Regione, il presidente Bucci ha prestato giuramento in Consiglio: “È l’inizio di un nuovo cammino per la Liguria”

  • Postato il 26 novembre 2024
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Primo consiglio regionale con Marco Bucci presidente

Liguria. Poco prima del giuramento solenne in aula al termine della prima seduta del Consiglio regionale dopo le elezioni, il nuovo presidente della Liguria Marco Bucci ha dichiarato: “È l’inizio di un nuovo cammino per la nostra Regione”.

“Emozionato? No, no”, aveva dichiarato con un sorriso a mezza bocca ai cronisti che lo attendevano nel transatlantico. E poi un aneddoto personale: “È il compleanno di mia moglie oggi. Stamattina mi sono pure dimenticato, però le ho mandato un WhatsApp, quindi insomma, qualcosa ho fatto. Stasera mi sa che dovrò riparare”.

Un appuntamento formale sulla carta, che invece ha registrato un episodio di tensione politica a pochi istanti dall’inizio dei lavori. Protagonisti i consiglieri di minoranza che sono arrivati in ritardo, lasciando i banchi dell’opposizione totalmente vuoti. “Una gran brutta figura”, sottolinea più volte il governatore parlando coi giornalisti al termine. Un altro piccolo caso si è aperto all’interno del centrodestra: Stefano Balleari di Fratelli d’Italia è stato eletto presidente come previsto, ma con un voto in meno rispetto a quelli totali della maggioranza.

La presentazione della giunta e del programma di governo è in programma per la prossima settimana. Nello stesso giorno, il 3 dicembre, a Tursi si formalizzerà la decadenza da sindaco. Ma intanto il primo discorso di Bucci è già un manifesto politico: “Abbiamo un obiettivo comune: costruire una Liguria migliore. È l’obiettivo di tutti noi, anche se abbiamo idee diverse: siamo tutti convinti che vogliamo fare qualcosa di meglio nei prossimi cinque anni di quello che abbiamo oggi. Le porte del mio ufficio saranno sempre aperte per tutti e invito tutti, opposizione e cittadini, a proporre dicendo sì a qualcosa. Prometto che ci sarà rispetto e ascolto per tutti”.

bucci consiglio regionale

Non mancano alcuni passaggi velati di autocritica: “Vogliamo che ci sia dibattito, vogliamo che si possa parlare, forse non urlare, sono il primo a essere colpevole. Ma alla fine dobbiamo prendere decisioni, è un grande dovere che abbiamo nei confronti dei cittadini. Talvolta non saranno quelle giuste, può succedere, ma in poco tempo dobbiamo essere in grado di prendere quella giusta. Penso sia nostro dovere non essere miopi e non rimandare decisioni difficili”.

E ancora: “Il mio appello è semplice: mettiamoci al servizio della Liguria con coraggio, determinazione, anche grinta e umiltà, lo dico anche a me stesso. Alla fine chi è umile vince più di chi è superbo”. In un altro passaggio ha sottolineato: “Essere in questa sala è un privilegio. Non possiamo dare per scontata la fiducia dei cittadini: talvolta non sono contenti di quello che facciamo, allora dobbiamo pensarci e fare in modo che questo pensiero sia nelle nostre azioni”.

Quindi il giuramento secondo la formula prevista dallo Statuto: “Giuro di essere fedele alla Costituzione della Repubblica, allo Statuto della Regione Liguria e alle sue leggi, e di esercitare l’incarico di presidente della giunta regionale nell’interesse della Regione, della comunità ligure e dei suoi cittadini“. L’intervento è stato accolto con una standing ovation dalla maggioranza, mentre nei banchi dell’opposizione sono rimasti tutti seduti e solo i consiglieri del Pd hanno accennato un applauso. 

Aula consiglio regionale generica

Il giuramento di Bucci

“Mi rivolgo a tutti con grande senso di responsabilità – ha detto Bucci – è l’inizio di un nuovo cammino per la nostra Regione. Essere in questa sala è un privilegio, sono certo che i cittadini hanno riposto questo privilegio in noi e noi abbiamo il dovere di rapportarci a loro 365 giorni all’anno, perché sono loro che ci hanno portato qui e noi abbiamo il dovere di servirli. Questo consiglio è il cuore della democrazia e noi dobbiamo essere da esempio nei confronti dei cittadini che vedono in noi coloro che guidano il sistema”.

“Non possiamo dare per scontata questa fiducia – ha detto Bucci – dobbiamo fare in modo che questo pensiero sia nelle nostre azioni, con la consapevolezza che sono i cittadini che determinano se si è fatto bene o male. La diversità è sempre un valore, va molto bene che ci siano idee diverse e vogliamo che qui dentro ci sia sempre un confronto e che ci si possa parlare, e non urlare. Sono io il primo ad essere colpevole, ma dobbiamo fare in modo che il confronto ci sia e che alla fine si prendano le decisioni giuste in poco tempo”. “Costruire una Liguria migliore è un obiettivo di tutti – ha continuato Bucci – al di là della differenza di opinioni o ideologie, tutti siamo convinti di fare qualcosa di meglio di quello che c’è oggi. Ognuno di noi rappresenta un pezzo della Liguria e non dobbiamo mai dimenticarcelo, perché la Liguria è composta di realtà differenti e venire da territori diversi è un valore e dobbiamo valorizzarlo”.

Bucci si è rivolto a tutti i consiglieri con l’appello a “tradurre con azioni la volontà di fare bene per creare un futuro migliore per la Liguria che ha bisogno di scelte ambiziose e coraggiose che ci portino a un livello migliore di quello che abbiamo oggi, per riuscirsi serve grinta, determinazione, coraggio e fiducia: la stessa che chiediamo ai cittadini”.

“Non possiamo stare fermi perché le cose vanno veloci – ha ricordato il presidente della Regione Liguria – dobbiamo costruire le basi per una Liguria che sarà la casa delle generazioni future, perché abbiamo il dovere di pensare ai nostri figli e nipoti e a chi verrà dopo. Non siamo qui solo per 5 anni, ma siamo qui perché nel nostro lavoro c’è anche il futuro dei prossimi 10, 15, 20 anni. Se non facessimo qualcosa che riguarda il futuro a lungo termine faremmo un danno. E’ nostro dovere non essere miopi e non rimandare le decisioni difficili”.

Bucci ha concluso dicendo che “siamo qui per decidere e se rimandiamo facciamo solo un danno. Per questo le porte del mio ufficio saranno sempre aperte per tutti, come è stato quando ero sindaco, perché tutti hanno il diritto di proporre le loro idee”.

Il nuovo ufficio di presidenza e il caso Balleari

Nessuna sorpresa: Stefano Balleari è il nuovo presidente del Consiglio regionale della Liguria, mentre Roberto Arboscello del Pd è il vicepresidente. Ma il risultato della votazione a scrutinio segreto è stato leggermente diverso dalle aspettative: l’esponente di Fdi ha ottenuto 17 preferenze (una in meno rispetto ai 19 della maggioranza più Bucci), il consigliere dem 14 (una in più). Evidentemente qualcuno nel centrodestra ha votato “contro”. Un esito che ha prodotto subito fitti conciliaboli tra le fila del centrodestra per capire cosa fosse accaduto. Come da programma, poi, è stato eletto consigliere segretario Angelo Vaccarezza di Forza Italia. Bocche cucite dopo il consiglio ma subito dopo è stata convocata una riunione di maggioranza. E, a quanto trapela, il presidente Bucci non ha gradito.

Primo consiglio regionale con Marco Bucci presidente

Nella giunta delle elezioni, eletta all’inizio della seduta, ci sono Matteo Campora (Vince Liguria), Carlo Bagnasco (Forza Italia), Sara Foscolo (Lega) per la maggioranza; Simone D’Angelo (Pd) e Stefano Giordano (M5s) per l’opposizione.

“Le discussioni e i dibattiti potranno essere talvolta anche molto duri e animati. Mi auguro, però che, pur nella vivacità della dialettica politica, non si travalichino i limiti della correttezza e del rispetto reciproco. Di questo sarò garante – ha detto Balleari nel suo primo discorso all’aula -. Allo stesso modo, mi auguro che polemiche sterili e strumentali restino fuori da quest’aula per lasciare spazio alla concretezza, alla serietà e al pragmatismo che ci chiedono i liguri. Non dirò mai che va tutto bene se così non sarà. Ma allo stesso tempo, farò in modo che i risultati che quest’aula riuscirà a ottenere, vengano divulgati e valorizzati. Un albero che cade, va sempre segnalato. Ma non può far più rumore di una foresta che cresce”.

Minoranza in ritardo, Bucci: “Vergogna”

Poco dopo le 11.00, orario di convocazione, il consigliere anziano Giovanni Boitano ha dato inizio ai lavori anche se i banchi della minoranza erano completamente vuoti. Il governatore, ha subito perso le staffe: “È un comportamento inaccettabile nei confronti dei liguri, non si arriva in ritardo”. Poi, appena hanno iniziato a entrare alla spicciolata i consiglieri dell’opposizione, ha rincarato la dose ed è scaturito un breve diverbio con Federico Romeo che oggi fungeva da vicepresidente temporaneo in qualità di eletto più giovane: “Vi dovete vergognare”. La replica: “La vergogna te la puoi tenere”.

Ma cosa è successo? “Eravamo in riunione di minoranza”, spiega la consigliera Selena Candia di Alleanza Verdi Sinistra. “L’ascensore era pieno”, aggiunge Armando Sanna, nuovo capogruppo del Pd. Visibile l’imbarazzo dell’opposizione che ha occupato i banchi a consiglio già iniziato.

 

Del resto il presidente, parlando coi giornalisti fuori dall’aula, aveva chiarito: “Si comincia alle 11, punto. So che ci sono abitudini che non mi piacciono, ma cercheremo di metterle a posto, assolutamente“. E dopo la seduta ha ribadito: “Forse qualcuno era abituato ad arrivare con mezz’ora di ritardo, qui non funziona così: se vai a fare un esame devi arrivare in orario. Dev’esserci rispetto per il consiglio regionale. C’è qualcuno che è arrivato da molto più lontano ed era puntuale”. 

Il programma delle prossime settimane

“Sanità, infrastrutture e lavoro” sono le priorità fissate da Bucci. “Oggi pomeriggio faremo il decreto per la giunta e i consiglieri delegati. La giunta sarà operativa ufficialmente da venerdì prossimo”, conferma. I primi atti amministrativi da portare in aula, come aveva anticipato il presidente, saranno le delibere con la nomina dei tecnici della sanità. La prima legge da portare in consiglio? “Quella per i sottosegretari”.

“Non penso che faremo una variazione di bilancio alla fine dell’anno – ha precisato Bucci -. Devo ancora vedere tutti i numeri del bilancio, ho visto solo la sanità che è la più urgente. I numeri li avrete tra un paio di settimane. Il bilancio Sarà chiuso bene, quindi non anticipo nessun problema, contrariamente ad altri che giocano con informazioni false. Mi dispiace molto che si continui a mandare in giro informazioni false”.

Il consiglio regionale sarà sempre di martedì, ma è probabile che la presidenza di Bucci lascerà qualche impronta, a parte la puntualità sull’orario di inizio: “Una seduta alla settimana sì, una votante al mese no, nel senso che noi voteremo quando necessario votare. Se c’è una cosa urgente da fare si fa punto e basta. Quando bisogna votare si vota, quando bisogna parlare si parla”.

Orlando non scioglie la riserva

Seduto ai banchi dell’opposizione (in ritardo, come tutti gli altri) anche il candidato sconfitto Andrea Orlando. Alla fine della seduta, pressato dai giornalisti, non ha rilasciato interviste: “Devo attenermi alle disposizioni del partito“. Poi, parlando informalmente ad ad alcuni media tra cui l’agenzia Dire, ha aggiunto: “Ho già deciso, ma formalizzerò la decisione tra due o tre giorni, appena finite tutte le comunicazioni con il partito”. La sensazione è che alla fine sceglierà di restare in Liguria, anche per gestire la delicata fase delle elezioni comunali del 2025 a Genova, sebbene la segretaria Elly Schlein vorrebbe che tornasse in Parlamento. Se invece dovesse rinunciare al suo seggio, in base al complesso meccanismo di assegnazione, lascerebbe il posto a un altro dem savonese, Giorgio Cangiano.

Come cambiano gli equilibri

Col giuramento in Consiglio inizia ufficialmente l’era di Marco Bucci in Regione e finisce definitivamente quella di Giovanni Toti a quattro mesi dalle sue dimissioni. Quelli che un tempo erano gli arancioni fedeli all’ex governatore si sono accasati in altre forze politiche. L’unico dei suoi sarà l’assessore Giacomo Giampedrone, riconfermato in squadra nonostante la sfortunata esclusione post elezioni. Nessun ripescaggio invece per Jessica Nicolini, storica portavoce di Toti, arrivata terza a fronte di due seggi conquistati da Vince Liguria nella circoscrizione genovese e tagliata fuori dal mancato ingresso di Matteo Campora in giunta.

A proposito di giunta, quattro assessori scelti da Bucci per ora siedono tra i banchi del consiglioSimona Ferro e Luca Lombardi di Fratelli d’Italia, Alessandro Piana della Lega, Marco Scajola di Forza Italia. Con la nomina formale dovranno dimettersi da consiglieri, secondo una prassi consolidata già nell’era Toti. In questo modo scatterà il seggio per i primi esclusi: rispettivamente Lilli LauroVeronica RussoArmando Biasi Chiara Cerri.

Dal punto di vista degli equilibri politici, il centrodestra ha un consigliere in meno rispetto alla scorsa legislatura (sono 18, contando anche Bucci che ha diritto di voto) ed è meno evidente il traino della componente civica che esprime 6 pedine suddivise in due liste (la Lista Toti ne aveva 8 a inizio mandato). La Lega vede dimezzati i propri consiglieri (da 6 a 3), Forza Italia triplica (da 1 a 3), Fratelli d’Italia quasi raddoppia (da 3 a 5). Guardando alle singole forze politiche è palese lo strapotere del Pd che ha quasi il monopolio della minoranza con 8 consiglieri su 12 (erano 6 su 11), che salgono a 9 contando pure Orlando. Il M5s è ulteriormente ridimensionato (da 2 a 1), Alleanza Verdi Sinistra e Lista Orlando insieme pesano quanto la Lista Sansa (3 consiglieri).

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Il Vostro Giornale

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