Richiedenti asilo messi in pericolo da un pc lasciato aperto in metropolitana: lo scandalo che imbarazza il Regno Unito
- Postato il 31 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Marzo 2023: un funzionario del ministero della Difesa britannico (MoD) sale su un affollato treno della metropolitana di Londra e, apparentemente per distrazione, lascia lo schermo del suo laptop sbloccato e ben visibile. Per circa 20 minuti, e-mail sensibili con i dati personali di afghani in cerca di asilo sono disponibili alla vista degli altri passeggeri.
Un viaggiatore fotografa lo schermo e carica le foto online in forma anonima, come emerge dal rapporto interno del MoD.
È l’inizio di un incubo. Quelle e-mail, non redatte, cioè non ‘censurate’ per la visione pubblica, contenevano nomi, indirizzi, legami familiari e aggiornamenti sulle richieste di rilocalizzazione nell’ambito della Politica di Rilocalizzazione e Assistenza per l’Afghanistan (ARAP), il piano di estrazione degli ex collaboratori che, rimasti in Afghanistan dopo la precipitosa fuga delle forze occidentali nell’agosto 2021, sono alla mercé della vendetta dei Talebani. Secondo un’indagine esclusiva dell’Independent, pubblicata ieri, a seguito di quella ‘distrazione’ sono 49 le violazioni di dati nel programma di rilocalizzazione afghana, con ripercussioni dirette su 19.000 collaboratori afghani del governo britannico.
Valutata come «rischio medio», la violazione non finisce sul tavolo dell’Ufficio del Commissario per le Informazioni (ICO), ma si inserisce in una serie di errori che, secondo un’inchiesta del Guardian, hanno causato almeno 49 morti tra familiari e colleghi delle vittime.
Un po’ di contesto. L’ARAP nasce nell’aprile 2021, nel caos della presa del potere talebana a Kabul nell’agosto di quell’anno. L’obiettivo era ‘estrarre’ fino a 5.000 afghani – interpreti, autisti, informatori che avevano rischiato la vita al fianco delle truppe britanniche dal 2001 al 2021 – e le loro famiglie. Il programma si chiude nel luglio 2023, con oltre 20.000 reinsediati, ma le falle nella gestione dei dati non si fermano lì.
Il caso più eclatante risale al febbraio 2022: un foglio Excel con 33.000 righe di informazioni su 18.700 richiedenti, con cartelle cliniche, itinerari di volo, nomi di referenti finisce per errore nelle mani di destinatari esterni non autorizzati. Il documento salta fuori sui social media nell’agosto 2023, scatenando un’evacuazione segreta: 18.400 afghani raggiungono il Regno Unito in aereo tra settembre 2023 e luglio 2025, altri 5.400 restano in lista d’attesa.
Per arginare lo scandalo, nel settembre 2023 il governo impone un superordine restrittivo, una disposizione applicata in casi di minacce alla sicurezza nazionale che vieta ai media di parlarne e persino di ammettere l’esistenza del programma di espatrio, per timore di rappresaglie talebane. Solo nel luglio 2025, dopo una sfida legale impugnata fra gli altri dal Times, l’ingiunzione cade e si comincia a conoscere la verità.
Il 28 ottobre 2025, il segretario alla Difesa John Healey ha preso la parola in Parlamento e scaricato le responsabilità sui governi precedenti: “Queste violazioni non dovevano accadere, e sotto questo governo non si ripeteranno”. Di fatto, i Talebani ormai hanno accesso ai vecchi archivi del governo afghano.
Le storie delle vittime di queste falle di sicurezza sono agghiaccianti. La BBC racconta di un richiedente i cui cognati – uno giustiziato dopo l’arresto, l’altro reso disabile dalla tortura – hanno pagato il prezzo delle fughe di dati. Un altro, intervistato da The Guardian, rivive il trauma dei parenti uccisi nel 2011 e 2021, e ora la paura costante. “Quei dati nelle mani dei talebani significano arresto, tortura, morte”, dice. I whistleblower si sentono traditi: “Non ci hanno detto chi era nella lista nera”.
Dal 2021, le spese per le rilocalizzazioni hanno toccato i 5,5-6 miliardi di sterline; le violazioni sono costate altri milioni, tra evacuazioni lampo e cause legali. A partire da aprile 2024, un nuovo piano di emergenza offre una via d’uscita a chi, escluso dall’ARAP, è stato messo in pericolo da quelle falle, ma sul destino degli ex collaboratori, anche quelli riparati nel Regno Unito, ora pesa l’ostilità anti-immigrati dei partiti di destra.
Il funzionario distratto? Se l’è cavata con un rimprovero formale e un corso di recupero.
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