Referendum sulla giustizia, il comitato ligure per il No: “A perderci saranno i cittadini”

  • Postato il 17 dicembre 2025
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Genova. Un comitato “apolitico e aperto a chiunque” per perorare in tutta la Liguria le ragioni per cui si invitano i cittadini a votare no al referendum sulla riforma della giustizia che si terrà la prossima primavera. Il comitato ligure, presieduto dalla giudice in pensione Alessandra Galli, si è presentato questa mattina alla stampa annunciando una serie di appuntamenti pubblici che si terranno a partire da gennaio in tutta la regione. “Le modifiche previste dalla riforma – ha detto Galli – vengono pubblicizzate con etichette che evocano vicende clamorose come quella di Garlasco, ma che in realtà vanno a modificare il ruolo, la funzione e la capacità di essere indipendente della magistratura, che ha i suoi problemi evidenti, anche ordinamentali, ma questa riforma non migliora nulla”.

Circa 300 gli iscritti al momento. Oltre a molti magistrati (a cominciare dal segretario della sezione ligure dell’Anm Federico Manotti) il comitato vanta la presenza di alcuni importanti giuristi, come il professore emerito Vincenzo Roppo, e i docenti universitari di Unige Riccardo Ferrante e Mitja Gialuz.

“Questa riforma è impacchettata come un regalo di Natale con la separazione della carriere – ha spiegato Gialuz – ma quando i cittadino apriranno il pacco troveranno una dipendenza della magistratura alla politica a causa dei tre Csm, dell’alta Corte e soprattutto dell’introduzione del sorteggio, che non ha eguali in nessun paese democratico e che sancisce che non siamo in grado di migliorare il sistema attraverso la ragione e dobbiamo affidarci al caso”.

Per il professore (e avvocato penalista) a perderci “non saranno i magistrati ma i cittadini”. Anche Ferrante insiste sul rischio del sorteggio: “C’è stato solo un momento storico a cui i magistrati è stato impedito di eleggere il Cs: è stata la legge Grandi, durante il fascismo. L’obiettivo vero della riforma è spezzare in due il potere del csm. E’ una cosa che dal punto di vista degli equilibri costituzionali non regge”.

Vincenzo Roppo ha sottolineato come sia importante non politicizzare il referendum (pro o contro il governo) e rifiutare anche l’approccio emotivo (pro o contro i magistrati) anche se invece “sarà difficile non scendere su questo terreno visto che il comitato per il Sì sta facendo questo” ricordando come la presidente del consiglio Giorgia Meloni ad Atreju abbia citato il caso Garlasco per dire che con la riforma una situazione giudiziaria come quella non potrà più verificarsi. “Una fake news gigantesca” ha detto il professore emerito, a partire dal fatto che quella vicenda è tutta centrata su pm e investigatori.

Gialuz ha voluto poi mettere l’accento sulle “figurine” utilizzate dal comitato del Sì per sostenere che tante figure autorevoli anche nella magistratura sarebbero a favore della riforma. Tra queste “si usa molto Giovanni Falcone” ha ricordato  il docente spiegando però che “è vero che Falcone pensava a un pm forte con una formazione specifica perché pensava che i pm di allora non fossero sufficientemente formati, ma da nessuna parte ha mai detto che servivano due Csm. E lo stesso vale per Giuliano Vassalli: anche lui aveva rilasciato un intervista nel 2008 sulla separazione delle carriere che tuttavia è giò stata progressivamente attuata, ma ha sempre parlato di una riforma prudente”. Per questo a nome del comitato chiede di “mettere giù le mani da persone che non possono rispondere a questa strumentalizzazione”.

Autore
Genova24

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