Regione Basilicata, rispunta il mini-vitalizio
- Postato il 18 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Regione Basilicata, rispunta il mini-vitalizio

Regione, rispunta il mini-vitalizio in Basilicata, tra gli emendamenti al collegato di bilancio spuntano le “indennità differite” per gli ex consiglieri. Versando 520 euro al mese per 5 anni ne avranno 600 dai 65 anni in poi.
POTENZA – Ci sono i mini-vitalizi tra i regali che i consiglieri regionali lucani si apprestano a scartare, a Natale. E’ stata ufficializzata ieri sera, infatti, la proposta della maggioranza per una modifica del sistema previdenziale per i componenti del parlamentino lucano. L’emendamento in questione dovrebbe essere discusso oggi stesso assieme al collegato di bilancio e prevede l’introduzione di un’«indennità differita» come quella approvata a marzo dal Consiglio regionale lombardo.
Gli eletti di via Verrastro, quindi, potranno ottenere una pensioncina di circa 600 euro al mese, dai 65 anni in poi, versando appena 520 euro al mese, integrati dalle casse Consiglio con altri 1.430 euro al mese, per i 5 anni di mandato consiliare. Inoltre in caso di doppi, tripli o quadrupli mandati, sempre a fronte del versamento dei 520 euro mensili, potranno ottenere 1.200, 1.800, o 2.400 euro al mese e con 5 anni di anticipo, al compimento del 60simo anno d’età.
IL “TESORETTO” E L’AZZERAMENTO DELLA CONTRIBUZIONE
Fin qui si tratta grosso modo del modello lombardo tale e quale. La spolverata di peperone crusco, però, sta in un secondo emendamento sul tema, che punta ad azzerare la contribuzione a carico dei consiglieri in carica. Dal 2018, infatti, le indennità dei membri del parlamentino lucano vengono decurtate del 10%, circa 590 euro al mese, per alimentare un fondo con cui l’ufficio di presidenza del Consiglio avrebbe dovuto finanziare progetti ritenuti meritevoli, in vari settori.
Sul finire delle scorsa legislatura e per tutta l’attuale, però, l’ufficio di presidenza guidato dall’ex governatore Marcello Pittella (Azione) non ha mai deciso che fare di questo tesoretto. Ecco allora la possibilità, prevista da questo secondo emendamento, di utilizzare questo 10% prelevato dalle indennità mensili di ogni consigliere come contribuzione per maturare il diritto alla nuova «indennità differità».
RETROATTIVITÀ E RENDITA A CARICO DEL CONTRIBUENTE
Nel testo che oggi sarà discusso in aula è prevista anche l’applicazione retroattiva della stessa, per allargare la platea dei beneficiari a chiunque sia stato seduto sugli scranni dell’aula Dinardo dall’abrogazione dei vitalizi veri e propri.
Sicché un consigliere in carica tra il 2013 e il 2018, per esempio, potrebbe ottenere un’«indennità differita» di 600 euro al mese, dai 65 anni in poi, versandone appena 31mila. Un investimento ad altissima remuneratività, se si considera che in meno di 5 anni si dovrebbe ripagare da solo, assicurando all’ex consigliere, per i successivi, una rendita completamente a carico del contribuente.
IL QUADRO STORICO: DALL’ABOLIZIONE AL RITORNO DEI PRIVILEGI
In Basilicata, come in Parlamento e nel resto delle regioni, il vitalizio propriamente inteso, calcolato in rapporto all’indennità di un consigliere in carica, era stato abolito per gli eletti che al 2013 non avevano già accumulato 5 anni di mandato. Inoltre nel 2020 il Consiglio regionale in carica aveva esteso il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, già previsto per i consiglieri eletti dal 2013 in poi, anche ai loro predecessori, alleggerendo non poco il peso degli assegni elargiti.
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