dove si votava la riforma della sanità varata dalla giunta Bucci. Una delegazione dei sindacati, dopo il presidio contro il provvedimento lanciato da Cgil, Cisl e Uil, è entrata in aula e ha chiesto a gran voce di sospendere la seduta per un’audizione coi capigruppo. Il presidente Stefano Balleari ha detto no più volte e ha deciso di andare avanti coi lavori. Così è scoppiata la bagarre. “Vergogna, vergogna”, i cori partiti dagli spalti, dove si sono viste bandiere della Cgil ma anche qualche simbolo della Uil. Alle 12.30, con larghissimo anticipo rispetto alle previsioni, la legge è stata approvata.

I consiglieri dell’opposizione, fallito il tentativo di ottenere lo stop della seduta (che era già stato messo ai voti e bocciato a maggioranza), sono scesi dai banchi per protesta e hanno raggiunto i lavoratori. Non sono mancati momenti di tensione tra il vicepresidente del Consiglio Roberto Arboscello e alcuni componenti della giunta con accuse incrociate di fascismo e violenza. Poi, nonostante le urla di protesta e i banchi della minoranza rimasti quasi vuoti, è andata avanti la votazione degli emendamenti e dei singoli articoli. “Siamo gli eroi del Covid, quelli che vi salvano la vita”, “Vedrete come vi voteranno la prossima volta”, “Siete indecenti”, alcuni interventi dei lavoratori.

“Non vediamo alcuna ragione per proseguire la nostra presenza in quest’aula“, ha annunciato infine Andrea Orlando (Pd) prima che tutta la minoranza uscisse definitivamente. In questo modo le votazioni sono giunte a termine in pochi minuti, permettendo a Bucci di portare a casa il provvedimento con meno fatica del previsto.

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Eppure poco prima si era registrato un momento che sembrava potesse essere distensivo: tra bandiere e fumogeni, un po’ a sorpresa, era comparso anche il governatore Bucci che ha improvvisato un incontro coi segretari generali liguri Maurizio Calà, Luca Maestripieri e Riccardo Serri.

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Siamo stati scavalcati“, è l’accusa comune sollevata dai sindacati, che oggi chiedevano di sospendere l’iter consiliare della riforma. “Il confronto doveva avvenire ai tavoli, prima dell’approvazione della riforma e non successivamente“, sottolineano. Per la verità le riunioni in Regione ci sono state, ma sul testo di legge l’amministrazione regionale non ha lasciato margini di manovra.

“Quella che facciamo adesso è la riforma amministrativa che ci consente di unificare – ha risposto Bucci dopo aver parlato coi sindacalisti in presidio -. Avremo tutto il tempo per definire il contratto integrativo e il piano sociosanitario, dove si va a vedere chi fa cosa, come e quando in qualunque punto del territorio. Questo verrà fatto tra marzo e inizio aprile, quindi abbiamo quattro mesi per lavorare su tutte queste cose, su tutti i dettagli che dite voi”.

Sulla compressione dei tempi il governatore si è giustificato: “L’entrata in vigore il 1° gennaio è dovuta al fatto che, se noi avessimo scelto una data successiva nel 2026, saremmo stati obbligati a fare nove bilanci più due definitivi. In questo caso ne facciamo soltanto due, che è un vantaggio enorme dal punto di vista dei costi e dal punto di vista amministrativo, perché partendo con l’anno intero possiamo fare soltanto due bilanci“. 

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Le critiche dei sindacati

“Una riforma che poteva essere veramente un cambio di passo rischia di restare solamente un cambio di titolo – spiega Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria .- Non si può affrontare forzando norme, procedure, tempi. Bisognava partire proprio dal confronto con chi la sanità la fa vivere giorno dopo giorno, affrontando problemi enormi. Purtroppo è stata un’occasione persa, non c’è stato alcun confronto se non su qualche titolo generale generico. Penso davvero che occorra riavvolgere il nastro, ricominciare dall’inizio, fermare le macchine e ascoltare le persone che lavorano. Se l’idea è che accorpando tutto, aziende, ospedali, si possa spostare il personale da Ponente a Levante, viceversa per coprire i buchi, quest’idea non sta né in cielo né in terra perché non farebbe altro che aggravare ancora di più le condizioni dei dipendenti”.

“Riforma è una parola grossa, questa è una controriforma – prosegue Maurizio Calà, segretario generale della Cgil Liguria – Le riforme intervengono per sanare problemi che hanno le persone che usufruiscono di quel servizio. Qui parliamo di pazienti e operatori. Questa cosiddetta riforma non entra nel meccanismo della sanità, nel senso che non migliora la condizione di sanità sul territorio, anzi accorpa tutto su un’unica centrale a Genova e dall’altra parte non migliora la condizione degli operatori. Gli operatori hanno bisogno di nuovo personale, hanno bisogno di strutture diagnostiche, hanno bisogno di avere stipendi normali. Sono stati firmati contratti della sanità terribili, abbiamo il 6% d’aumento piuttosto che il 18% che gli toccava”.

“Noi non diciamo no a una riforma, anche perché la precedente norma è veramente datata, ma c’è una questione di metodo – prosegue Riccardo Serri, segretario generale della Uil Liguria -. Se tu mi chiami una volta sola, mi dai delle slide che hai già pubblicato sul giornale e poi porti tutto alla discussione in consiglio e la chiudi lì, non sta né in cielo né in terra. Cosa succede il 1° gennaio? C’è molta paura, non lo capiamo, ma ci sono anche delle normative di legge che obbligheranno a dire come si trasferiscono i dipendenti. Ieri l’abbiamo fatto presente. Per quanto riguarda pensionati e cittadini, non capiamo quali benefici possa portare la legge. Noi vorremmo almeno un anno di discussione, con un anno crediamo che si potrebbe tirare fuori qualcosa di buono”.

Mi ero preparato un bel discorso, mi dispiace perché poteva essere un’opportunità per ringraziare tutti – commenta a caldo il presidente Marco Bucci -. Il presidente Balleari mi ha detto chiaro e tondo che non si interrompe il Consiglio per incontrare qualunque tipo di rappresentanza, ma si fa alla fine. Non hanno accettato la proposta di fare l’incontro alla fine ed è cominciata questa cosa che non saprei nemmeno come definire. Bastava rispettare il regolamento, come lo rispetto io. Mi dispiace che la minoranza non abbia contribuito a sistemare la situazione e comunque, per le prossime volte, mi auguro che non succeda più. Certamente mi sono stupito di me stesso, di quanto sono rimasto calmo e seduto. D’altra parte gli incontri con le componenti sindacali sono stati tantissimi, anche nei capoluoghi di provincia, quindi nessuno può dire che non li abbiamo incontrati”.

Incassata l’approvazione del Consiglio regionale, il lavoro sulla riforma non è finito. Manca anzitutto la convenzione con l’ospedale Galliera che dovrà rientrare nella nuova Azienda ospedaliera metropolitana. “Poi ci sono altri punti importanti, lavoreremo coi sindacati per fare il contratto integrativo unico per tutta la regione – conferma Bucci – Questo sarà un enorme passo avanti perché prevede anche aumenti contrattuali. In un mese, un mese e mezzo dovremmo riuscire a farlo. Dopodiché dovremo fare tutte le nomine, queste verranno fatte nei prossimi giorni. E tutta la parte economico-finanziaria per fare in modo che ogni area abbia la consistenza per iniziare a spendere dal 1° gennaio. Le cose vanno avanti, io sono molto contento e fiducioso”.

Le reazioni dell’opposizione

“La volontà di non ascoltare dei lavoratori e i loro rappresentanti che semplicemente chiedevano un ulteriore momento di riflessione è esattamente la spia dello spirito di questa riforma, una riforma fatta esclusivamente per le burocrazie, per il ministero dell’Economia e delle Finanze, per la sanità privata – accusa Andrea Orlando, consigliere Pd ed ex candidato presidente che parla a nome di tutta la minoranza -. Questa riforma non darà nessun beneficio ai cittadini, sacrificherà i territori più marginali, umilierà il ruolo dei sindaci, non costruirà una sanità territoriali, non darà un euro in più per investire sulla ricerca, sul lavoro, sulla produttività dei servizi. Oggi, con un atto che può sembrare marginale, ma non lo è, si è detto con una forza enorme, molto più grande di tutti i discorsi che potevano fare, che cosa vogliono fare: una riforma sopra la testa, a prescindere dall’interesse di cittadini e lavoratori. Noi non vogliamo confonderci minimamente con questo atto. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo per limitare i danni, ma dobbiamo prendere atto che i danni non possono essere limitati. Nelle prossime settimane spiegheremo le nostre proposte, la strada che avremmo dovuto percorrere e che percorreremo in futuro, perché questa questa riforma non andrà lontano, perché una riforma fatta contro i lavoratori e contro i malati è una riforma destinata al fallimento”.

Autore
Genova24

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