Ragazza down multata sul bus per un biglietto di colore sbagliato, scoppia la polemica. Tpl: “Disponibili a incontrare la famiglia”
- Postato il 8 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Un biglietto pagato (anzi, tre) e regolarmente timbrato, ma del colore sbagliato. E scatta la multa. Solo che la protagonista dell’episodio è una ragazza affetta da sindrome di Down. E, per lei, quella che per tanti sarebbe una semplice “disavventura” diventa un dramma.
E’ successo ieri a bordo di un bus Tpl. La ragazza è salita a bordo con in mano tre biglietti, e ne ha regolarmente obliterato uno. I biglietti di Tpl, però, funzionano “a zone”, contraddistinte da colori diversi: a seconda della lunghezza del viaggio serve un biglietto specifico. E il biglietto timbrato dalla ragazza non era quello del colore “giusto” per quel tipo di viaggio. Così, quando una giovane controllora è salita a bordo e si è accorta dell’errore, ha chiesto i documenti alla ragazza e l’ha multata. Un provvedimento a cui la giovane ha reagito piangendo.
La storia, comprensibilmente, in queste ore sta scatenando l’indignazione di molti, soprattutto di chi con i ragazzi down ha a che fare quotidianamente. Ad esempio Fabio Incorvaia, il pluricampione del mondo di moto d’acqua che ha “inventato” la Jet Ski Therapy: “Multare una ragazza perchè aveva un biglietto dell’autobus del colore sbagliato e farla piangere è disumano – tuona sulla sua pagina Facebook – Non è un trasgressore. Aveva tre biglietti con sé, la ‘controllora’ poteva anche fargliene timbrare un altro o farle pagare l’integrazione”.
La questione non è ovviamente legata alla multa in sé – 60 euro – quanto all’aspetto umano della vicenda: davvero, è la domanda che si pongono in molti sui social network, non esisteva una alternativa alla multa? Di fronte all’evidenza del fatto che non si trattava di una “furbata” ma di un semplice errore (la ragazza aveva un biglietto timbrato con sé), non era possibile, se non “chiudere un occhio”, almeno adottare un provvedimento alternativo come pagare una integrazione o acquistare il biglietto giusto a bordo?
L’episodio è ovviamente giunto in breve tempo all’attenzione dei vertici di TPL Linea, l’azienda di trasporto pubblico, che con una nota ufficiale esprime “il proprio rammarico e riafferma con forza i valori che guidano quotidianamente il proprio operato: rispetto della persona, inclusione, ascolto e responsabilità sociale“.
L’azienda, hanno fatto sapere, “si è immediatamente attivata per ricostruire l’accaduto e ha dato piena disponibilità a incontrare la famiglia coinvolta, con l’obiettivo di aprire un dialogo costruttivo e di trasformare ogni segnalazione in un’occasione di crescita“.
“Crediamo fermamente – aggiungono dall’azienda – che un servizio pubblico non debba limitarsi a garantire collegamenti sicuri ed efficienti, ma debba anche promuovere un ambiente accogliente, attento ai bisogni di ogni individuo, soprattutto nei confronti delle persone più fragili. Per questo, siamo impegnati in un percorso di formazione e sensibilizzazione continua del nostro personale, volto a rafforzare la cultura dell’inclusione e a prevenire ogni possibile forma di discriminazione o mancanza di attenzione”.
TPL Linea “rinnova così il proprio impegno a favore di una mobilità non solo sostenibile, ma anche profondamente rispettosa dei diritti e della dignità di tutti”.