Referendum su cittadinanza delude, ma Magi rilancia: si riparte subito

  • Postato il 9 giugno 2025
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Referendum su cittadinanza delude, ma Magi rilancia: si riparte subito

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Roma, 9 giu. (askanews) – Stop al referendum sulla cittadinanza.
A decretarne l’insuccesso certamente la mancanza del quorum, ma
anche un risultato peggiore rispetto agli altri quattro quesiti
sul lavoro che erano stati proposti dalla Cgil. Perché solo due
terzi di chi ha votato, ha scelto il sì per chiedere di ridurre
da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia per ottenerla.

A metterci la faccia, tra le forze politiche, c’è solo Riccardo
Magi, leader di +Europa, tra i fondatori del comitato promotore,
in una conferenza stampa allestita alla Soho House a San Lorenzo
a Roma. Magi ammette la sconfitta ma non rinuncia a dare una
lettura su numeri e cause: “ha vinto l’astensionismo organizzato
che si è fatto forte dell’astensionismo spontaneo. Ma noi non ci
sentiamo sconfitti e non devono sentirsi sconfitti i milioni di
cittadini che sono andati a votare sì” perché è stato rimesso al
centro un tema che “era sparito dalla discussione pubblica”.

Per Magi il referendum rappresenta un “punto di partenza”. Se
la prende con la premier Meloni che “gioisce” ma, avverte,
“puntare sull’astensionismo si ritorcerà contro” e ce l’ha con la
proposta del centrodestra di alzare il numero delle firme
necessarie per un referendum da 500mila a 1 milione. Definisce
“vergognose” le parole del vicepremier Antonio Tajani sui costi
del referendum e lo invita a guardare a quelli dei centri per
migranti in Albania. E al leader della Lega Matteo Salvini,
risponde: la cittadinanza “non è un regalo. Il tema è solo
rimandato”.

Il “vulnus” da affrontare è il quorum, sottolinea, divenuto un
“ostacolo alla democrazia”. Alle altre opposizioni propone un
terreno comune per “abrogarlo o revisionarlo” e un’azione comune
su una Pdl unitaria di riforma della cittadinanza che superi
“un’ingiustizia che ferisce a fondo le istituzioni democratiche,
la coesione sociale e la dignità di milioni di persone nel nostro
paese”. Poi replica a chi sostiene che il tema si sarebbe dovuto
affrontare in Parlamento: “Il Parlamento è annientato dai decreti
legge del governo. Ius scholae e Ius Italiae è diventato Ius
niente”.

Quello di Magi è stato un percorso iniziato in solitaria insieme
al comitato promotore, cui hanno aderito oltre 160 associazioni
tra cui gli Italiani senza cittadinanza. Cui solo in seguito si
erano affiancati Avs e il Pd. Se l’esito fosse stato diverso
forse sarebbe stato girato un altro film. Il commento della
segretaria del Pd Elly Schlein arriva poco dopo le 18 con una
nota per ringraziare le “oltre 14 milioni di persone che hanno
deciso di votare” e assicurare che l’impegno proseguirà in
Parlamento su lavoro e cittadinanza, “temi costitutivi per una
forza progressista”. Il presidente M5S, Giuseppe Conte, sui
social, critica le “esultanze sguaiate dei ‘tifosi’ della
politica” e chiede di portare rispetto ai “circa 15 milioni di
cittadini che sono andati a votare” e ” agli oltre 12 milioni che
hanno votato sì” per “maggiori tutele nel mondo del lavoro”
(d’altronde il movimento aveva dato libertà di coscienza sul
quinto quesito ritenendo che il Paese non fosse “pronto”). Per
Magi cruciale, in negativo, è stata quella che definisce
“l’espulsione dalla Rai”. E ironizza amaro: se si fosse votato su
Garlasco “sicuramente” il quorum si raggiungeva.

L’atmosfera alla Soho house rispecchia la delusione. Il
co-presidente del comitato promotore (ci sono Antonella Soldo,
Daniela Ionita, presidente portavoce Italiani senza cittadinanza,
Francesca Druetti di Possibile, Kwanza Musi dos Santos,
l’attivista Deepika Salhan che interviene da remoto), il
coreografo danzatore Sonny Olumati, figlio di genitori nigeriani,
però invita a “non” fare le “facce da funerali perché ogni
cambiamento ha bisogno di tempo e inizia sempre con un bagno di
verità, questo è stato il nostro bagno di verità. E io sono
contento, perché ogni volta che bisogna costruire qualcosa si
parte sempre dalle fondamenta, questo è il nostro primo mattone”.
E conclude: “il futuro è già qua, bisogna solo guardarlo e non
farsi trovare impreparati. E come ha detto qualcuno ‘non ci
vedranno arrivare'”.

Cos

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