Reclutati su TikTok e spediti in guerra: storie dei mercenari colombiani arruolati da Kiev. “Indennità? No, i corpi non vengono restituiti”

  • Postato il 8 marzo 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Io la primavera la vedo lontana”, è il messaggio di commiato con cui il 40enne colombiano Luis Felipe Gutierrez Valencia ha salutato i propri familiari in patria, in un video inviato su WhatsApp, prima di partire in una missione suicida a pochi chilometri dal confine russo. Nessuna notizia, da allora. “Dovevano recuperare una trincea, ma qualcosa è andato storto”, ha commentato Juliana, sorella del volontario arruolato nella Legione internazionale ucraina. “I compagni mi hanno riferito la sua morte. Abbiamo bisogno del corpo, ma il governo ucraino non conferma né smentisce il decesso”. I familiari, in preda alla disperazione, chiedono aiuto per recarsi direttamente in Ucraina in cerca di verità.

Un dramma simile lo stanno vivendo le famiglie di Edgar Brito Camargo, caduto insieme ad altri nove colombiani, tutti membri della Brigata 59, in un’operazione a Krasnohorivka, nell’oblast’ di Doentsk. La morte di Camargo è stata confermata su TikTok da uno dei profili in lingua spagnola legati alla Legione, “Enfoque Latino”, ma l’ambasciata colombiana non ha ricevuto conferma da parte di Kiev. In quella missione è caduto anche Jorge Luis, fratello di Juan Perdomo, che ha fatto parte della Brigata 59 e del Battaglione 204. “Non c’era strategia, siamo stati inviati in una zona ma i russi erano in vantaggio”, racconta Juan, 27enne ora rientrato in Colombia, a France24 denunciando di aver combattuto “per oltre un mese senza contratto né remunerazione”.

Quanto ai decessi, senza l’ufficialità di Kiev non c’è indennità per i familiari. Si tratta di 380mila euro. E qualche volta l’ufficialità è stata omessa anche dopo il ritrovamento dei cadaveri. È capitato con la salma di Jesús Gamboa Vergel, sottoposta ad accertamenti e mai tornata in patria. La Legione, che Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare senza esito positivo, sostiene sul proprio sito che il risarcimento è “una procedura lunga”, che “possono passare anche oltre sei mesi prima di iniziare a ricevere dei pagamenti”. Occorre inoltre un conto corrente in Ucraina, ma molte famiglie non riescono ad aprirlo.

Quelli di Luis Felipe, Edgar e Jesùs non sono casi isolati, ma rispecchiano un fenomeno più ampio. I colombiani in Ucraina sono più di un migliaio, e ne sono morti più di 300 secondo Bogotà. Fanno tutti parte della Legione internazionale ucraina costituita il 27 febbraio 2022, poche ore dopo l’invasione russa. La stessa è arrivata a vantare oltre 20mila unità provenienti da 50 Paesi, secondo fonti ucraine. Mosca, che vanta anch’essa un elevato numero di mercenari provenienti da Cuba, Corea del Nord e altri Paesi, parla di 13mila unità presenti in Ucraina provenienti da 115 nazioni e sostiene di averne eliminate 6mila in combattimento.

I mercenari ispanofoni vengono spesso adescati su TikTok, dove la Legione ha dispiegato una massiccia campagna di propaganda. I testimonial sono gli stessi mercenari che, secondo fonti ucraine, seguono precise linee di comunicazione fornite dall’esercito. E i testimonial mettono tutta la carne al fuoco: parlano di donne, concetti pratici e pagamenti di 4.800 euro al mese (più di dieci stipendi minimi in Colombia). L’importo fa gola anche ai soldati con oltre sei anni di servizio, che guadagnano poco più di 600 euro al mese. La realtà degli arruolati è quindi lontana dalla narrazione romantica dei volontari che combattevano per un ideale.

Chi va in Ucraina spera di uscire da debiti e povertà, anche rischiando la propria vita. Lo sa bene chi ha fatto postare, in primo piano del sito della Legione, “ora accettiamo soldati che parlano soltanto lo spagnolo”, assicurava l’esercito ucraino sostenendo di essersi munito di trainer ispanofoni pronti ad accogliere le nuove leve. Del resto, basta poco per arruolarsi: il passaporto va scansionato sul portale ildu.com.ua, così come i documenti che attestano l’eventuale esperienza militare, in caso ci siano, e un generico formulario sull’anagrafica.

I requisiti sono pochi: avere dai 18 ai 60 anni, che è la fascia d’età per il reclutamento in Ucraina, buona forma fisica e nessun precedente penale. L’arrivo in Ucraina dev’essere autofinanziato, in quanto l’armata ucraina non prevede assistenza per visti o altro. E c’è chi si indebita per il viaggio, vedendolo come un investimento. La feroce campagna di reclutamento è stata a sua volta sostenuta da diverse compagnie private tra cui Academi, nata dalla controversa Blackwater,oltre a Cssg, A4SI e altre.

L’obiettivo era quello di compensare il venir meno delle unità ucraine, stremate dal conflitto, e con un’età media di 43 anni. Ma l’esperimento non ha funzionato: alle prime difficoltà sul campo gli ucraini hanno scaricato la propria frustrazione contro i colombiani, torturandoli e accusandoli di scarso rendimento sul campo. E chi ha potuto è fuggito da quell’inferno, anche senza un soldo.

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Il Fatto Quotidiano

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