Record di soldi pubblici allo sport: 600 milioni. Ma tra Giochi invernali e del Mediterraneo sono già quasi finiti
- Postato il 20 luglio 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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C’è una buona notizia per lo sport italiano: nel 2025, i contributi statali destinati al settore raggiungeranno il massimo storico, con altri 180 milioni di euro pronti ad aggiungersi al minimo garantito di 410, quasi 600 in totale. La brutta notizia, però, è che siamo soltanto a luglio e i soldi sono già quasi tutti finiti. Il governo li ha impegnati per i grandi eventi, dalle Olimpiadi di Milano-Cortina ai Giochi del Mediterraneo, e per il movimento restano solo le briciole.
È l’effetto della famosa riforma Giorgetti del 2018: ricordata soprattutto per la creazione controversa della partecipata “Sport e Salute” per togliere la gestione di soldi e potere al Coni di Malagò, aveva in realtà istituito anche un altro meccanismo, su cui il giudizio positivo è sempre stato unanime. Il famoso principio del 32% per il finanziamento allo sport: in passato, ogni anno il Coni doveva elemosinare dal governo il contributo statale, che si era ormai attestato da tempo – più per convenzione che per altro – intorno quota 400 milioni. Giorgetti ha trasformato quella cifra in un canone fisso, aggiungendoci però dell’altro: allo sport spetta il 32% del gettito fiscale prodotto dal settore. Ogni anno le entrate vengono accertate dallo Stato e se la cifra supera i 410 milioni la differenza si aggiunge al minimo garantito. Così negli ultimi anni lo sport ha sempre potuto beneficiare di un “tesoretto” che solitamente era stato ripartito da Sport e Salute a Federazioni ed enti di promozione.
Ecco dunque la novità: nel 2025, il Ministero dell’Economia ha accertato in 181,5 milioni di euro la somma derivante dalla riforma Giorgetti. È un record: lo scorso anno l’importo era stato di 154 milioni. La notizia è contenuta nel dossier che accompagna l’ultimo Decreto Sport, approvato in Consiglio dei ministri a fine giugno e attualmente in fase di conversione in Parlamento. Tra le pieghe dello stesso documento, però, arriva anche la stangata: di questi 181 milioni, il governo ne ha già impegnati ben 129, il 70%.
Come, è presto detto. Quattro milioni sono stati destinati alle borse di studio agli universitari per meriti sportivi che ha voluto istituire il ministro Abodi, un contributo da 5mila ciascuno per mille ragazzi che portano avanti gli studi insieme all’attività agonistica, piccola misura di buon senso. Il grosso però se n’è andato per finanziare i soliti noti: altri 25 milioni per i disastrati Giochi del Mediterraneo di Taranto, che ne avevano attinti altrettanti dallo stesso fondo già l’anno scorso (e potrebbe non essere finita); addirittura 100 per Milano-Cortina, con la scusa del commissario alle Paralimpiadi, il trucchetto utilizzato per scorporare oltre 300 milioni di costi e salvare il bilancio in rosso della Fondazione.
È la conferma che i grandi eventi, almeno in Italia, si rivelano sempre dei pozzi senza fondo e invece di trainare il movimento finiscono per prosciugare le risorse pubbliche a esso destinate. Perché questi sono tutti soldi che non arriveranno alle associazioni, agli atleti e ai tecnici che praticano davvero lo sport sul territorio. Era già successo qualcosa del genere lo scorso anno, quando il governo aveva attinto da questo fondo sempre per i Giochi del Mediterraneo e per ripianare le perdite del Coni. Stavolta però la situazione è drammatica perché del tesoretto “extra” rimangono solo una cinquantina di milioni. E siamo ancora a luglio, mentre di solito le emergenze si presentano in autunno, quando vengono fuori le solite mance e mancette da distribuire in manovre (ad esempio già si dice che ai Giochi del Mediterraneo servano ulteriori 20 milioni). Così se nel 2024 alla fine gli organismi sportivi avevano ricevuto 47 milioni in più (ma partendo da un totale più basso, di 154) stavolta rischiano di non vedere proprio un centesimo. Tra le Federazioni, che aspettano con ansia i contributi distribuiti da Sport e Salute, scatterà presto l’allarme.
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