Reggio Calabria, scoppia il caso vara

  • Postato il 16 settembre 2025
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Reggio Calabria, scoppia il caso vara

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Gestione della vara a Reggio Calabria, durante i festeggiamenti per la Patrona, l’Arcidiocesi replica ad Angelina De Salvo. «Sorprendono le informazioni fatte circolare dalla Direzione regionale Musei». I portatori della Vara: «Non siamo trogloditi»


In merito alle esternazioni diffuse dalla Direzione regionale Musei (emerse da un post di Facebook firmato da Angelina De Salvo che nel suo profilo social risulta “Giornalista Responsabile Comunicazione Istituzionale e Ufficio Stampa presso Direzione regionale Musei Calabria”), l’Arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova interviene «per ristabilire i fatti e tutelare la dignità della comunità ecclesiale.

CASO VARA, L’ARCIDIOCESI RISPONDE AGLI ATTACCHI E AGLI INSULTI RIVOLTI ALL’ISTITUZIONE E AI PORTATORI

L’Arcidiocesi respinge con fermezza gli attacchi e gli insulti rivolti all’istituzione e ai portatori della Vara. Da un ente pubblico ci si attende misura, correttezza e linguaggio rispettoso dei ruoli istituzionali. Qualsiasi giudizio che travalichi questi limiti è lesivo della dignità di migliaia di fedeli e di operatori pastorali. Si smentiscono ricostruzioni allarmistiche: durante la processione non si è verificato alcun urto e la Vara non ha riportato danni».

«INFORMAZIONI CIRCOLATE NON RISPONDONO AL VERO»


La Diocesi rincara la dose: «Le informazioni circolate in senso contrario non corrispondono al vero. La Chiesa custodisce il patrimonio culturale affidatole dai benefattori con responsabilità e competenza, nel pieno rispetto della normativa vigente. Anche in occasione della processione sono stati adottati criteri di sicurezza e salvaguardia coerenti con la legge e con le buone prassi di conservazione, in continuità con la collaborazione ordinaria con le autorità competenti».
Così la diocesi ha inteso replicato alle dichiarazioni di Angelina De Salvo (cui avevano offerto cassa di risonanza sempre su Fb altri esperti conoscitori delle opere d’arte come Nuccio Schepis e Marisa Cagliostro).

CASO VARA, COSA HA SCRITTO DE SALVO


Ma cosa aveva scritto la De Salvo (che, comunque, oggi lavora a Roma al Ministero della Cultura e non si occupa direttamente di Calabria)? «”Si è sempre fatto”, è un’aggravante non una giustificazione. Che la Vara del quadro della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria sia stata rovinosamente inclinata durante la “volata” della processione è un fatto gravissimo, per nulla da minimizzare. E i reggini sensibili alla preservazione del bello se ne saranno accorti. L’usanza tribale della “volata” finale oltre ad essere grottesca, è pericolosa per le persone e per la scultura che ha importanza storica ed artistica».

La “volata” della Vara

«LA TRIBALE USANZA DELLA VOLATA»


Ed aveva poi chiarito ancora: «Il Ministero della Cultura al momento della consegna della Vara dopo il recente restauro aveva dato indicazione che la Vara non dovesse ricevere più sobbalzi o bruschi spostamenti per preservarla ed evitare tutte le fratture e le lacerazioni che aveva subito nel tempo anche a causa di questa usanza tribale. E invece il menefreghismo dei portatori e della Chiesa ci hanno consegnato questo spettacolo osceno. Faccio un passo indietro per chi non ricorda. A dicembre del 2021, quindi in pieno Covid, la Vara decorata da altorilievi ed ex voto risalenti al XVIII secolo, è stata riconsegnata alla città dopo i meticolosi lavori di restauro che erano cominciati a gennaio del 2020 con l’avvio di un cantiere di “restauro aperto” a tutta la cittadinanza gestito dal Ministero della Cultura».

DE SALVO E LE INDICAZIONI DEL MINISTERO DELLA CULTURA


Ed un ulteriore sottolineatura effettuata non a scopo personale ma da tecnico del settore la De Salvo l’aveva ulteriormente perfezionata nel successivo passaggio: «Attraverso la collaborazione tra il Ministero della Cultura, l’Università Mediterranea e l’Università della Calabria i restauratori anche in pieno Covid per mesi hanno riparato le crepe, saldato i manufatti che decorano la Vara e hanno reso nuovamente visibili alcuni aspetti, quali la policromia dei materiali impiegati o i particolari decorativi della cornice della Vara. Riposizionati in maniera stabile due coppie di candelabri in argento e la medaglia del pittore Vincenzo Cannizzaro».

I MIGLIORAMENTI APPORTATI ALLA MECCANICA DELLA VARA

E per conclude la De Salvo ha ricordato: «Infine apportate significativi miglioramenti alla componente meccanica della Vara. Ai portatori della Vara consegnato un libretto di manutenzione e una lista di controlli da attivare in occasione delle processioni. L’intervento del restauro ha dimostrato l’impegno mai interrotto con i gruppi di lavoro del personale del Ministero della Cultura per il recupero della Vara come bene etnoantropologico, testimonianza dell’identità e della storia collettiva della comunità.

«LA VOLATA DELL’IDIOZIA. UN TESORO IN MANO A TROGLODITI»

Ed ecco adesso questo spettacolo indecoroso durante la quale la Vara di Reggio Calabria oscilla, barcolla, si piega, annaspa e soffre con tutti i suoi tesori tra le mani di qualche decina di trogloditi che si ostinano a fare la “volata” dell’idiozia»

I PORTATORI DELLA VARA: NON SIAMO TROGLODITI

L’Associazione Portatori della Vara della Madonna della Consolazione ha letto con stupore e rammarico la riflessione diffusa in queste ore sulla processione di sabato diffuso dall’ufficio nazionale musei Calabria ed hanno replicato così: «I portatori hanno sempre operato nel rigoroso rispetto delle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza per la tutela della Vara, adottando le cautele e le procedure condivise con le autorità competenti. Anche durante la tradizionale “volata” non si è verificato alcun urto e la Vara non ha riportato alcun danno. Ogni ricostruzione che lasci intendere il contrario è priva di fondamento».
«Con la stessa franchezza – hanno aggiunto nella nota fatta circolare – riteniamo doveroso stigmatizzare il linguaggio utilizzato. Sentir definire “trogloditi” i portatori da parte di un’istituzione della Pubblica Amministrazione è profondamente sgradevole e ferisce uomini e famiglie che, da generazioni, prestano un servizio volontario alla diocesi, alla città e alla sua Patrona con disciplina, devozione e senso di responsabilità. I portatori sono dispiaciuti per parole che non aiutano il confronto, e chiedono che il dibattito pubblico torni nei binari della misura e del rispetto reciproco».

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