Radu Jude torna al cinema con "Do Not Expect Too Much From The End Of The World"
- Postato il 11 novembre 2024
- Di Tgcom24
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Radu Jude torna al cinema con "Do Not Expect Too Much From The End Of The World"
La trama Angela è un'assistente di produzione impegnata nella ricerca di persone che hanno subito gravi infortuni sul posto di lavoro da intervistare per un documentario commissionato da una multinazionale con il pretesto di sensibilizzare i propri dipendenti sull'argomento. Sempre in macchina su e giù per Bucarest, divisa senza sosta tra interviste, riunioni e social network, deve anche affrontare l'intenzione di un'azienda edile di voler appropriarsi del terreno del cimitero in cui è sepolta sua nonna per costruire un condominio di lusso. Sullo sfondo, la nuova Romania post totalitaria divisa tra tecnologia e capitalismo e le loro idiosincrasie.
Lo stile di Radu Jude Radu Jude mixa materiali eterogenei per creare una dialettica, tra piani sequenza di un'errante protagonista, quasi una Ulisse arrabbiata, ripresa in un bianco e nero granuloso, che contrasta con il colore in 35mm di alcune scene di "Angela merge mai departe", film prodotto nel 1981, per collegare la Bucarest dell'epoca comunista di Nicolae Ceaușescu e quella capitalista dall'entrata nell'Unione Europea. Uno scontro di opposti anche tra moderno e passato, sotteso in tutto il film, sia dal punto di vista stilistico che da quello del piglio comico e tragico che si intrecciano.
Il regista aveva vinto l'Orso d'oro a Berlino nel 2021 per "Sesso sfortunato o follie porno", che qui riesce addirittura a superare, apparendo ancora più forte nei temi e negli stili. Del nuovo film lui stesso spiega che è "frammentario - in parte commedia, in parte film di montaggio, in parte road movie, in parte film di inquadrature costruite - sul lavoro, lo sfruttamento, la morte e la nuova gig economy. Allo stesso tempo è un film che affronta la questione stessa della produzione delle immagini.Tutto questo a un livello di superficie, come si suol dire, ed è ciò che il film vuole essere: un film di superfici, un film senza profondità. Ed è un film che, per struttura e messa in scena, è ancora più amatoriale dei miei ultimi film".
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