Regeni, Conte: “Da Al Sisi collaborazione solo a parole. La vendita delle fregate? Non mi pento, non ci fu normalizzazione”

  • Postato il 11 febbraio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni
In merito al caso dell’omicidio di Giulio Regeni, da parte del presidente egiziano Al Sisi “c’e’ sempre stata, a parole, una apparente disponibilità a collaborare a tutti i livelli. Non è però seguita una fattiva collaborazione“. A sottolinearlo il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ascoltato come teste nel corso di una nuova udienza del processo in corso a Roma sul sequestro, le torture e l’omicidio del ricercatore italiano, in cui sono imputati quattro 007 egiziani. Si tratta di Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato (mentre al solo Sharif sono contestati anche i reati di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato, ndr).

“Nel corso degli anni della mia presidenza del Consiglio, dal 2018 al 2021 – ha continuato Conte – ho avuto vari incontri e scambi telefonici con il presidente egiziano Al Sisi. In tutti gli incontri ho rappresentato l’assoluta premura di accertare la verità dei fatti, che per l’intero Paese era una condizione imprescindibile. In questi incontri, a parole e nel modo di porsi, c’è stata sempre una apparente disponibilità”. Poi, però, non è seguito nulla di concreto: “Da parte mia ci fu un irrigidimento nell’ambito del Forum Belt and Road, a Pechino, nel 2019. Siccome c’erano state rassicurazioni precedenti a cui non era seguito nulla, ci fu da parte mia un tono un po’ più perentorio. Espressi insoddisfazione su come erano andate le cose. Spiegai che non potevamo venire presi in giro in quel modo senza nessun passo in avanti. Rispetto a questa disponibilità ci doveva essere una fattiva collaborazione”.
Eppure, nonostante la mancata collaborazione egiziana, fu proprio il governo Conte II e lo stesso ex presidente del Consiglio a dare il via libera alla vendita nel 2020 di due fregate Fremm all’Egitto. Si tratta di due navi della Marina militare italiana: la “Spartaco Schergat” e la “Emilio Bianchi”, per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. Una scelta che allora creò non pochi malumori all’interno della maggioranza giallorosa, con LeU contraria. E pure una denuncia da parte della famiglia per violazione della legge sulla vendita di armi a Paesi “autori di gravi violazioni dei diritti umani”. Pochi giorni dopo la decisione di Conte, poi approvata in Consiglio dei ministri, fu il capo politico del M5s, Vito Crimi, intervistato il 10 giugno 2020 da Peter Gomez a Sono le Venti sul Nove, a fornire quella che sarebbe presto diventata la versione ufficiale adottata dall’esecutivo: “Non stiamo regalando le fregate all’Egitto, le stiamo vendendo. È una manovra di tipo economico“. In realtà, una versione poi smentita dalle ricostruzioni, dato che i due mezzi all’Egitto furono ceduti con uno sconto di almeno 210 milioni di euro rispetto al prezzo applicato alla Difesa italiana.
Un passaggio, quello della vendita delle fregate al Cairo, ricordato anche dalla legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, nel corso della testimonianza di Conte: “Non bloccai l’operazione“, ha ammesso l’ex presidente del Consiglio.
Per poi replicare, a margine dell’udienza al Fattoquotidiano.it: “Pentito di quella autorizzazione, se anche quella è stata un freno alla ricerca della verità sul caso?
Non mi sono pentito di nulla perché non c’è stata occasione, telefonica o incontri, in cui non abbia richiesto insistentemente cooperazione e collaborazione, che obiettivamente non c’è quasi stata. Questo processo è merito della nostra magistratura, dei nostri investigatori, della nostra intelligence. Per quanto riguarda i rapporti con l’Egitto dovete considerare che è un partner fondamentale per il Mediterraneo”, ha tagliato corto Conte a distanza di anni.
E ancora: “Se fossero stati normalizzati (i rapporti, ndr) per mia volontà ci sarebbero state commesse a tutti i livelli, quello che è stato è un segno modestissimo nell’ambito di un player fondamentale per le crisi come ad esempio la crisi libica con scenari molto complessi”, ha minimizzato l’ex premier.

L'articolo Regeni, Conte: “Da Al Sisi collaborazione solo a parole. La vendita delle fregate? Non mi pento, non ci fu normalizzazione” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti