“Ricreazione all’aperto, pause ogni ora. I bambini devono riabituarsi ai tempi della scuola”: i consigli della psicoterapeuta per il ritorno sui banchi

  • Postato il 7 settembre 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il rientro a scuola per bambini e ragazzi è come un macigno che preme sulla testa. Sì, perché nel periodo delle vacanze sono saltate tutte le routine delle attività sottoposte a orari più o meno rigidi, dei compiti da fare e degli obiettivi da raggiungere. Durante l’estate nessuno coltiva aspettative su di loro, il giorno si alzano quando gli pare e la sera, se possibile, vanno a letto solo quando le energie sono completamente esaurite. Insomma, il disagio maggiore, come ci spiega la professoressa Anna Oliverio Ferraris, scrittrice, psicoterapeuta, già docente di psicologia dello sviluppo, università La Sapienza di Roma, “riguarda i tempi della scuola”, soprattutto il fatto che “non si può dormire fino a tardi, bisogna alzarsi presto, fare colazione e arrivare in classe in orario”. Tutti scenari che, appunto, pesano troppo.

Riprendere i soliti ritmi

“La giornata in classe è scandita da tempi precisi diversi dalle routine rilassanti delle vacanze – sottolinea l’esperta -. Per i bambini, ma anche per i ragazzi delle medie, è difficile stare seduti per varie ore di seguito; è quindi importante che facciano la ricreazione all’aperto e ci siano interruzioni ogni ora, come ormai avviene in molti Paesi europei e in un certo numero di scuole italiane”.

Rientrare nel ruolo di alunni

A questo punto è cruciale adottare strategie ad hoc per fare loro riprendere confidenza con i doveri della scuola: “La preparazione di libri, quaderni, penne ecc. nei giorni che precedono l’inizio della scuola serve per farli entrare nel ruolo di alunni. Ai bambini piace sentirsi parte di una comunità organizzata, con regole e tempi diversi da quelli della famiglia. La scuola è una palestra di vita che li apre alle sfaccettature della vita sociale: un passo importante per sottrarsi a dinamiche a volte troppo ristrette della vita domestica. Aggiungiamo anche il fatto che molti bambini italiani sono oggi figli unici e che la scuola offre loro l’opportunità di entrare in contatto con i propri coetanei”.

Troppo dipendenti dai genitori?

I bambini non sono tutti uguali e alcune condizioni psicologiche possono rendere il ritorno a scuola più complicato del dovuto. “In particolare, per i bambini troppo dipendenti dai genitori, molto emotivi o con problemi di apprendimento e di comportamento, l’inserimento può richiedere più attenzioni e più tempo – spiega Ferraris -. Più tempo e più attenzioni le richiedono a volte anche i bambini appartenenti ad altre culture, con un’insufficiente conoscenza della lingua italiana e stili di vita familiari differenti. Gli incontri di culture e famiglie diverse richiedono un maggiore impegno da parte degli insegnanti: un aspetto che il Governo non può ignorare. Se si vuole una scuola di qualità bisogna dedicarle più risorse e invece oggi l’Italia è uno dei Paesi europei che investe di meno nella formazione scolastica”.

L’ora di andare a letto

Un passaggio delicato è quello di riabituarli ad accettare di andare a dormire entro un orario determinato e facilitare il loro risveglio all’ora giusta per prepararsi per la scuola. Per ottenere questi risultati, i bambini “non devono essere esposti alla visione di schermi – da quelli televisivi ai videogiochi – per almeno un’ora e mezza prima di andare a letto perché è ormai dimostrato che la luce degli schermi e le immagini che si muovono rapidamente interferiscono con i meccanismi del sonno e spesso anche con i sogni. I bambini devono poter dormire un congruo numero di ore, se si vuole che inizino la giornata serenamente e che non facciano troppe storie per svegliarsi”.

Non svalutate il ruolo degli insegnanti

Ci sono altri elementi che rischiano di essere trascurati o sottovalutati. Come il ruolo degli insegnanti. “Bisogna che il rapporto tra insegnanti e genitori sia positivo, all’insegna della collaborazione – spiega ancora l’esperta -. I genitori che sminuiscono il ruolo dell’insegnante possono demotivare i figli nei confronti della scuola e dello studio. Ci sono problemi che si possono risolvere nei consigli di classe”. Senza dimenticare un altro aspetto estremamente importante, il rapporto tra compagni: “Quando il clima sociale è collaborativo – conclude Ferraris – anche l’apprendimento ne risente positivamente”.

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