Rende, Moda Movie: Mirko Perri conquista il Premio Cinema 2025

  • Postato il 17 giugno 2025
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Rende, Moda Movie: Mirko Perri conquista il Premio Cinema 2025

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Alla 29ª edizione del festival Moda Movie, il sound designer calabrese Mirko Perri si è aggiudicato il Premio Cinema 2025: «Per la prima volta ho ricevuto un riconoscimento nella mia terra». Con all’attivo nove candidature e quattro David di Donatello, ha collaborato con registi di fama internazionale del calibro di Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Matteo Rovere, Gabriele Mainetti e Sydney Sibilia. Tutti i dettagli e le curiosità nell’intervista.


RENDE (COSENZA) – Dietro ogni grande film si nasconde una storia invisibile, ma palpabile. Una storia fatta di respiri trattenuti, silenzi carichi di tensione, battiti che vibrano sotto la superficie. Ed è proprio lì che entra in gioco Mirko Perri: sound designer, supervisore alla post-produzione audio e socio fondatore dello studio InHouse di Roma. Nove candidature ai David di Donatello, quattro premi conquistati. E il recente trionfo con il Premio Cinema 2025 alla 29ª edizione del Festival Moda Movie, un riconoscimento che ha avuto il sapore speciale di un ritorno nella sua amata Calabria. Una carriera forgiata da pura passione, feroce ostinazione, sana audacia e un pizzico di fortuna, come ama raccontare lui stesso. I suoi occhi azzurri, limpidi come il mare che bagna la sua terra natale, riflettono la purezza di un’anima curiosa.

Nella sua voce si percepisce la calma profonda di chi sa ascoltare oltre il frastuono del mondo, e l’ironia gentile di chi ha imparato a non prendersi mai troppo sul serio. Mirko Perri non è il volto in prima fila sul red carpet. Ma è il suono che resta quando le luci si spengono. La vibrazione che emoziona, il silenzio che commuove. L’anima sonora di film come “Dogman”, “Veloce come il Vento”, “Il Primo Re”, “Io Capitano”.

A 19 anni, da Lamezia Terme arriva a Roma con una valigia carica di sogni, un diploma scientifico in tasca e un desiderio ardente di suonare. Dopo aver provato a costruire una carriera musicale, si è fermato con una sincerità disarmante: riconoscendo che non sarebbe mai riuscito a sfondare come musicista, ha scelto di cambiare rotta. È stato allora che l’universo dell’audio lo ha rapito con la sua complessità, la sua bellezza e le sue infinite sfumature che in pochi riescono a percepire. Scopre così un talento raro, quello di sentire ciò che ancora non esiste. Nel suo studio, il silenzio non è vuoto: è materia prima. Ed è lì che le emozioni si scolpiscono in decibel. Mirko costruisce paesaggi sonori che parlano al cuore e alla pelle.

Se il suono potesse essere una carezza, un pugno nello stomaco, un sussurro nell’anima…  lui saprebbe perfettamente come plasmarlo. Da quella scintilla, oggi, è una delle voci più riconosciute della post-produzione audio italiana. Abbiamo incontrato Mirko Perri in occasione del festival Moda Movie, nella serata tenutasi all’Olimpo di Rende, dove gli è stato conferito il prestigioso premio Cinema 2025. Il riconoscimento è stato consegnato da Sante Orrico, patron della kermesse che da 29 anni celebra i talenti della moda, del cinema e delle arti, e dal maestro orafo di fama internazionale Gerardo Sacco: due figure che incarnano passione ed eccellenza, proprio come Mirko nel suo lavoro. In questa intervista, il sound designer calabrese ci ha aperto le porte di un universo nascosto, fatto di intuizioni fulminanti, tecnica raffinata e suoni che lasciano il segno.

Mirko Perri, lei è uno dei sound designer più stimati d’Italia. Cosa ha significato ricevere un premio nella sua terra d’origine?

«È stata una grandissima emozione. Per la prima volta ho ricevuto un riconoscimento proprio qui, dove sono nato. È davvero importante per me. Questo lo rende ancora più speciale».

Il sound design è una componente invisibile, ma fondamentale del cinema. Come spiegherebbe il suo lavoro a chi non conosce questo mestiere?

«È difficile da definire, perché il nostro lavoro funziona meglio quando non si sente. Quando l’ascolto è naturale, spontaneo. Il pubblico spesso crede che i suoni vengano registrati dal vivo sul set, ma in realtà gran parte viene ricostruita in post-produzione. Il mio compito è proprio questo: creare e sincronizzare un universo sonoro coerente con l’immagine, una volta che il film è montato».

Quanto contano intuito e tecnica nel costruire un paesaggio sonoro che arrivi dritto allo spettatore?

«Entrambi sono fondamentali. L’immagine ci guida, ma poi entra in gioco l’interpretazione. È un po’ come tradurre: se tre persone traducono lo stesso testo, otterrai tre risultati diversi. Ecco, il mio lavoro è tradurre ciò che vediamo in emozioni che si ascoltano».

Mirko Perri, lei ha lavorato con registi di fama internazionale come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Matteo Rovere, Gabriele Mainetti e Sydney Sibilia. C’è un progetto che l’ha messa maggiormente alla prova?

«Tutti, in modo diverso. Ogni film ha le sue sfide, perché ogni regista ha desideri e visioni uniche. Il mio compito è interpretare le loro intenzioni, capirli, anche quando non le esprimono apertamente».

Un aneddoto o qualche curiosità da backstage?

«Ce ne sarebbero a decine… ma non li scoprirete mai!» (ride, ndr).

Mirko Perri, quale consiglio darebbe a chi sogna di lavorare nel sound design?

«Formarsi, frequentare le scuole di cinema, ma soprattutto avere passione. Tanta passione. A vent’anni avevo intrapreso un percorso fuori dagli schemi, non istituzionale. È un mondo difficile, spesso chiuso, quasi elitario. Ma se resti concentrato, se non molli mai, prima o poi qualcosa accade. La motivazione è tutto. Senza, non vai da nessuna parte».

Progetti futuri? Cosa bolle in pentola?

«Sto lavorando al nuovo film di Paolo Sorrentino ma niente spoiler (sorride, ndr)».

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