Raid israeliano: ucciso Abu Obeida, il portavoce mascherato di Hamas
- Postato il 31 agosto 2025
- Di Panorama
- 6 Visualizzazioni


Le IDF e lo Shin Bet hanno reso noto ieri pomeriggio di aver colpito con un raid aereo un alto esponente di Hamas. Secondo i media israeliani si tratta Abu Obeida, storico portavoce dell’ala militare di Hamas. Dietro questo nome di battaglia si cela Hudayfa Samir Abdallah al-Kahlout, figura che si mostrava sempre con il volto coperto nelle sue apparizioni mediatiche ed è considerata un’icona nella Striscia di Gaza.
L’annuncio congiunto sottolineava che «Prima dell’attacco, sono state adottate numerose misure per ridurre il rischio di danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione, sorveglianza aerea e ulteriori informazioni di intelligence. Le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza violano sistematicamente il diritto internazionale, sfruttando le infrastrutture civili e la popolazione di Gaza come scudi umani per attività terroristiche».
Un’icona della propaganda di Hamas
Per chi segue il conflitto israelo-palestinese, il nome di Abu Obeida evoca immediatamente un volto nascosto da un passamontagna, uno sguardo fisso e dichiarazioni pronunciate con voce ferma. Era l’uomo che, più di ogni altro, aveva trasformato la propaganda militare in uno strumento di mobilitazione e di sopravvivenza politica per Hamas.
La notizia della sua morte, confermata da fonti israeliane e rilanciata con insistenza dai media arabi, segna un passaggio di fase: non solo la perdita di un portavoce, ma la caduta di un’icona che per vent’anni ha incarnato la resistenza di Gaza.
Dalla maschera al mito
Hudayfa Samir Abdallah al-Kahlout, questo il vero nome di Abu Obeida, era diventato portavoce delle Brigate Ezzedin al-Qassam nei primi anni Duemila. Sempre mascherato, parlava nei momenti più tesi: durante le guerre con Israele, gli scambi di prigionieri, le escalation di razzi.
Non era un comandante sul campo né un leader politico, ma il suo ruolo era fondamentale: trasformare ogni dichiarazione in un atto di sfida, ogni apparizione in un messaggio di continuità. La sua costanza e il suo anonimato lo avevano reso una leggenda vivente.
Per Israele, la sua eliminazione rappresenta una vittoria dal forte valore mediatico. Non si tratta soltanto di un’operazione di intelligence riuscita, ma di un messaggio rivolto sia alla popolazione di Gaza sia alla comunità internazionale: nessuno è al sicuro, neppure chi ha fatto della segretezza la sua protezione.
Propaganda e martirio
La storia insegna che figure come Abu Obeida non scompaiono con la morte. Hamas, che da sempre costruisce la propria identità sul concetto di sacrificio, trasformerà probabilmente la sua caduta in un’arma di propaganda.
Manifesti, video e commemorazioni lo presenteranno come un martire, un modello da seguire per le nuove generazioni. In un contesto come quello di Gaza, la trasformazione di una figura reale in icona eterna può avere effetti ancora più potenti della sua presenza.
Un vuoto difficile da colmare
Sul piano pratico, Hamas si trova ora a gestire un problema complesso: sostituire un volto che era diventato insostituibile. La credibilità di Abu Obeida, costruita in vent’anni di apparizioni calibrate, difficilmente potrà essere replicata da un nuovo portavoce.
La sua morte indebolisce il morale dei miliziani, ma può generare anche una nuova ondata di mobilitazione, spinta dal desiderio di vendetta. Sul piano regionale, Hezbollah e altre milizie filo-iraniane hanno già lasciato intendere che useranno la sua eliminazione per intensificare la pressione su Israele.
Un successo con conseguenze imprevedibili
La morte di Abu Obeida non ferma la macchina di Hamas, ma la costringe a ridefinire la propria immagine. Israele rivendica un successo che rafforza la sua posizione internazionale e interna, ma colpire un simbolo può anche alimentare un nuovo ciclo di violenza.
Abu Obeida non sarà più la voce mascherata delle Brigate al-Qassam, ma il suo mito potrebbe sopravvivere oltre la sua persona, trasformando l’assenza in un’eco ancora più potente e difficile da contenere.