Regionali, da Genova appello civico ai candidati: “Trattenere sul territorio il gettito fiscale del porto”

  • Postato il 11 ottobre 2024
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Genova. Aprire una trattativa col Governo italiano per trattenere a Genova le entrate fiscali generate dal porto. È quanto chiedono in un appello ai candidati alla presidenza della Regione 20 personalità del mondo economico e culturale ligure quando mancano poco più di due settimane al voto e si entra nel vivo della campagna elettorale.

A prendere l’iniziativa è stato Andrea Acquarone, giornalista e scrittore, insieme al direttore generale di Spediporto Giampaolo Botta e al presidente di Confcommercio Genova Alessandro Cavo. Gli altri firmatari sono i giuristi Mauro BarberisLorenzo Cuocolo e Maurizio Maresca; gli avvocati Filippo Biolè e Giambattista D’Aste; gli economisti Maurizio Conti, Carlo Stagnaro e Gian Enzo Duci, il presidente di Spediporto Andrea Giachero, il dirigente di Legambiente Massimo Maugeri, il presidente di Italia Nostra Genova Stefano Fera, l’ingegnere Aristide Massardo (già candidato presidente della Liguria nel 2020), l’ex assessore Arcangelo Merella, il presidente di Federagenti Paolo Pessina, ma anche l’architetto Giovanni Spalla, lo storico dell’arte Giacomo Montanari e il presidente del Ce.Sto Marco Montoli.

“È un fatto noto – si legge nell’appello – che il solo porto di Genova generi un gettito fiscale di circa 9 miliardi di euro all’anno, circa un terzo di tutta l’Iva dovuta alle importazioni, come frutto di attività che comportano per il territorio un peso, e problemi di congestione e usura delle infrastrutture che sono sotto gli occhi di tutti. V’è dunque una specificità genovese, rintracciabile nel corso dei secoli, dovuta al fatto che la ricchezza arriva in buona parte dal mare. Tuttavia, al giorno d’oggi, solo una quota minima di queste risorse resta sul territorio, che sopporta pertanto una servitù a beneficio dello Stato senza ricevere stabili contropartite in cambio“.

“È certo che negli ultimi anni lo scalo e la città hanno ricevuto somme ingenti per rimediare al loro ritardo infrastrutturale – riconoscono i firmatari -. Non bisogna però dimenticare il recente passato, in cui tale ritardo ha assunto dimensioni drammatiche, né far finta di non vedere che i pur considerevoli trasferimenti di questi anni non saranno sufficienti a redimere la città dal suo isolamento e dal declino. Perché ciò avvenga si rende necessario un investimento prolungato e strutturale a favore del territorio, per finanziarne lo sviluppo e riportarlo alla pari con le zone più dinamiche del Paese, facendo beneficiare, in definitiva, i conti dello Stato di un ritrovato dinamismo di uno dei vertici dell’antico triangolo industriale.

L’idea di trattenere una parte delle entrate fiscali generate dal porto non è certo nuova. A parte le discussioni del recente passato, chi ne ha parlato in maniera più netta in questa campagna elettorale è stato finora Marco Bucci che ha evocato il “modello Amburgo dichiarando di voler bloccare il 20% dell’Iva. Nel programma presentato mercoledì alla Spezia, in realtà, non ci sono riferimenti analoghi (al massimo si parla di chiedere una Zes per tutti i porti liguri), eppure nella stessa occasione il sindaco ha detto addirittura di sognare una Regione a statuto autonomo “come il Friuli”. Nulla del genere, invece, nel programma di Andrea Orlando. Il tema dell’autonomia non piace alla sinistra, ma d’altra parte l’appello chiede solo più risorse e non una diversa distribuzione delle competenze.

Un meccanismo automatico è probabilmente impossibile da applicare per ragioni di uniformità con gli altri scali – osservano Acquarone e gli altri proponenti -. È però possibile presentare le ragioni sopra descritte e avviare un discorso con le autorità centrali, seguendo la stessa logica e perseguendo lo stesso fine, ossia quello di ottenere trasferimenti annuali pari a una quota del gettito fiscale generato dal porto. Superato il vincolo formale, si tratta di una pura volontà politica“. Quindi l’appello finale, in caso di elezione a governatore, a “chiedere l’apertura di un tavolo di discussione con le autorità centrali, per ottenere, come compensazione del peso sopportato dal territorio a beneficio del Paese, quel flusso consistente e stabile di risorse, necessario a completare il processo di rilancio di Genova e della Liguria”.

Autore
Genova24

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