Reset, Munno: «Gogna mediatica di 1050 giorni»

  • Postato il 19 luglio 2025
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Reset, Munno: «Gogna mediatica di 1050 giorni»

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COSENZA – Assolti “perché il fatto non sussiste”: Marcello Manna e Pino Munno, rispettivamente ex sindaco ed ex assessore ai Lavori pubblici di Rende, escono di scena dal processo “Reset” che li aveva coinvolti, in primo grado, con pesanti accuse relative al presunto scambio politico-mafioso con i clan di ‘ndrangheta locali e che avevano portato allo scioglimento per mafia del Consiglio comunale. All’indomani del verdetto del Tribunale di Cosenza, cui va aggiunta una sfilza di altre assoluzioni – oltre la metà degli imputati che avevano scelto il rito ordinario -, l’ex primo cittadino rendese, che già ieri aveva rotto il silenzio dalle colonne del Quotidiano del Sud (LEGGI), ha ribadito dai propri canali social il suo stato d’animo, l’«emozione, la commozione», ma anche il peso di «anni difficili» trascorsi «sotto attacco, travolto da un processo mediatico che ha cercato di farmi a pezzi prima ancora che un giudice potesse esprimersi». «Io ho scelto il silenzio, la dignità, la fiducia nella giustizia – ha aggiunto Manna -. E ora quella fiducia è stata ripagata».

Anche Munno, ieri, ha scelto di parlare dopo anni di silenzio di quella che ritiene «un’ingiustizia subìta, scoraggiato per le accuse infondate che mi sono state rivolte, amareggiato per il processo mediatico che ho subìto, sconfortato per tutto il male gratuito di cui io e la mia famiglia siamo stati vittime». E «dentro di me però – va avanti Munno – ho sempre mantenuto un barlume di speranza, avevo ancora fiducia nella giustizia e nei giudici, ho sempre voluto credere che la verità sarebbe uscita fuori e finalmente ieri questo è avvenuto».

Una gioia mista, tuttavia, ad amarezza perché – ha sottolineato Munno – a causa di maxi-inchieste come quella di “Reset” che puntualmente vengono ridimensionate con raffiche di assoluzioni, la città di Rende è stata condannata ingiustamente a due anni di commissariamento e nessuno sarà responsabile per i danni enormi provocati».

Ed è proprio quest’ultimo l’aspetto che, più di tutti, fa discutere, e sul quale è intervenuto anche l’avvocato di Munno, Gianluca Garritano, il quale, con una nota, ha annunciato di stare valutando, in futuro, il ricorso alla Cedu perché «la legge italiana non prevede alcuna forma di risarcimento e/o di responsabilità nel caso in cui le cause che hanno determinato lo scioglimento di un Comune siano poi risultate totalmente infondate dall’autorità giudiziaria procedente». «Chiaramente siamo assolutamente soddisfatti dell’assoluzione perché il fatto non sussiste», ha dichiarato l’avvocato Garritano, senza celare il rammarico per «l’ennesimo maxi-processo terminato con più assoluzioni rispetto alle condanne. Noi penalisti da tempo chiediamo interventi legislativi che effettivamente tutelino il princìpio del giusto processo e della presunzione d’innocenza».

Proprio la Camera penale, presieduta dall’avvocato Roberto Le Pera, che ha da sempre sostenuto l’innocenza di Manna, ieri ha diffuso un documento nel quale punta il dito contro «i 1050 giorni di gogna mediatica» trascorsi dalla maxi operazione “Reset”: «L’avvocato Marcello Manna non è stato “solo assolto” – chiosano i penalisti cosentini -. L’avvocato Marcello Manna è innocente».

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