Referendum cittadinanza, il sondaggio: il 51% degli intervistati è a favore. Ma in 3 su 5 non conoscono la legge attuale
- Postato il 22 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sul piano teorico, la maggioranza assoluta degli elettori è favorevole al quesito che chiede di dimezzare da dieci a cinque anni il tempo di residenza in Italia necessario per richiedere la cittadinanza. A dirlo è un’indagine realizzata da YouTrend, presentata giovedì alla sede della Stampa estera, a Roma, dal presidente dell’istituto di ricerca Giovanni Diamanti insieme ai promotori del referendum dell’8 e 9 giugno, tra cui il segretario di +Europa Riccardo Magi. La domanda sottoposta ai 775 intervistati era la seguente: “Immagina il caso di una persona straniera residente in Italia continuativamente dal 2019, senza nessun precedente penale e con un reddito dimostrabile sufficiente a garantire il suo sostentamento. Secondo te, questa persona dovrebbe poter richiedere la cittadinanza nel 2025?”. Il 51% del campione ha risposto di sì, il 38% di no, l’11% non si è espresso. Le percentuali ovviamente variano moltissimo a seconda dell’orientamento politico: tra gli elettori di Alleanza Verdi e Sinistra i sì arrivano al 95%, tra quelli del Pd all’84%, al 70% tra quelli di Azione, +Europa e Italia viva. A sorpresa, poi, i favorevoli nell’elettorato di Forza Italia superano quelli nel bacino del Movimento 5 stelle: 48% contro 42%. Il dato crolla invece tra i simpatizzanti di Fratelli d’Italia (19%) e Lega (18%).
Per quanto riguarda l’informazione sul quesito, è del 41% la quota di intervistati in grado di distinguere senza errori i tre criteri reali per richiedere la cittadinanza (dieci anni di residenza, assenza di precedenti penali, reddito dimostrabili) da altri tre frutto di fantasia (lavoro dipendente, almeno due referenze di cittadini italiani, provenienza da Paesi democratici). La percentuale però sale al 60% tra chi ha deciso di recarsi alle urne. Solo il 12% del campione si aspetta che la consultazione raggiunga il quorum del 50% + uno degli aventi diritto: anzi, la maggioranza degli interpellati ritiene che l’affluenza si fermerà sotto il 40%. “Gli italiani non sono adeguatamente informati. Più cresce la conoscenza, più cresce al propensione al voto e al sì. Non c’è una conoscenza approfondita di cosa prevede la legge e chi sostiene le ragioni del no si sottrae al confronto”, commenta il segretario di +Europa Magi. “Abbiamo raccolto 640mila firme in tre settimane e abbiamo capito che ce l’avremmo fatta quando il link del nostro referendum è finito nelle chat delle scuole, dei genitori. Se si fornisce un’informazione concreta, cresce la propensione a votare”, afferma.
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