Riccardo Falcinelli: “Più cose hai visto e più sei fantasioso”

  • Postato il 11 settembre 2025
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  • Di Artribune
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Riprese e montaggio di Alessandra Flora

A fine luglio sono stata nel suggestivo studio romano di Riccardo Falcinelli per intervistarlo riguardo al tema del guardare e delle immagini in generale. 

Chi è Riccardo Falcinelli

Falcinelli, autore di tre testi ormai fondamentali per la cultura visiva contemporanea, Cromorama, Figure e Visus, ha raccontato il suo metodo di lavoro, basato su una vera e propria attività catalogatoria; non a caso i suoi libri ricordano il museo immaginario di André Malraux o le magiche e misteriose tavole di Aby Warburg, spazi dove le immagini della storia dell’arte si richiamano a vicenda e il loro accostamento, tutt’altro che casuale, mette in luce elementi a prima vista inediti.

La raccolta e catalogazione delle immagini

A partire dalla consapevolezza che la fantasia è proporzionale alla quantità di materiale visivo che immagazziniamo, Riccardo Falcinelli ha messo a punto un infallibile progettualità basata su un impegno quotidiano di raccolta e catalogazione delle immagini.

Questo sistema mette a frutto decenni di lavoro come graphic designer e una particolare abilità nel disegno, che gli permette di prendere appunti visivi con la matita anziché scattare fotografie; differenza apparentemente priva di significato, ma che, come ci spiega l’autore, consente di entrare nell’immagine in maniera totalmente diversa dal semplice riprodurla meccanicamente. 

L’illusione delle tecnologie 

E’ evidente che viviamo in un’epoca che tende a sottovalutare il valore del desiderio di fare bene le cose, perché le tecnologie ci danno l’illusione che tutto sia semplice. Gli strumenti dei telefoni cellulari, per esempio, correggono automaticamente le nostre fotografie, trasformando anche scatti mediocri in immagini apparentemente efficaci. Questa facilitazione tecnologica crea un malinteso: non è la nostra capacità che viene esaltata, ma l’illusione della competenza, poiché la tecnologia camuffa le nostre abilità reali.

Tradizionalmente, il ruolo della grafica è sempre stato quello del “colpo d’occhio”: catturare l’attenzione in pochi istanti, sedurre rapidamente chi osserva, ma questa vocazione non può diventare il metro di giudizio unico per tutte le immagini. Non ogni fotografia, non ogni opera visiva, deve funzionare immediatamente in questo modo; alcune richiedono tempo, riflessione, attenzione per rivelare il loro valore. Ridurre tutto a un impatto immediato rischia di svilire la complessità e la profondità del vedere.

Silvia Camporesi e Riccardo Falcinelli al Festival del Pensare Contemporaneo a Piacenza

Proprio di questo parlerò insieme a Riccardo Falcinelli al Festival del Pensare Contemporaneo di Piacenza: sabato 13 settembre 2025, alle 18.30, ci confronteremo sul tema del ritratto, esplorando il rapporto fra percezione immediata e osservazione attenta. Un dialogo fra due modi diversi di guardare, che tenta di offrire spunti per riflettere sul vero valore dell’immagine.

Silvia Camporesi

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Autore
Artribune

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