Regione Basilicata, per Bardi due assessori in più
- Postato il 9 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Regione Basilicata, per Bardi due assessori in più
IL GOVERNO moltiplica le poltrone e fa un regalo politico alla Basilicata: nei giorni scorsi, infatti, l’aula del Senato ha approvato un disegno di legge firmato dai capigruppo della maggioranza, che consentirà a una regione piccola o media di aumentare il numero dei propri assessori e il governatore forzista Vito Bardi avrà così la possibilità di portare da cinque a sette il numero dei membri della sua giunta. Due componenti a cui potrà affidare deleghe per portare avanti l’azione amministrativa con una squadra allargata e, nel contempo, “accontentare”, politicamente parlando, le diverse anime della coalizione a suo supporto.
Resta da capire se ci sarà un aumento di costi per le casse regionale o se l’operazione sarà ad invarianza di spesa (il ddl al momento non lo prevede, ma può essere ancora emendato). Il provvedimento, licenziato con 71 favorevoli, 16 contrari e 30 astenuti, adesso per diventare legge a tutti gli effetti dovrà essere approvato in seconda lettura da parte dell’aula di Montecitorio. Una regione piccola, come la Basilicata di Bardi, potrà così avere qualche assessore in più: si stabilisce, nello specifico, che il numero massimo degli assessori potrà essere “aumentato di due unità” nelle regioni che hanno una popolazione sotto 1 milione di abitanti e in quelle che arrivano a 2 milioni.
Il provvedimento, che si compone di due articoli, introduce anche una certa flessibilità nella legge che stabilisce il numero dei consiglieri regionali sulla base della popolazione. “Il numero dei consiglieri regionali precedentemente previsto è mantenuto qualora la popolazione si riduca o aumenti entro il limite del 5 per cento”, recita il testo del centrodestra. Il comma 1, inoltre, interviene sulla disciplina relativa al numero massimo degli assessori regionali, “consentendo sia alle Regioni con popolazione fino a un milione di abitanti, sia a quelle con popolazione fino a 2 milioni di abitanti di incrementare fino a due unità il numero massimo degli assessori, mantenendo comunque invariato il principio generale di proporzionalità rispetto al numero dei consiglieri stabilito dal medesimo articolo 14 del decreto-legge n. 138 del 2011. Tale principio prevede infatti che il numero massimo degli assessori sia pari o inferiore a un quinto del numero dei componenti del Consiglio, con arrotondamento all’unità superiore. Si precisa altresì che il Presidente della Giunta regionale continua a essere incluso nel numero dei consiglieri regionali ai fini di questo calcolo”.
Il merito è di un provvedimento voluto dai partiti che sostengono il governo di Giorgia Meloni. Le nuove norme riguardano soprattutto aree della penisola guidate da giunte di centrodestra. In base a quanto previsto nel testo, sono dieci le amministrazioni regionali interessate al provvedimento: Basilicata, Calabria, Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige, Umbria, Molise e Valle d’Aosta. Di queste soltanto tre regioni non sono targate centrodestra: l’Umbria è guidata dall’ex primo cittadino di Assisi, Stefania Proietti, sostenuta da una coalizione di centrosinistra, la Sardegna guidata dall’esponente del Movimento Cinquestelle, Alessandra Todde, e la Valle d’Aosta governata da Renzo Testolin, esponente del partito di ispirazione autonomista, Union Valdôtaine.
Ma non è tutto. Una norma del provvedimento abroga a sua volta una norma della legge sull’inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, dando il via libera alla possibilità per chi ha ricoperto incarichi politici o amministrativi a livello regionale di assumere incarichi amministrativi di vertice della regione; incarichi dirigenziali nell’amministrazione regionale; incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale; incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale.
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