Ranucci in Vigilanza: “Taglio puntate di Report grave”. Corsini: “La Rai ha meno soldi”. E dice: “Ho sollecitato pluralismo del programma”

  • Postato il 5 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La solidarietà, prima di tutto, sbandierata da tutti. Ma poi, quando si entra nel vivo, iniziano i distinguo e le critiche. Nessuna carota né “cognacchini”, questa volta, perché Sigfrido Ranucci è in commissione Vigilanza Rai dopo aver subito un attentato, neanche tre settimane fa. Tuttavia le critiche e le richieste di chiarimento non mancano.

Appare perfino un grafico a torta – copyright Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia – nel quale viene mostrata la percentuale di puntate dedicate all’una e all’altra parte politica. Il conduttore di Report torna davanti alla bicamerale che sorveglia sulle attività d’indirizzo di viale Mazzini, i cui lavori – fermi da un anno – ripartono per l’occasione rompendo lo stallo sulla nomina del presidente Rai. Risponde a tutti, a raffica. Sui costi: “Siamo tra i più virtuosi delle prime serate. Lamentarsi dei nostri costi è come se il Papa si lamentasse del Giubileo”, dice confortato anche dal direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini (“È nella Top3, ma una trasmissione d’inchiesta non può essere giudicata su questo”).

I due, però, divergono sulla questione del taglio delle puntate. Ranucci lo definisce “dolorosissimo” e ammette che c’è stato un confronto aspro con Corsini: “Mi è stato nascosto fino all’ultimo e non era neanche stato detto chiaramente durante la presentazione dei palinsesti. Perché è grave? Avviene per la prima volta, mentre i tagli lineari c’erano già stati e non avevano riguardato Report – dice Ranucci – Tagliare le puntate alla trasmissione che più incarna il servizio pubblico, mortifica il merito e lo spettatore”. Per Corsini, invece, c’è stato un “taglio delle risorse pubbliche” destinate alla Rai che ha costretto a diminuire i budget di tutta l’area.

Non solo. Il direttore dell’Approfondimento Rai ha anche detto di essere “intervenuto più volte fino a scrivere” a Ranucci sul pluralismo sottolineando che “il tempo di parola non è in questo caso un indicatore utile”, come lo è invece per esempio nei tg. Corsini – escludendo qualsiasi “coercizione” – ha spiegato di aver fatto notare al conduttore che i servizi di questo inizio stagione “sono concentrati su soggetti collegati a un unico partito di governo, ma siamo solo a inizio stagione e mi auguro che nei prossimi mesi il programma possa fornire un quadro più ampio”. Ranucci ha poi replicato: “Per pluralismo della Rai si intende il pluralismo dell’intera azienda, non di una singola trasmissione. Posso dare la garanzia che in ogni puntata ci sarà una notizia, al di là del colore politico”.

Sulla vicenda dell’audio riguardante la vicenda Boccia-Sangiuliano, il giornalista ha insistito: “Continuo a ritenere che sia di interesse pubblico. È avvenuta pochi minuti prima che Sangiuliano chiedesse al capo di gabinetto di non firmare il contratto di collaborazione”. La vicenda è poi sfociata nella multa del Garante della Privacy, sul quale si è concentrato la scorsa domenica un servizio di Report, in particolare sulle posizioni di Agostino Ghiglia: “Il Garante ha grandi tecnici, il problema sono coloro che ha messo lì la politica”, ha detto Ranucci.

Di fronte ai commissari che chiedevano se ha ipotesi e piste riguardo alla mano dietro al suo attentato, il conduttore di Report ha detto come già in altre occasioni: “Non riesco a collegarlo. Tra le varie cose, seguiamo una vicenda di un parco eolico in Veneto che vede affari di Matteo Messina Denaro, ‘ndrangheta e persone legate alla politica. E questo parco eloico è stato poi assorbito da una municipalizzata. Lo sapevamo da un collaboratore di giustizia, che è poi stato spostato in un’altra località protetta il giorno dopo l’attentato”.

Non solo: il conduttore ha anche ricordato la possibile pista legata a una mitragliatrice di produzione italiana ritrovata in un cantiere navale. “Ci sono interessi della criminalità italiana e straniera”, ha detto. Mentre di fronte a Maria Elena Boschi che chiedeva del presunto pedinamento dopo una puntata e del “mandato” arrivato dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, del quale ha già parlato in commissione Antimafia, ha chiesto nuovamente di rispondere con seduta segreta. Poi ha però rivelato: “Posso dire che dopo aver rivelato in una puntata che il padre della premier Meloni, con il quale non ha rapporti da anni, trasportava droga per il clan Senese, ho saputo che il sottosegretario ha ispirato l’attivazione dei servizi segreti per seguirmi”.

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Il Fatto Quotidiano

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