Raid israeliano a Gaza uccide 9 persone, tre sono giornalisti. Hamas: “Violata la tregua”. Idf: “Colpiti terroristi”

  • Postato il 15 marzo 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nove persone sono state uccise in un attacco israeliano con un drone a un veicolo a Beit Lahiya, nel nord di Gaza. Tra le vittime, secondo il Centro per la protezione dei giornalisti palestinesi, ci sono anche tre giornalisti. Fonti palestinesi riportano che uno di loro sarebbe Mahmoud Isleem, un fotografo che ha lavorato per l’agenzia turca Anadolu. Per Hamas, col “massacro orribile” di oggi, Israele ha violato la tregua, prendendo di mira un gruppo di giornalisti e operatori umanitari. Al contrario, l’Idf ha riferito di aver colpito “dopo aver identificato due terroristi che utilizzavano un drone che rappresentava una minaccia per le truppe israeliane nella zona”. I due miliziani sono stati presi di mira in un attacco e poco dopo, “altri terroristi hanno raccolto l’equipaggiamento operativo del drone e sono saliti su un veicolo”, afferma l’Idf. Il gruppo di miliziani che aveva raccolto l’equipaggiamento è stato preso di mira in un secondo attacco, aggiunge l’esercito. Dall’inizio del cessate il fuoco a gennaio, sono oltre cento i palestinesi morti negli attacchi israeliani nella Striscia.

Gli ostaggi e il futuro dei gazawi – Sul fronte degli ostaggi, un alto funzionario di Hamas, che ha mantenuto l’anonimato, ha dichiarato che l’ostaggio israelo-americano Idan Alexander e i corpi degli altri quattro ostaggi Usa saranno rilasciati solo se Israele andrà avanti con l’attuale accordo di cessate il fuoco a Gaza. Secondo il funzionario i colloqui dovrebbero iniziare il giorno del rilascio e durare non più di 50 giorni. In cambio Hamas chiede il rilascio di detenuti palestinesi. Nel frattempo, dopo che tre giorni fa il presidente Usa era sembrato rimangiarsi il progetto di spostare tutti gli abitanti Gaza per farne una riviera, fonti americane e israeliane hanno raccontato all’Ap che Washington e Gerusalemme hanno contattato funzionari di Sudan, Somalia e Somaliland per discutere del reinsediamento dei gazawi. I primi due avrebbero già respinto la proposta.

Riguardo poi al fronte libanese, prende corpo la posizione israeliana sul confine. Il ministro della Difesa Israel Katz ha affermato che l’Idf rimarrà dispiegato in cinque punti strategici che controllano la zona cuscinetto nel Libano meridionale ‘a tempo indeterminato’ e indipendentemente dai negoziati sui 13 punti contesi della frontiera. Israele e Libano hanno tenuto colloqui diretti all’inizio della settimana.

Intanto, da indiscrezioni dei media israeliani si è appreso che dell’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff, dopo aver lasciato Mosca nella notte tra giovedì e venerdì, è atterrato a Baku per coordinare rapporti di partenariato tra Israele, Stati Uniti e Azerbaigian. La visita di Witkoff, rafforza – secondo gli analisti – la valutazione secondo cui Baku potrebbe svolgere un ruolo diplomatico chiave in un futuro molto vicino, specie nei rapporti con Mosca.

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