Renzi e i suoi primi 50 anni, festa a base di pappa al pomodoro e una fase nuova

  • Postato il 10 gennaio 2025
  • Di Agi.it
  • 1 Visualizzazioni
Renzi e i suoi primi 50 anni, festa a base di pappa al pomodoro e una fase nuova

AGI - "Ho vinto uno scudetto da capocannoniere, ora posso stare anche in panchina purché vinca la squadra". Parole, quelle di Matteo Renzi, che arrivano nel momento in cui il leader di Italia Viva si appresta a festeggiare il cinquantesimo compleanno. Lo farà domani durante un evento a Firenze, un pranzo a base di pappa al pomodoro, in cui verrà lanciata anche una nuova proposta per l'alternativa al governo di centrodestra. "Quello che è chiaro", spiega Renzi intervistato dall'AGI, "è che il centro è decisivo. Lo sa anche Meloni, per questo mi attacca. Per parafrasare De Gasperi, quando il centro guarda a sinistra i numeri non sono più quelli che ci si immagina".

Rimane il problema delle frizioni, dei veti e dei sospetti incrociati all'interno del centrosinistra. Ostacoli superabili?

"Se vuoi vincere le elezioni con questa legge elettorale, devi stare insieme. Se c'è il proporzionale, via libera per tutti. Ma con il maggioritario, non puoi che fare due schieramenti".

Una lezione che nel campo avversario è stata capita.

"Meloni è molto fortunata. Non ha la maggioranza degli elettori. Ha il trenta per cento. Altri leader prima di lei vincevano con il 40 per cento. La grande forza di Meloni è la debolezza degli altri. In Italia Meloni vince perché il centrosinistra è diviso. In Europa è influente perché Francia e Germania sono in crisi".

Il traguardo dei cinquant'anni è anche un momento di bilanci. Rimpianti? Buoni propositi?

"Rimpianti no, errori sì. Ma quelli vanno fatti. L'elenco è tutt'altro che banale nel mio caso. Ho fatto scelte azzardate quando stavo al governo, ma se fossi stato prudente non sarei mai arrivato a Palazzo Chigi. Del senno del poi, come si dice, son piene le fosse. Per quello che riguarda i buoni propositi, non so se i miei siano buoni o meno, ma ho vissuto per sei anni con un procedimento giudiziario sulle spalle. Per mille giorni di governo ho vissuto sei anni di indagini. Per me adesso finisce il tempo dello zen, voglio tornare a fare politica in prima linea".

Una fase zen segnata anche, come ricorda spesso, dagli attacchi dei suoi avversari politici. Ci sono state esperienze della sua gioventù che l'hanno aiutata ad affrontare quel momento?

"I boy scout e il periodo dell'arbitraggio sono state le due esperienze che mi hanno insegnato di più. Quando mi sento deriso e attaccato, ricorro al ricordo di quando arbitravo in Garfagnana. È stato allora che ho imparato a prendere decisioni senza tornare indietro, a non rimangiarmele. Dagli scout ho appreso il concetto della strada, del sentiero da percorrere, del cammino e della salita. Del fatto che per avanzare occorre fare un passo dopo l'altro. Con il rischio di inciampare, certo. Ma l'alternativa è rimanere fermi". 

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti