Regionali, le ricette per la sanità. Bucci: “Esami 20 ore al giorno”, Orlando: “Pagare di più i medici”

  • Postato il 24 settembre 2024
  • Copertina
  • Di Genova24
  • 4 Visualizzazioni
bucci orlando

Genova. Dal futuro di Alisa alle liste d’attesa, passando per le fughe fuori regione e il debito pubblico, quello della sanità è senza ombra di dubbio uno dei temi roventi della campagna elettorale: Andrea Orlando, candidato del centrosinistra, pensa che sia necessaria una tabula rasa dei nove anni di governo Toti ma anche Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato del centrodestra, ha dichiarato che sul fronte sanitario bisogna cambiare qualcosa.

Prendono forma, giorno dopo giorno, le proposte e le riflessioni. E a ogni dichiarazione di una parte politica corrisponde un’altra dichiarazione, più o meno contraria, più o meno critica, dell’altra parte. Così nelle ore in cui Orlando parla di “sempre più liguri vanno a curarsi fuori dalla nostra regione” e della necessità di “investire sulla sanità pubblica, pagare adeguatamente medici e infermieri, abbattere le liste d’attesa”, Bucci replica all’avversario accusa di scarsa pragmaticità: “Non sa di cosa parla” e risponde con la promessa di “cinque nuovi ospedali” e l’idea di “far funzionare le macchine della diagnostica 20 ore al giorno”.

Bucci: “Aumentare la produttività, macchine per la diagnostica in funzione 20 ore al giorno”

“Bisogna utilizzare di più i macchinari per la diagnostica, non 10 ore al giorno ma 15 o 20, non sono i laboratori che devono stare aperti, chi fa l’esame e la macchina, in questo modo si potrà raddoppiare la produttività con costi che resteranno contenuti”, ha detto il sindaco di Genova oggi a margine del consiglio comunale. “Ridurre le liste d’attesa? Sappiamo come farlo e lo faremo, parlo con l’esperienza di 35 anni nel settore (Bucci è stato manager di aziende legate alla diagnostica per immagini in Kodak e Carestream Health, ndr) e quella in Liguria Digitale, quando abbiamo azzerato le liste d’attesa della Asl3, vedere per credere”.

Secondo il sindaco: “Se i medici presentano 110 richieste per esami e tu ne produci 100 avrai sempre un problema, devi fare in modo che la tua capacità sia uguale o superiore alla richiesta, è un concetto banale”.

Bucci, che promette “l’apertura di cinque ospedali”, aggiunge, con un riferimento alla propria malattia: “Purtroppo o per fortuna io dico che la diagnostica è più importante della terapia, poi è importante che le richieste per la diagnostica siano reali e non inappropriate ma in ogni caso è sempre meglio un’analisi in più che una in meno”. Il candidato del centrodestra ribadisce anche la volontà di “aprire cinque nuovi ospedali in Liguria” e di “realizzarli con strutture commissariali, come abbiamo fatto con il ponte”. Parla anche della possibilità di riaprire il pronto soccorso di Albenga.

Orlando, “Liguria peggiore regione per mobilità sanitaria”

Le fughe sanitarie, secondo Orlando sono un esempio evidente che qualcosa è andato storto nei nove anni del governo del centrodestra in Regione. Citando dati Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ricorda: “La nostra è la peggiore regione del Nord e la sesta peggiore d’Italia per quanto concerne la mobilità sanitaria, ovverosia le fughe dei pazienti, con un saldo negativo di quasi 100 milioni di euro. Sempre più liguri vanno a curarsi fuori dalla nostra regione. Non è soltanto una questione di costi, ma è la manifestazione di quello che la destra intende per sanità, un privilegio per pochi che possono permettersi di andare altrove, mentre a chi non può restano le infinite liste d’attesa della Liguria”.

“Che cosa significa, in concreto? – attacca Orlando – Che sono moltissimi i liguri che vanno a curarsi in altre regioni, creando così un debito in costante crescita nella nostra sanità. Un circolo vizioso insomma: più le liste d’attesa sono lunghe, più le persone vanno a curarsi fuori dalla Liguria, meno risorse restano sulla nostra sanità. La nostra soluzione è investire sulla sanità pubblica, pagare adeguatamente medici e infermieri, abbattere le liste d’attesa. Cancelliamo agenzie regionali, carrozzoni, smettiamo di rivolgerci al privato. Vogliamo un servizio sanitario pubblico, vicino ai bisogni dei cittadini e che permetta a chiunque, come è nel proprio diritto, di accedere alle cure”.

Il dibattito è alimentato dagli alfieri dei candidati. Da una parte la lista Vince Liguria – Bucci Presidente, che vede candidato l’assessore regionale uscente voluto da Toti, Angelo Gratarola. L’accusa alla sinistra – e al binomio Orlando-Schlein ieri in piazza a Genova – è di “avere chiuso sette ospedali”. Dall’altra il Pd, con il segretario regionale Davide Natale che risponde: “Gratarola, che si candida a essere di nuovo assessore alla sanità, torna a insistere che l’unica soluzione per risolvere o arginare le fughe dei pazienti in altre regioni è pagare il privato”.

Vince Liguria: “La sanità dell’ovvietà di Orlando”

“Anche la Schlein evidentemente è andata a lezione dai cattivi maestri di Orlando visto che ignora completamente quali sono i progetti territoriali per la sanità nella nostra regione: le 32 case di comunità, le 17 centrali operative territoriali previste dal Pnrr e già tutte attive dal primo luglio per la presa in carico del paziente, la capillarità dei servizi offerti alle persone più anziane e fragili. Senza dimenticare le aree interne con gli ambulatori infermieristici, le RSA aperte, gli IFoC (l’infermiere  di Famiglia o Comunità, collegamento tra il territorio e la parte ambulatoriale) e le farmacie dei servizi, dove possono essere svolte numerose prestazioni. Tutto questo deve essere sconosciuto alla Schlein e Orlando visto che parlano della necessità di una sanità territoriale vicino al paziente”. È la risposta della lista Vince Liguria alle dichiarazioni di Elly Schlein e Andrea Orlando sulla sanità ligure.

“Noi questa strada l’abbiamo già percorsa e stiamo vedendo i primi risultati, infatti il Ministero ha certificato la presa in carico di 35 mila liguri over 65 attraverso la assistenza domiciliare integrata. Durante i 10 anni di governo del centrosinistra la Liguria è invece andata in piano di rientro e, soprattutto, con lo stesso Burlando, che ieri era lì ad applaudire, ha chiuso ben 7 ospedali oltre all’operazione di cartolarizzazione degli immobili delle Asl venduti ad Arte, che la corte dei conti contesta ad ogni giudizio di parifica. Questo è il loro piano per far ripartire la sanità. A sconvolgere è la risposta quasi infantile ai grandi problemi sanitari: ti mancano i medici? Assumiamoli. Ci sono liste d’attesa? Abbattiamole. Non ci sono prestazioni? Aumentiamole. Questo ragionamento porterebbe a dire: ti manca la casa? Occupiamola”.

Natale (Pd): “Basta accordi con i privati, rafforzare il pubblico”

“Non ci stupisce che a poco più di un anno dall’annuncio roboante dell’assessore Gratarola che dichiarava che grazie a un accordo con Toscana ed Emilia Romagna avrebbe messo un freno alle fughe dei pazienti, un accordo costato 52 milioni di euro solo nel 2021, la situazione delle fughe in Liguria sia peggiorata – dice il segretario regionale del Pd Davide Natale – la giunta Toti ha sempre pensato di risolvere i problemi della sanità ligure con manovre economiche che nulla hanno a che vedere con politiche sanitarie lungimiranti”.

“Ma nonostante questo – continua Natale – oggi Gratarola, che si candida a essere di nuovo assessore alla sanità, torna a insistere che l’unica soluzione per risolvere o arginare le fughe dei pazienti in altre regioni è pagare il privato. Avrebbero dovuto assumere nuovo personale medico, soprattutto in quelle specialità dove c’è più carenza, creare le condizioni perché i medici anziché fuggire verso il privato rimanessero nel pubblico, pensando a incentivi ad hoc. Avrebbero dovuto assumere Oss, infermieri, personale tecnico. Serve cambiare pagina in maniera radicale”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti