Regali che restano: 12 libri per un Natale di idee e visioni

  • Postato il 18 dicembre 2025
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  • Di Artribune
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Una raccolta natalizia di titoli da mettere sotto l’albero, capaci di accendere conversazioni oltre la carta. Troverai monografie d’autore, manuali per collezionisti, indagini sul mestiere invisibile di esporre, e volumi che intrecciano arte, politica e diritti. C’è spazio per la fotografia, per chi vuole capire IA e cultura visuale, e per chi preferisce racconti illustrati, biografie folgoranti, saggi “contro” e sulle avanguardie.

Dario Moalli 

Manuale per aspiranti collezionisti – Deodato Salafia 

Più che un vademecum, un corso accelerato di alfabetizzazione al mercato contemporaneo scritto da dentro il sistema. L’autore Deodato Salafia – imprenditore tech prestato (stabilmente) all’arte e fondatore di una rete di gallerie fisiche e digitali – condensa vent’anni di pratica in quindici capitoli che smontano paure ricorrenti (“e se sbaglio?”, “quanto vale davvero?”) e chiariscono concetti-chiave: provenienza e autenticità, certificati e archivi, diritto di seguito, differenza tra primary e secondary market, come leggere un listino, quando ha senso un’asta e quando no. Il pregio è l’orientamento operativo: tabelle mentali semplici per muoversi tra gallerie, venditori privati, televendite e piattaforme online; un focus su cornici e vetri (il valore passa anche dalla conservazione), su assicurazioni, fiscalità e pianificazione patrimoniale; uno sguardo lucido sull’arte digitale, tra NFT e AI, senza entusiasmi facili né demonizzazioni. L’approccio è pragmatico, con esempi concreti e “bandierine rosse” sugli errori più comuni di chi inizia. Ne esce un manuale d’ingresso che non scambia il collezionismo per investimento travestito: qui si ricorda che il valore è triade – culturale, economico, personale – e che l’acquisto migliore resta quello che regge nel tempo davanti ai propri occhi. Per chi ripete “potevo farlo io”, un invito a cambiare frase: capire, scegliere, comprare meglio.

Manuale per aspiranti collezionisti d’arte. Da “potevo farlo io” a “lo compro!” 
Deodato Salafia 
Moebius edizioni, 2025 
pag. 160, euro 18

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Manuale per aspiranti collezionisti d’arte, Deodato Salafia, Moebius edizioni, 2025 
Manuale per aspiranti collezionisti d’arte, Deodato Salafia, Moebius edizioni, 2025 

Michelangelo – Horst Bredekamp 

Una monografia-fiume che non si limita a “riassumere” Michelangelo, ma lo rilancia. Con oltre ottocento immagini e un impianto iconologico debitore di Warburg, Bredekamp rilegge ogni opera come nodo di forze: materia, mito, teologia, politica. Ne nascono categorie nuove – “panempatia”, “eros proteiforme”, “inversione” – utili a sfuggire alle etichette scolastiche e a vedere come il Buonarroti rompa costantemente il quadro delle convenzioni, trasformando l’esperienza della natura in forme che travolgono. Il libro intreccia biografia e interpretazione senza feticismi filologici: David e Cappella Sistina, ma anche i cantieri, le esitazioni, la furia del “non-finito” come metodo. Scolpire, qui, è un atto d’amore per il mondo e un’indagine sul destino umano; la critica diventa strumento per restituire energia viva a un classico. Risultato: un opus magnum che chiede di guardare Michelangelo con occhi nuovi, misurandone ancora oggi la scossa.

Michelangelo 
Horst Bredekamp 
Castelvecchi Editore, 2025 
pag. 816, euro 90 

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Michelangelo, Horst Bredekamp, Castelvecchi Editore, 2025
Michelangelo, Horst Bredekamp, Castelvecchi Editore, 2025

Il mestiere invisibile di esporre arte – a cura di Verona Rodenigo 

Non un manuale d’allestimento, ma la mappa di un mestiere che vive “nascosto in evidenza”. Curato da Veronica Rodenigo, Il mestiere invisibile di esporre arte illumina il reticolo di competenze che rende possibile l’apparizione effimera di una mostra: architettura, ingegneria, saperi artigiani, conservazione, logistica, assicurazioni, fino al “servizio sartoriale” che cuce esigenze dell’opera e vincoli dello spazio. La struttura alterna saggi (Torcellan, Barbero, Rodenigo) e dialoghi con chi i cantieri li abita davvero: Alessandro Pedron sul patto tra mano e industria; Alvisi e Milan sull’esecuzione; Landau e Annabelle Selldorf sulla misura del progetto; Michele Coppola sulla custodia; Karole P. B. Vail sulla negoziazione continua tra istituzione e opera. Efficaci i casi studio: l’Olmo (The Listener) di Penone radicato nel bacino dell’Arsenale con una palificazione lagunare che fa della tecnica un’estetica; l’ambiente specchiante e instabile di Giorgio Andreotta Calò al Padiglione Italia (2017); e la mostra “Centuries of Shape” per Homo Faber, con strutture riutilizzabili che portano la sostenibilità dentro il linguaggio espositivo. Il volume (bilingue, con 75 immagini a colori e 50 disegni) mostra come ogni prestito, ogni luce, ogni supporto sia una scelta responsabile prima che un dettaglio. Ne esce il ritratto di una comunità “discreta” che lavora per l’incontro tra opera e pubblico: laboratorio di pensiero oltre che di soluzioni, dove il visibile è la punta dell’iceberg e l’invisibile, finalmente, trova le parole per essere riconosciuto.

Il mestiere invisibile di esporre arte 
A cura di Veronica Rodenigo 
Marsilio Arte, 2025 
pag. 192, euro 26

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Il mestiere invisibile di esporre arte, a cura di Veronica Rodenigo, Marsilio Arte, 2025
Il mestiere invisibile di esporre arte, a cura di Veronica Rodenigo, Marsilio Arte, 2025

Rifare il mondo – Vincenzo Trione 

Con Rifare il mondo Vincenzo Trione mette il bisturi dove fa più male e più bene: nella parola “avanguardia”, mantra dell’arte contemporanea e insieme concetto scivoloso, contraddittorio, spesso usurato. Il libro è una mappa e un sismografo: ripercorre i grandi “continenti” (futurismo, dada, Metafisica, surrealismo, Pop, postmoderno) e poi mostra come quelle faglie si riaccendano oggi in territori laterali – cinema e moda, videoclip e videogame, scritte murarie e tatuaggi, fino all’attivismo di Ultima Generazione. Non più solo gesto eroico nell’atelier, ma atmosfera culturale: un’onda lunga che dal Novecento investe il quotidiano. Trione intreccia analisi storica, critica culturale e passaggi autobiografici in una vera drammaturgia teorica: da Duchamp e Picasso a Warhol, Koons e Hirst, fino a Hockney e Kentridge, per chiedersi che cosa sopravviva dell’impulso eversivo – l’ardimento futurista, la provocazione dada, la sospensione metafisica – nella nostra economia dell’immagine. L’ipotesi è forte: l’avanguardia non è finita, si è dispersa; vive come pratica trasversale che contamina formati e pubblici, rimodulando l’utopia in gesto situato, spesso effimero, ma capace di rinegoziare senso e forme di vita.

Rifare il mondo 
Vincenzo Trione 
Einaudi, 2025 
pag. 568, euro 34 

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Rifare il mondo, Vincenzo Trione, Einaudi, 2025
Rifare il mondo, Vincenzo Trione, Einaudi, 2025

Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia – a cura di Giulio Bizzarri e Paolo Barbaro 

Non un manuale, ma un laboratorio della visione. Lezioni di fotografia raccoglie i corsi che Luigi Ghirri tenne all’Università del Progetto di Reggio Emilia tra il 1989 e il 1990, restituendone la voce, le pause, gli esempi: la fotografia come alfabeto più che come tecnica, un modo di abitare il mondo prima che di rappresentarlo. La trascrizione è accompagnata dai materiali proiettati in aula: immagini di Ghirri, ma anche una costellazione di riferimenti – da Walker Evans (il suo nord magnetico) ad Atget, Kertész, Nadar, Moholy-Nagy, Muybridge – che Ghirri intreccia senza gerarchie, come lettere di uno stesso linguaggio. Il cuore del libro è il metodo: esercizi di sguardo su margini e superfici, finestre e vetrine, mappe e cartoline, scale e modellini; un continuo slittamento tra realtà e rappresentazione per misurare la distanza (e la vicinanza) tra le cose e le loro immagini. Ghirri spiega come si costruisce una sequenza, perché un bordo conta quanto un soggetto, come luce, colore e punto di vista producano senso più che “bellezza”. La sua didattica è antiretorica: niente formule salvifiche, ma domande operative, genealogie di immagini, una pratica dell’attenzione che oggi, nell’eccesso di fotografie, suona sorprendentemente necessaria. 

Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia
A cura di Giulio Bizzarri e Paolo Barbaro 
Quodlibet, 2025 
pag. 320, euro 28 

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Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia, a cura di Giulio Bizzarri e Paolo Barbaro, Quodlibet, 2025
Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia, a cura di Giulio Bizzarri e Paolo Barbaro, Quodlibet, 2025

Storie (perlopiù) improbabili – Alasdair Gray 

Non semplici racconti, ma congegni narrativi che scattano all’improvviso e ti cambiano la faccia – come quella chiazza calva che diventa un volto e poi si spacca in due. In Storie (perlopiù) improbabili il Gray romanziere, pittore, tipografo e moralista laico distilla il suo laboratorio in miniatura: metamorfosi del corpo, architetture che custodiscono segreti (quel tunnel sotto la scuola d’arte…), microscopiche maestranze che riparano cervelli stanchi. La Glasgow reale e quella mentale si sovrappongono; il realismo fa coppia fissa con il fantastico; la farsa apre al tragico. La cifra è la stessa di Lanark e Povere creature!, ma in versione “camera delle meraviglie”: ogni storia è una tavola anatomica dell’umano, dove lo humour nero non consola—diagnostica. Gray disegna e scrive con la stessa mano: le illustrazioni, mai decorative, funzionano da controcanto iconografico, orientano i ritmi, ancorano l’allegoria al corpo. Il montaggio alterna parabole beffarde, fiabe meccaniche, satire civiche: la città come organismo, la mente come edificio in ristrutturazione, la società come teatro di maschere che non stanno mai ferme.

Storie (perlopiù) improbabili 
Alasdair Gray 
Safarà Editore, 2025 
pag. 336, euro 22

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Storie (perlopiù) improbabili, Alasdair Gray, Safarà Editore, 2025 
Storie (perlopiù) improbabili, Alasdair Gray, Safarà Editore, 2025 

Ars magica – Marina Montesano 

Non un compendio di “superstizioni”, ma un manuale di archeologia dello sguardo. In Ars Magica, Marina Montesano ricostruisce la trama materiale della magia seguendo venti oggetti emblematici – rintracciati tra musei e, felicemente, persino in un pub – che diventano altrettante porte sul rapporto tra umani e invisibile. Amuleti e legature demoniache, strumenti di divinazione, reliquie del corpo e dispositivi d’autodifesa contro le forze occulte: ogni pezzo è un dossier che intreccia pratiche, paure, dottrine e usi quotidiani, dal Mediterraneo ai margini del mondo. La forza del libro sta nel metodo “cosa-centrico”: la Storia medievale (campo elettivo dell’autrice) si allarga a un orizzonte comparativo globale senza perdere il dettaglio filologico. Le illustrazioni – rare o poco note – non decorano, documentano; mostrano come la magia abiti i gesti minimi e le grandi narrazioni, anticipi scienze, regoli coesioni sociali, codifichi il potere.

Ars Magica 
Marina Montesano 
Carocci Editore, 2025 
pag. 292, euro 34 

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Ars Magica, Marina Montesano, Carocci Editore, 2025 
Ars Magica, Marina Montesano, Carocci Editore, 2025 

Medium Hot – Hito Steyerl 

In Medium Hot Hito Steyerl fa quello che i migliori storici delle immagini sanno fare: sposta il fuoco dalla “cosa ritratta” alla grammatica che la rende possibile. Qui la composizione – specie quella generata dall’IA, con i suoi artefatti goffi e iper-patinati – non è semplice stile, è contenuto puro: un sismografo dei “sogni sociali” che alimentano piattaforme, data-center, supply chain. Steyerl apre una fessura nella black box dell’iconografia contemporanea e ci mostra l’infrastruttura che pulsa dietro ogni frame: il mining che prospera su instabilità e consumo idrico nelle periferie del mondo; i volti spettrali dei dataset addestrati dal lavoro invisibile di annotatori che assorbono traumi per conto terzi; la “media” dei generatori come remake lucidissimo dei compositi eugenetici ottocenteschi; l’AI slop come sovraccarico sensoriale ed entropia accelerata, metafora termica di un pianeta che surriscalda. Trattato di lettura delle immagini e pamphlet politico insieme, il libro connette estetica e potere con una chiarezza tagliente: il “rinascimento dell’IA” gocciola colonialità, estrazione, nuove servitù. Eppure, l’autrice non moralizza: costruisce un metodo per vedere. Ne risulta un manuale d’uso del presente – rigoroso, brillante, scomodissimo – per chiunque lavori con immagini, dati o narrazioni e voglia distinguere l’incanto dall’allucinazione.

Medium Hot 
Hito Steyerl 
Timeo, 2025 
pag. 219, euro 20

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Medium Hot, Hito Steyerl, Timeo, 2025 
Medium Hot, Hito Steyerl, Timeo, 2025 

Antimacchine. Mancare di rispetto alla tecnologia – Valentina Tanni 

Con Antimacchine. Mancare di rispetto alla tecnologia Valentina Tanni ribalta il copione del nostro tempo: invece di venerare l’algoritmo o rifuggirlo come apocalisse, invita a sabotarlo creativamente. L’assunto è netto: le tecnologie non sono destini, ma dispositivi ideologici con un “libretto d’istruzioni” incorporato – promesse, retoriche, dogmi. Per riacquistare agenzia bisogna profanarli: usarli di traverso, piegarli a usi imprevisti, farli inciampare nell’errore. Il libro intreccia storie di artisti, hacker, attivisti e “utenti comuni” che praticano il dissenso pratico: dal glitch come estetica e guasto deliberato al circuit bending, dal détournement dei social ai protocolli di tactical media. Tanni mostra come l’“eresia” non sia posa teorica, ma metodo operativo: demistificare la narrazione salvifica (o catastrofista) dell’industria tech, sabotare l’estrazione di attenzione e dati, riaprire l’immaginario dove la macchina smette di essere oracolo e torna strumento. La tesi più incisiva? Il rispetto cieco è la nuova sudditanza; l’irriverenza, quando è consapevole, diventa alfabetizzazione politica.

Antimacchine. Mancare di rispetto alla tecnologia 
Valentina Tanni 
Einaudi, 2025 
pag. 200, euro 18 

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Antimacchine. Mancare di rispetto alla tecnologia, Valentina Tanni, Einaudi, 2025 
Antimacchine. Mancare di rispetto alla tecnologia, Valentina Tanni, Einaudi, 2025 

La Quadreria di Palazzo Ducale – a cura di Daniele D’Anza ed Elena Marchetti 

Non solo sala del potere, ma museo diffuso ante litteram: La Quadreria di Palazzo Ducale, a cura di Daniele D’Anza ed Elena Marchetti, riporta alla luce la pratica – poco nota e affascinante – con cui la sede dei dogi affiancava agli apparati celebrativi le “pitture da cavalletto” provenienti da collezioni private, lasciti e trasferimenti istituzionali. Il volume, costruito su un’ampia indagine archivistica e iconografica, ricompone la trama di opere che tra XIV e XVIII secolo hanno abitato e trasformato il palazzo: dal nucleo fiammingo (con la rarissima Visione apocalittica di un seguace di Bosch, già in pubblica fruizione nel 1615) ai capolavori che raccontano i traffici simbolici della Serenissima – la Pietà di Giovanni Bellini, il Cristo deriso di Quentin Metsys, il Leone di San Marco di Vittore Carpaccio, fino a Venezia riceve da Nettuno le ricchezze del mare di Giambattista Tiepolo. L’allestimento oggi visitabile (Sala della Quarantia Criminale, Magistrato alle Leggi, Sala dei Cuoi) trova nel libro il suo contrappunto filologico: saggi agili, schede puntuali e immagini in alta definizione che non si limitano a “mostrare”, ma spiegano come il patrimonio sia nato, circolato, si sia perduto o sedimentato. Ne emerge un palazzo che non custodisce soltanto la storia della Repubblica, bensì la propria storia di collezione: un organismo che, attraverso acquisizioni e riallestimenti, ha continuato a rinegoziare la propria identità visiva.

La Quadreria di Palazzo Ducale 
A cura di Daniele D’Anza ed Elena Marchetti 
Scripta Edizioni, 2025 
pag. 160, euro 24 

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La Quadreria di Palazzo Ducale, a cura di Daniele D'Anza ed Elena Marchetti, Scripta Edizioni, 2025 
La Quadreria di Palazzo Ducale, a cura di Daniele D’Anza ed Elena Marchetti, Scripta Edizioni, 2025 

Donne, cultura e politica – Angela Davis 

Con Donne, cultura e politica arriva per la prima volta in italiano la raccolta di saggi e interventi che Angela Davis pubblicò nel 1989, nel pieno riflusso reaganiano. Non è un libro-reliquia: è una cassetta degli attrezzi per leggere come genere, razza e classe si incastrino nelle vite reali. Davis tiene insieme memoria e diagnosi: dal ruolo politico delle afroamericane della working class nella resistenza al liberismo all’orizzonte internazionale del Decennio delle donne che culmina a Nairobi nel 1985. Passa per ritratti e contro-storie (Winnie Mandela, Clara Zetkin), per la musica, la fotografia e l’arte nera intese come dispositivi capaci di incrinare l’immaginario razzista. Il suo metodo è chiaro: marxismo femminista, internazionalismo, critica delle retoriche meritocratiche. Ne emerge un’idea di femminismo che non punta a “sfondare soffitti di cristallo”, ma a sollevare il pavimento sociale, a partire da chi subisce insieme oppressioni di genere, razza e classe. A distanza di decenni, il libro suona attuale: perché parla di politiche economiche che precarizzano, di dispositivi mediatici che costruiscono paure, di come la cultura possa diventare pratica di liberazione.

Donne, cultura e politica 
Angela Davis 
Edizioni Alegre, 2025 
pag. 240, euro 16 

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Donne, cultura e politica, Angela Davis, Edizioni Alegre, 2025
Donne, cultura e politica, Angela Davis, Edizioni Alegre, 2025

Essere ibridi – a cura di Francesco De Biase e Alma Gentinetta 

Che cos’è un “professionista ibrido”? Essere ibridi. Professioni, luoghi, servizi risponde facendo parlare pratiche, più che definizioni. A cura di Francesco De Biase e Alma Gentinetta, il volume intreccia cornici teoriche (visione eco-sistemica, complessità, transdisciplinarità) e racconti in prima persona: percorsi che nascono tra cultura, welfare, impresa sociale, urbanistica, educazione. Dal Laboratorio Rimediare alle “professioni dell’incontro”, la tesi è netta: l’ibridazione non è una mediazione al ribasso, ma un dispositivo ricorsivo che genera connessioni, servizi e competenze condivise. La forza del libro sta nel montaggio di case study e autobiografie operative: il Punto di comunità Magnete (Cavalli/Satta), le Case di quartiere di Brindisi (Macchitella/Di Muri), FOQUS ai Quartieri Spagnoli (Quaglia), Arcipelago tra clinico e sociale (Serra/Chiantore). Accanto scorrono traiettorie individuali che definiscono posture più che mestieri (D’Ambrosio, Forti, Morniroli, Riitano, Salmoni), con affondi che allargano l’orizzonte – dall’ingegnere umanista (Saracco) alla teoria dei sistemi complessi (Grandi). Ne esce un atlante di competenze porose e luoghi-ponte dove “cura e cultura” diventano infrastrutture civiche. Manuale d’uso per chi progetta politiche e spazi collaborativi, ma anche invito a disimparare i silos disciplinari per rifare—con le comunità—servizi e città.

Essere ibridi 
A cura di Francesco De Biase e Alma Gentinetta 
FrancoAngeli, 2025 
pag. 290, euro 37

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Essere ibridi, a cura di Francesco De Biase e Alma Gentinetta, FrancoAngeli, 2025
Essere ibridi, a cura di Francesco De Biase e Alma Gentinetta, FrancoAngeli, 2025

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Artribune