Recaro pronta a rinascere: 160 assunzioni in cantiere

  • Postato il 15 maggio 2025
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Un anno fa, il marchio Recaro Automotive – azienda simbolo dei sedili sportivi ad alte prestazioni – era sull’orlo del baratro. Oggi, invece, il suo futuro si tinge dei colori del tricolore. Merito di Proma, il colosso italiano della componentistica per auto che ha deciso di salvare il brand e rilanciarlo con un piano industriale ambizioso, made in Italy fino all’ultima cucitura. Il cuore pulsante della rinascita? Il sito produttivo di Caselette, alle porte di Torino. Una scelta non solo logistica, ma strategica. “Lì vogliamo costruire un campus dell’eccellenza manifatturiera”, spiega senza mezzi termini Luca Pino, amministratore delegato di Recaro Automotive e figura chiave di questa operazione industriale.

Dalla Germania a Caselette: il grande trasloco

Il progetto, che promette di trasformare l’area in uno dei principali hub europei dell’ingegneria automotive, prevede 159 nuove assunzioni – che porteranno il totale degli addetti a 479 – e una completa riconversione dell’impianto. “Non ci limiteremo a produrre: vogliamo innovare, formare, creare un polo che sia anche sociale e aperto al territorio”, aggiunge il CEO calabrese, con alle spalle 25 anni di esperienza nel settore.

Il piano industriale, che si estende fino al 2030, ha un obiettivo preciso: trasferire l’intera produzione Recaro dalla Germania al Piemonte. Una scommessa controcorrente, in un’Europa che spesso assiste passivamente alla delocalizzazione verso Est o l’Asia. Ma Proma – che vanta 5.500 dipendenti e 26 stabilimenti in tutto il mondo, con un fatturato da 1,1 miliardi – ha deciso di andare nella direzione opposta.

A Caselette sorgerà un vero e proprio “Recaro Campus”, un complesso integrato che ospiterà non solo la produzione, ma anche un centro di ingegneria avanzata, un reparto per i componenti in carbonio e una Academy per la formazione tecnica e professionale. E non finisce qui: il campus sarà anche uno spazio con servizi per i lavoratori e la comunità locale, tra cui una palestra, un asilo nido, un impianto sportivo e persino un presidio sanitario.
Siamo già al lavoro per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. Vogliamo fare le cose per bene, nel rispetto dell’ambiente e del territorio”, precisa Pino, che parla del progetto con un entusiasmo contagioso. “Sono un fan di Recaro da sempre. Quando ho capito che stava per finire tutto, ho deciso che dovevamo intervenire”.

Il rilancio parte dai grandi eventi

I segnali della ripartenza non si sono fatti attendere. Recaro è già tornata sotto i riflettori in eventi iconici come il Trackday del Nürburgring, dove la passione per le auto corre ancora veloce, e sarà presente al Salone Auto Torino e al MIMO, a testimonianza di un marchio che ha ancora tanto da dire nel mondo delle quattro ruote.

Ma gli orizzonti vanno ben oltre i confini nazionali. “I mercati di riferimento restano Europa, Stati Uniti e Asia, ma la crescita più dinamica la attendiamo dalla Cina, dal Medio Oriente e dall’America Latina”, anticipa il CEO.

Una scommessa sul talento italiano

Il caso Recaro dimostra che la manifattura italiana può ancora essere protagonista, se sostenuta da visione, investimenti e coraggio imprenditoriale. “Il nostro Paese ha tutto per tornare a essere un leader tecnologico e produttivo. Noi ci crediamo e lo stiamo dimostrando coi fatti”, conclude Pino.

Nel frattempo, a Caselette si respira aria nuova. Non solo quella che attraversa le Alpi, ma anche quella di chi sa che il rilancio passa per il lavoro, l’innovazione e un pizzico di orgoglio nazionale. E mentre i macchinari riprendono a girare e i primi nuovi tecnici varcano i cancelli dello stabilimento, Recaro torna a sedersi là dove le grandi storie industriali meritano di stare: al posto di guida.

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