Quilter Nations Series, l'Italia spreca troppo e il Sudafrica (con un uomo in meno per un'ora) la punisce: finisce 14-32

  • Postato il 15 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Tanta buona volontà, ma alla fine una lezione anche un po’ più pesante del previsto. Perché l’occasione avuta in dote dall’Italia contro gli Springboks a Torino è stata di quelle che non passano tanto di frequente: oltre un’ora di partita giocata con un uomo in più (in alcuni minuti addirittura due) non è bastata per avere la meglio della nazionale bicampione del mondo in carica, che ha saputo far fronte alle difficoltà riuscendo poi a dilagare nelle ultime battute di gara. Il 14-32 finale è forse troppo penalizzante per l’Italia, ma rende bene l’idea su chi le opportunità le ha sapute cogliere e su chi l’ha lasciate intentate.

L’illusione, poi la lezione (troppo pesante) finale

È un po’ successo quello che s’era visto nel primo test match estivo a Pretoria, vinto dal Sudafrica per 42-24 pur se costretto a giocare per lunghi tratti in inferiorità numerica. A livello di numeri la distanza è la stessa (18 punti), eppure fino a 10’ dalla fine questa Italia è rimasta con tutti e due i piedi in partita, tanto che sulla meta realizzata da Ange Capuozzo (e non convertita dal piede di Paolo Garbisi) le sensazioni erano decisamente incoraggianti, con 12’ di possibile forcing per provare a mettere il naso davanti.

È invece successo l’esatto opposto: nel momento di maggiore pressione azzurra gli Springboks hanno rialzato la testa, trovando due mete e andando a mettere un gap tra sé e gli azzurri che oggettivamente stona un po’ con quanto visto. Perché dopo il rosso sventolato dall’insufficiente arbitro neozelandese James Doleman (ancora peggio il TMO rewiev francese Tual Trainini) a Franco Mostert (placcaggio alto e troppo duro) con 68’ da giocare le speranze di vittoria sono andate progressivamente aumentando, legittimate anche da una prima mezzora di partita giocata costantemente nella metà campo sudafricana.

Primo tempo caotico, Garbisi stavolta sbaglia troppo

Il piede meno educato del solito di Paolo Garbisi (che non trova i pali sulla punizione seguita al rosso e ne sbaglia un’altra al 26’) e qualche errore di troppo alla mano impediscono all’Italia di scappare, tanto che il tabellino viene sporcato solo 34’ ma da Handré Pollard, cecchino infallibile come da copione. Garbisi 3’ trova il primo piazzato di giornata (fallo della mischia avversaria), ma gli azzurri rovinano tutto in pieno recupero, subendo una meta evitabile firmata da van Staden dopo una punizione giocata veloce (3-10).

Nella ripresa copione abbastanza simile alla precedente frazione: è l’Italia che fa la partita e che dopo 3’ accorcia ancora con Garbisi, continuando a insistere con Lynagh scatenato e Zuliani uomo ovunque. L’Allianz Stadium si esalta, ma altri due errori su due fasi prolungate nei 22 avversari si fanno sentire nella testa. Il giallo sventolato a van Staden è il segnale che gli Springboks potrebbero essere sul punto di collassare (ostruzione ripetuta delle fasi di gioco italiane), e il terzo calcio vincente di Garbisi porta l’Italia a -1 (9-10).

Capuozzo illude, nel finale gli Springboks dilagano

Mancano 25’ e la sensazione è che si possa davvero fare il colpaccio. E invece la partita gira in un attimo, prima sulla punizione dalla distanza con la quale Pollard rispedisce le distanze sul +4, poi sul giallo sventolato a Lorenzo Cannone (placcaggio alto) che riduce il vantaggio numerico a una sola unità (e per pochi minuti). Erasmus, che nel primo tempo s’era giocato tutti i cambi possibili (anche per problemi di infortuni in prima linea), carica i suoi come si deve e al 20’ la meta di van der Berg spedisce il Sudafrica a +11, mettendo l’Italia spalle al muro.

Un guizzo di puro orgoglio porta alla meta (peraltro bella bella) di Capuozzo, non convertita da Garbisi e utile solo per avvicinarsi a -6. Ma gli sforzi profusi vengono pagati a caro prezzo nei 10’ finali, con i cambi di Quesada che non incidono e con Williams prima e Hooker poi (a tempo scaduto) che trovano facili varchi per aumentare il divario.

Risultato un po’ bugiardo, ma nel rugby chi è più scaltro la vince: questi Springboks non saranno stati al massimo del loro splendore (e con annessi titolari), ma sono pur sempre i bicampioni del mondo in carica. Sabato prossimo ultimo test match, a Genova col Cile: sarà tempo di esperimenti anche per Quesada.

Autore
Virgilio.it

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