Referendum Landini, quanto costa? A chi serve? Ai giovani? Ma se disertano i comizi

  • Postato il 11 maggio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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La politica non ha abbandonato i referendum. Li ha soltanto accantonati per la morte di Francesco e l’elezione di Leone XIV.

Settantadue ore, più o meno. Poi, è di nuovo cominciata la bagarre. Primo: si deve andare a votare per i referendum di giugno?  La destra dice: “Rimanete a casa”; la sinistra si indigna perchè questa è propaganda addirittura anti costituzionale.

Che Paese è mai il nostro se Mattarella invita gli italiani ad esprimersi e La Russa sarebbe oltremodo felice se quel giorno si andasse tutti al mare o in campagna?

Il giro d’Italia di Landini

Referendum Landini, quanto costa? A chi serve? Ai giovani? Ma se disertano i comizi
Referendum Landini, quanto costa? A chi serve? Ai giovani? Ma se disertano i comizi – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

La polemica si fa rovente. Maurizio Landini imita i ciclisti e sta facendo il giro d’Italia. Il leader della Cgil ne ha per tutti coloro che non hanno capito l’importanza di questa consultazione. Mena fendenti anche a quella parte minoritaria del Pd che è incerta per non dire contraria. Comunque è sicuro: nonostante i sondaggi, il “si” vincerà, a dispetto dei numeri che circolano. I quali ritengono che oltre il trenta per cento degli italiani non è attratta dall’evento.

Da quell’uomo furbo e navigato che è, Landini cerca di aggiustare il tiro. Non facendo marcia indietro, quella mai. Dice soltanto che canterebbe vittoria se i voti fossero più di quelli riportati dalla destra alle elezioni politiche. “Ci potremmo dire soddisfatti”, confessa.

Pur di non riconoscere che se non si raggiungesse il quorum (e cioè il cinquanta per cento più uno degli aventi diritto al voto) si dovrebbe parlare solo di sconfitta.

Il mare è in tempesta nei Palazzi. Il Pd è perplesso se non sconcertato dinanzi all’atteggiamento di una parte degli iscritti che prima si era detta convinta della bontà del Jobs Act (in difesa del lavoro), poi quando si è stati al dunque, cioè a oggi, ha storto la bocca e appare titubante.

Referendum e sondaggi

Elly Schlein è fuori di sè, non riesce mai a mettere tutti d’accordo. Però stavolta sarà inflessibile: minaccia purghe anche se questo sostantivo riguarda il passato dei nostalgici, i nemici di sempre.

Come andrà a finire, non si può prevedere, sondaggi a parte. “Spesso si sono rivelati una bufala”, ritengono i più stretti collaboratori della segretaria di via del Nazareno e del suo alleato Maurizio Landini. “Stiamo lavorando e continueremo a lavorare per i giovani”, sostengono i fautori del referendum.

Poi qualcuno va a verificare e si accorge che ad Alessandria, ultimo comizio della Cgil, i giovani saranno stati si e no una ventina. Al contrario degli ultra sessantenni, numerosi e contenti.

Giorgia Meloni tace. Lei, da tempo immemorabile, mangia pane e politica e sa che in determinate circostanze, è meglio rimanere in silenzio. Parlano gli esponenti che sono più vicini alla premier: “Decideranno gli italiani”, affermano senza aggiungere altro.

Nel centro destra, c’è, però, chi non ha peli sulla lingua e si lascia andare. Il solito ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida che spesso la Meloni vorrebbe tirare per la giacca. “E’ solo un problema della sinistra che non trova pace”, spiega. “Mi sembra più un congresso del Pd che vive tra mille correnti. Agli italiani questi referendum interessano poco o niente”. Alle parole dell’esponente dei Fratelli d’Italia, qualcuno aggiunge una cifra che non farà molto contenti gli italiani. L’appuntamento dell’otto e del nove giugno costerà 140 milioni. Chi li pagherà questi soldi? “Indovinate”, replicano un pò stizziti e un pò ironici i fautori del no.

Oltre ai problemi del lavoro, gli italiani sono invitati a rispondere pure sul diritto di cittadinanza. Oggi la legge dice che uno straniero che voglia diventare italiano lo può richiedere solo dopo dieci anni di vita nel nostro Paese. La sinistra vorrebbe ridurre questa permanenza a cinque anni ed ecco quindi che si innesta una nuova polemica, se volete anche vecchia. “Permettere a tutti l’ingresso nel nostro Paese, oppure difendere a spada tratta la nostra italianità.

Se per qualche giorno, le risse politiche si sono interrotte lo dobbiamo solo all’elezione del nuovo Papa. Non si poteva presentare alle centinaia di migliaia di stranieri che hanno invaso Roma una città in cui il Parlamento diventa spesso e volentieri solo un luogo dove non ci sono avversari politici, ma nemici.

Leone XIV ha predicato la pace, è stato il primo sostantivo che ha ripetuto nove volte durante il suo primo discorso. Allora, dimentichiamo le risse e per una settimana o poco più, andiamo tutti al Foro Italico.

Gioca Sinner e ieri in campo per la prima volta dopo la squalifica c’erano ad applaudirlo undicimila tifosi. Non sarebbe più bella un’Italia così orgogliosa di avere fra i suoi figli il numero uno del mondo?

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Autore
Blitz

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