Regionali, i referenti di Alecci al Comune di Vibo adesso gongolano
- Postato il 9 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Regionali, i referenti di Alecci al Comune di Vibo adesso gongolano
Il gruppo consiliare “Democratici e Riformisti per Vibo”, espressione del riconfermato consigliere Ernesto Alecci, commentano il voto delle Regionali che potrebbe creare scossoni al Comune capoluogo.
VIBO VALENTIA – L’unico esponente del Partito democratico ad avercela fatta alle elezioni regionali non della provincia di Vibo: è Ernesto Alecci che ha fatto incetta di preferenze, oltre 12.500, staccando quasi del doppio la catanzarese Giusy Iemma e i suoi competitor vibonesi. A sostenerlo tutta una rete che a Vibo si traduce nell’imprenditore Enzo Mirabello e nel gruppo consiliare al Comune capoluogo costituito da Alessandra Grimaldi, Nico Console, Laura Pugliese, Nicola Staropoli e Dina Satriani.
Ed è proprio sui possibili nuovi equilibri a Palazzo Razza che si guarda adesso anche se i diretti interessati predicano calma e apprezzano le recenti parole di apertura del sindaco Romeo. Chiaramente, un’affermazione di tale portata, quella di Alecci alle regionali, a cui fa da contraltare il flop di tutti gli altri candidati di Vibo democrat e una strategia sbagliata, imporrà delle riflessioni nel partito, come del resto la stessa segretaria provinciale, Teresa Esposito, ammette nell’intervista nella pagina seguente. Intanto Mirabello, Console e compagni si godono l’affermazione.
Un risultato importante per Alecci, forse oltre le aspettative della vigilia.
«Candidandosi da capolista sapeva benissimo qual era l’obiettivo da perseguire e noi sapevamo che aveva tutte le caratteristiche e le qualità per condurre un’azione politica rappresentativa di un intero partito sull’area centrale ma sono qualità del resto ampiamente riconosciutegli su tutto il territorio. Del resto, anche all’interno della lista c’è stato un contributo che noi abbiamo dato di lui perché queste qualità gliele riconosciamo anche noi. Alecci dalla scorsa volta ha preso 10.000 voti alle regionali, ovviamente, lo stimolo dell’idea di provare a riformare anche un’area all’interno del territorio di Vibo avente lui come riferimento insieme ad Enzo Mirabello, ci ha trasmesso energia e voglia di metterla in campo. La nostra è un’azione politica matura».
Un progetto che nasce subito dopo le comunali. E adesso?
«Sì, da circa un anno Mirabello ha portato avanti questo progetto qui a Vibo e quindi si è lavorato per raggiungere un certo risultato. Le regionali anticipate hanno confermato che il percorso intrapreso è quello giusto. Ovviamente non è solo merito del gruppo di Vibo perché ci sono altri riferimenti sul territorio provinciale che hanno tutti quanti una bella esperienza amministrativa. E oltre ad Ernesto vogliamo sottolineare il risultato di Giusy Iemma che potrebbe anche essere eletta, ma per questo dobbiamo attendere. E adesso vedremo il da farsi».
Intanto mi pare di capire che la rete di Alecci funzioni meglio di quella dell’altra parte del Partito Democratico.
«Allora è sovrapponibile l’idea di politica che abbiamo noi con l’azione messa in campo da Alecci, proprio per il fatto che all’interno dei grandi partiti, quando questi mirano ad essere grandi e costruire una grande forza, si deve riconoscere l’agibilità politica anche delle correnti che si muovono al loro interno. Ricordiamo la Democrazia cristiana che era un grande partito al cui interno si agitavano le diverse correnti e dove la sfida sull’obiettivo finale nasceva tra tutti e la concorrenza aiutava a raggiungere i grandi traguardi».
In pratica, però, questa strategia vi ha portato ad estromettere i dem vibonesi dal Consiglio. I maligni possono dire che era un disegno premeditato.
«Nulla di tutto ciò. Noi abbiamo giocato una partita leale con grande pazienza con grande sacrificio e determinazione dei nostri che si sono mossi sul territorio provinciale. A Vibo abbiamo fatto la nostra parte ovviamente, ma ciascuno ha giocato la sua partita e ripetiamo che chi si pone alla guida di un grande partito debba riconoscere le diverse correnti che si muovono tutti insieme verso l’obiettivo di una crescita collettiva, perché la vittoria è di singoli, ma la crescita, se viene riconosciuto il lavoro, può garantire i grandi risultati».
E a chi dice che avete preferito appoggiare una figura non vibonese?
«Fantapolitica. Il Collegio intanto è unico, se poi qualcuno è in grado di cambiare la legge regionale si faccia avanti. Però, la linea politica unitaria messa in campo da Ernesto Alecci l’abbiamo riconosciuta valida perché comunque c’è l’intenzione di riconoscere le correnti. Poi lui nel nostro percorso politico, per esempio cittadino, visto che la domanda è perché lui e non gli altri, è stato sempre presente. Quando, come gruppo Democratici e Riformisti, abbiamo sollevato la questione dei depositi costieri lui ha subito presentato un’interrogazione al Consiglio regionale. Poi, la questione dei mercati generali dove si rischiava di perdere il finanziamento che siamo riusciti ad evitare. Insomma, questo attivismo non l’abbiamo riscontrato negli altri. Attivismo e attenzione che peraltro ci riconosce e ci gratifica anche lo stesso Ernesto».
Ma chi si è avvicinato a chi?
«A noi si avvicinato lui proprio in virtù del nostro dinamismo e in lui abbiamo trovato il nostro interlocutore naturale per l’idea dei politica che abbiamo noi nell’interesse del territorio. Poi ognuno si è giocato la sua partita. Noi non potevamo sapere se Mammoliti avrebbe preso 20.000 voti o Tassone 10.000. Abbiamo fatto la nostra partita e anzi è stata quella più difficile perché quando andavamo in giro per la campagna elettorale ci siamo scontrati con una dozzina di candidati che facilmente sono entrati all’interno del nostro elettorato e forse qualcosa ce l’hanno anche sottratto, ma ciò non toglie il lavoro svolto e di questo ringraziamo tutti coloro i quali ci hanno gratificato con la loro fiducia. Questi voti hanno portato ad un ottimo risultato che consente ad Ernesto Alecci di essere la migliore performance del Pd».
Una performance che può aprire la strada per la segreteria regionale del Pd?
«Ma queste sono dinamiche che dovranno essere discusse dal partito ai massimi livelli».
Ok, allora vi chiedo: vista questa affermazione chiaramente al Comune cambierà, considerati i risultati degli altri?
«Noi siamo per il fare, per i cittadini. Le altre cose, man mano che vengono, le prendiamo. Non abbiamo fatto progetti per noi ma lavoriamo per le città».
Però l’assessorato lo avevate chiesto?
«No, non abbiamo mai chiesto niente. Sono tutte cose inventate. Noi, l’1 agosto scorso abbiamo scritto un comunicato in cui chiedevamo agli altri componenti della maggioranza il riconoscimento della necessità di un tavolo dove confrontarsi sui tempi di realizzazione dei punti caratterizzanti del programma del sindaco e se, come noi, si rilevavano ritardi e problematiche, verificare la condivisione dell’idea di affidare qualche settore a nuovi soggetti, ma questo non vuol dire che i nuovi soggetti dovessero essere necessariamente dei nostri. Prima si discute intanto sulla necessità e poi sulle qualità che occorrono».
Viene difficile credere che ve ne starete fermi.
«Allora, è evidente che il nostro riferimento è Alecci, se c’è la volontà di tutti di costruire o rinnovare le condizioni lo stabiliremo insieme in un confronto e lì si verificherà se è necessario o meno, e cosa, cambiare nell’amministrazione, ma che vada nell’interesse della città dal punto di vista amministrativo e, da quello politico, che consenta in qualche maniera il rafforzamento di tutti, Ma come farlo e con chi farlo è una decisione che non spetta a noi. Sarà il sindaco, qualora lo ritenesse opportuno, riunirsi con Ernesto e insieme decideranno. Ma sia chiaro che noi stiamo esercitando pressioni su alcuno».
Ma a quella nota dell’1 agosto avete ricevuto risposta?
«Ancora nessuno l’ha data».
E se dall’esecutivo non dovessero condividere questa richiesta?
«Vedremo, di volta in volta, il da farsi. Tuttavia, l’ultimo intervento del sindaco va verso un’apertura in tal senso e questo ci basta. Per il momento».
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