Riapre dopo un secolo il Giardino di Qianlong nella Città Proibita

  • Postato il 29 novembre 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Nel panorama in continua metamorfosi di Pechino, dove le linee severe dei palazzi imperiali convivono con i profili audaci dei nuovi quartieri finanziari, un evento silenzioso ma di portata storica ha riportato in primo piano il passato più intimo della dinastia Qing: dopo un secolo di chiusura e decenni di paziente restauro, il Giardino di Qianlong, uno dei luoghi più riservati della Città Proibita, ha finalmente aperto le sue porte ai visitatori.

La riapertura di tale spazio nascosto non rappresenta solo un ampliamento dell’offerta museale del complesso storico, ma segna anche un momento culturale di rilievo per la Pechino contemporanea, capace di integrare con naturalezza i suoi strati storici e la sua identità in movimento.

La rivelazione per la prima volta dopo cent’anni

Il Giardino di Qianlong sorge nell’estremità nord-orientale della Città Proibita, in un’area che per generazioni ha alimentato curiosità e immaginazione senza che nessuno potesse varcarne il confine. Il 30 settembre, con l’inaugurazione ufficiale da parte del Museo del Palazzo, l’angolo imperiale ha smesso di essere un nome sussurrato negli ambienti degli studiosi per diventare un luogo finalmente accessibile, capace di attrarre visitatori da tutto il mondo.

Pur coprendo poco più di 6.000 metri quadrati, il giardino è considerato da molti esperti il punto più raffinato dell’intero complesso museale. Nato come rifugio personale dell’imperatore Qianlong, uno dei sovrani più influenti e colti della dinastia Qing, è stato progettato per condensare in scala ridotta un universo estetico ricco di riferimenti filosofici, gusto per la contemplazione e amore per il dettaglio artistico.

Un rifugio per l’intimità dell’imperatore

Esterno restaurato del Giardino Qianlong, Città Proibita, Pechino
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Tutto il fascino del giardino restaurato Qianlong

A differenza dei grandi cortili formali della Città Proibita, pensati per impressionare emissari stranieri e sostenere la maestosità della corte, il Giardino di Qianlong fu concepito come un luogo di introspezione. Il suo ingresso quasi impercettibile suggeriva già dall’esterno la sua natura appartata, più affine all’idea di un ritiro spirituale che a quella di un ambiente destinato alla vita pubblica.

La struttura interna si articola in quattro cortili, due dei quali oggi aperti al pubblico. Ognuno di essi racconta una sfumatura differente del gusto imperiale: padiglioni disposti con calibrata precisione, rocce ornamentali modellate secondo antiche tradizioni paesaggistiche, punti panoramici pensati per offrire prospettive sempre mutevoli. Il visitatore contemporaneo scopre così un percorso in cui ogni passo modifica la narrazione visiva, una caratteristica che richiama con fedeltà l’estetica Qing e i suoi principi di armonia tra architettura, natura e simbolismo.

Venticinque anni di restauro

La rinascita del Giardino di Qianlong è il frutto di un’impresa che ha richiesto più tempo della realizzazione originale del complesso. Il progetto, avviato nel 2000 in collaborazione con il World Monuments Fund, ha unito archeologi, restauratori, architetti e artigiani specializzati, impegnati in un lavoro che ha richiesto un’attenzione estrema ai materiali e alle tecniche del XVIII secolo.

Molti degli spazi erano stati compromessi dal tempo o trasformati in depositi durante il XX secolo. Restituire coerenza all’insieme ha significato condurre ricerche approfondite, smontare e ricostruire decorazioni fragilissime, ripristinare opere lignee intarsiate con finezza e recuperare strutture che rischiavano di andare perdute.

Gli esperti hanno sottolineato più volte come la lentezza del processo sia stata una componente necessaria, l’unica in grado di garantire fedeltà all’arte originaria commissionata dallo stesso Qianlong.

La trasformazione del Museo del Palazzo

La riapertura del giardino si inserisce in un percorso più ampio di rinnovamento della Città Proibita, divenuta museo nel 1925 dopo l’uscita di scena dell’ultimo imperatore, Pu Yi. All’epoca, molte aree versavano in condizioni critiche: cortili adibiti a magazzini, uffici amministrativi collocati in spazi di grande valore storico, edifici lasciati decadere per mancanza di manutenzione.

La vera metamorfosi iniziò nel 2002 con un grande progetto nazionale che mirò a riconsegnare alla Cina e al mondo un complesso restaurato nella sua autenticità. Nel giro di pochi anni furono eliminate strutture incongrue, riparati edifici compromessi e riaperti passaggi da tempo chiusi.

Se nel 2002 solo un terzo del sito era visitabile, nel 2018 l’accessibilità era salita a quasi l’ottanta percento. L’apertura del Giardino di Qianlong rappresenta dunque un nuovo capitolo nel processo di rinascita che ha ridefinito il ruolo del museo nella cultura cinese contemporanea.

Una testimonianza del valore della memoria imperiale

Interno restaurato del Giardino Qianlong, Città Proibita, Pechino
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Magnifico interno del giardino restaurato Qianlong

Il significato simbolico del giardino è stato riconosciuto anche dalle massime autorità del Paese. In occasione delle celebrazioni per il centenario del Museo del Palazzo, il Presidente Xi Jinping ha visitato il complesso e sottolineato come esso costituisca una delle più alte espressioni della civiltà cinese e un punto di riferimento imprescindibile per la conservazione della memoria nazionale.

Le sue parole hanno rafforzato il valore della riapertura del giardino come esempio di tutela del patrimonio, ponendo le basi per futuri interventi, tra cui la prevista restaurazione della Sala della Coltivazione Mentale, altro luogo legato alla storia dei sovrani Qing.

Autore
SiViaggia.it

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