Raoul Bova, non solo lui: si indaga su un sistema per estorcere denaro ai vip

  • Postato il 30 luglio 2025
  • Di Panorama
  • 1 Visualizzazioni

Sull’intricata vicenda che vede coinvolto Raoul Bovasi allunga l’ombra della premeditazione. Gli inquirenti della Procura di Roma, che hanno aperto un’indagine dopo la denuncia presentata dall’attore alla Polizia Postale per presunta estorsione, sospettano che dietro il caso possa celarsi un vero e proprio “sistema” strutturato per colpire personaggi famosi. Non solo un episodio isolato, dunque, ma forse parte di un meccanismo più ampio e organizzato per mettere sotto scacco i vip e costringerli a pagare per evitare scandali.

L’attore, protagonista della serie Don Matteo, potrebbe essere caduto in una trappola ben congegnata, e secondo gli investigatori non sarebbe l’unico volto noto finito nel mirino.

Le incongruenze fra Martina Ceretti e Federico Monzino

Gli elementi che non tornano sono molti, soprattutto nelle dichiarazioni rese da Federico Monzino e Martina Ceretti. Lei, 23 anni, modella romana, ha intrattenuto un rapporto di natura privata con Bova per circa due anni, culminato in un incontro in un hotel di lusso. Lui, 29enne milanese, appartiene a una famiglia di imprenditori ed è l’unico al momento ad essere formalmente denunciato.

Monzino ha ammesso di aver passato le conversazioni e i messaggi vocali tra Bova e Martina a Fabrizio Corona, che poi li ha diffusi pubblicamente nel programma Falsissimo. Tuttavia, nega fermamente di aver ricattato l’attore.

Né Martina Ceretti né Fabrizio Corona risultano indagati al momento, ma i telefoni dei tre protagonisti sono stati sequestrati per chiarire l’esatta dinamica dello scambio di messaggi e file. Gli investigatori avrebbero riscontrato diverse incongruenze tra le versioni fornite da Ceretti e Monzino, e questo potrebbe aggravare la posizione della modella.

La rubrica di Martina Ceretti

Gli occhi degli inquirenti ora sono puntati proprio su Martina Ceretti. La 23enne ha cercato di prendere le distanze dalla vicenda, dichiarando di aver condiviso con Monzino i file audio di Bova “in buona fede e senza secondi fini”. Ma secondo la versione fornita da Monzino, sarebbe stata proprio lei a spingere per il contatto con Corona, nel tentativo “di diventare famosa”.

Una versione che accresce i sospetti sul ruolo della ragazza, che potrebbe aver avuto un coinvolgimento ben più attivo rispetto a quello di una semplice amante. Nella rubrica del suo telefono, infatti, compaiono diversi nomi di personaggi pubblici, un dettaglio che alimenta il sospetto che la sua frequentazione con Bova non sia stata del tutto disinteressata.

Il ricatto via sms

Nel frattempo, la Procura ha ricostruito in dettaglio la sequenza dei fatti che configurerebbero il tentato ricatto. Tra l’11 e il 12 luglio, Raoul Bova avrebbe ricevuto circa quaranta sms da un numero spagnolo. Messaggi insistenti e ripetuti, con un unico obiettivo: spingerlo a pagare per evitare la diffusione delle conversazioni compromettenti con Ceretti.

Un pressing che ora è al centro dell’inchiesta, insieme all’ipotesi sempre più concreta che dietro tutto questo ci fosse una strategia ben studiata. Un sistema, appunto, che potrebbe avere altri nomi, altri vip, e nuovi sviluppi.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti