Restauro e mostra di un capolavoro. Il viaggio della Pietà di Giovanni Bellini da Rimini a Venezia
- Postato il 26 agosto 2025
- Arte Moderna
- Di Artribune
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Inizierà a fine agosto il viaggio della Pietà di Giovanni Bellini (Venezia, 1427/1430 – 1516) dalle sale espositive del Museo della Città di Rimini, dove è conservata, verso la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia. Qui, grazie al finanziamento della Fondazione Venetian Heritage Onlus, sarà eseguito un importante intervento di restauro conservativo, che consentirà al capolavoro quattrocentesco di tornare allo splendore originale.
Una delle più famose Pietà di Bellini
Nonostante si tratti di una di molte tele dell’artista veneziano dedicate al tema della pietà, quella datata intorno al 1470-5, e nota anche come Cristo morto con quattro angeli, è considerata una tra le più importanti opere mai realizzate da Bellini, insieme a quella conservata a Brera. L’opera – che mostra il corpo del Cristo su fondo nero, dando l’impressione di un altorilievo, con quattro angeli che ne contemplano la figura – viene dal Tempio Malatestiano di Rimini: è ricordata da Giorgio Vasari come commissionata da Sigismondo Malatesta, anche se oggi è considerato più probabile che il committente sia stato il nipote Carlo, condottiero al servizio della Serenissima fino al 1480 e confratello (come Bellini) della Scuola grande di San Marco.

Il restauro della Pietà riminese di Bellini
Il restauro sarà eseguito dalla Cbc-Conservazione Beni Culturali, società che si è già occupata delle indagini preliminari diagnostiche condotte la scorsa primavera sempre dietro sostegno della Fondazione Venetian Heritage. L’organizzazione no profit, attiva da più di 25 anni nella promozione e salvaguardia del patrimonio artistico veneto, ha stanziato per l’interno progetto della Pietà più di 37mila euro.
La mostra dossier su Bellini in arrivo a Venezia
Alla fine delle operazioni di restauro, che si concluderanno indicativamente a ottobre, l’opera prolungherà la sua permanenza a Venezia tenendo il posto d’onore di una mostra ‘dossier’ negli spazi della Galleria Giorgio Franchetti, sempre finanziata da Venetian Heritage e promossa dalla Direzione Regionale Musei Nazionali Veneto.
“Si concretizza una importante operazione”, ha detto l’assessore alla Cultura di Rimini Michele Lari, “che non solo permetterà di valorizzare una delle principali opere del nostro patrimonio museale che la città conserva, ma ci consente allo stesso tempo di rafforzare rapporti di collaborazione e scambio con realtà importanti quali Fondazione Venetian Heritage e Musei Nazionali Veneto, strategici anche per affermare il ruolo di Rimini come città d’arte”. Diversi sono gli interventi che, nel corso degli anni, hanno dato alla città romagnola una centralità aristico-culturale di livello nazionale: dal rinato Fellini Museum, tra Castel Sismondo e Palazzo Valloni, al sistema dei PART – Palazzi dell’Arte di Rimini (con annesso giardino di sculture), passando per i classici Museo della Città e Domus del Chirurgo, la città ha un sistema-musei in costante aggiornamento, che certo può beneficiare di nuove alleanze e scambi.
Giulia Giaume
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