Alcuni animali hanno la capacità di imparare un comportamento osservando in modo indiretto qualcun altro che lo mette in pratica (che sia della sua specie o meno), senza intenzione di volerlo insegnare, e di imitarlo in automatico. Una forma quindi indiretta di apprendimento che fino a poco tempo fa pensavamo appartenesse soltanto a noi umani:
lo studio pubblicato su Scientific Reports rivela come invece sia presente in almeno un'altra specie. E non parliamo, come si potrebbe immaginare, di primati, ma di pappagalli.
. Imparare per conto terzi. I pappagalli in generale sono uccelli molto intelligenti, che vivono spesso in gruppi sociali complessi e hanno dimostrato di saper imparare per imitazione, di saper costruire strumenti e altri segni di capacità cognitive superiori.
Non erano però mai stati testati per quello che si chiama "third-party imitation", un metodo di apprendimento che prevede di imparare un comportamento osservando un'interazione senza intervenire direttamente. Per mettere alla prova questa loro abilità, il team del Max-Planck-Institute for Biological Intelligence che ha condotto lo studio ha scelto l'ara golablù, un grosso pappagallo endemico della Bolivia che è stato scelto per la complessità dei suoi gruppi (e quindi interazioni) sociali.
Il team ha effettuato più di 4.600 iterazioni di uno stesso test, sottoposto a due diversi gruppi di pappagalli. Il primo ha potuto imparare per "imitazione per conto terzi":
a ogni esemplare veniva permesso di osservare un'interazione tra un'altra ara e lo sperimentatore umano, che le insegnava cinque diverse azioni da compiere in corrispondenza di specifici gesti con le mani. Il secondo gruppo, invece, ha saltato un passaggio, e l'addestramento è avvenuto tramite contatto diretto con l'umano, senza la possibilità di osservare prima l'interazione.
. L'imitazione come paracadute sociale. I risultati di questo doppio test sono inequivocabili: i pappagalli che hanno prima potuto osservare la fase di addestramento applicata a un altro esemplare hanno imparato più in fretta, e con maggior precisione, i cinque diversi gesti.
Quelli che sono finiti subito davanti all'umano, al contrario, ci hanno messo di più e non sempre sono riusciti a impararli tutti e cinque. Secondo gli autori, si tratta della prima dimostrazione di "third-party imitation" in un animale non umano.
Per quanto riguarda invece i vari "perché" (perché proprio questi pappagalli, per esempio), lo studio spiega che le are golablù vivono in gruppi numerosi e molto fluidi, per cui capita spesso che un nuovo arrivato debba imparare rapidamente le abitudini del suo nuovo gruppo:
farlo osservando le azioni dei "veterani" è più semplice (e forse anche meno pericoloso) che gettarsi direttamente nella mischia, con il rischio di fare un qualche passo falso sociale. E siccome questi pappagalli non sono gli unici animali ad avere una vita sociale così complessa, è possibile (se non quasi sicuro) che anche altre specie siano in grado di imparare nuovi comportamenti anche senza un insegnamento diretto..