Queste sono le orme di Triassic Park

  • Postato il 16 dicembre 2025
  • Di Focus.it
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Dinosauri a Bormio? Lo scorso settembre, un fotografo naturalista, puntando il binocolo su una parete rocciosa quasi verticale nella valle di Fraele (Parco Nazionale dello Stelvio), ha scorto profonde depressioni che avevano tutta l'aria di essere grandi orme. Elio Della Ferrera, questo il nome del fotografo, dopo aver risalito faticosamente il rapido pendio, si è reso conto che le impronte erano centinaia, in file parallele, alcune larghe 40 cm, con chiare tracce di dita e di artigli.. Viaggio nel tempo. Il giorno dopo la scoperta si è deciso di interpellare Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, che vedendo quelle impronte non ha avuto alcun dubbio: si trattava di orme di dinosauri. Se vi state chiedendo perché si trovavano lungo una parete verticale, la spiegazione è di carattere geologico: oltre 200 milioni di anni fa, quando vennero impresse, la roccia di dolomia che c'è oggi era parte di una spiaggia marina poi solidificata, rialzata e inclinata nel tempo per effetto del corrugamento geologico che ha originato le Alpi.. La valle dei dinosauri. Dopo il sopralluogo compiuto dal paleontologo di Milano con il Nucleo dei Carabinieri Parco-Valdidentro e l'uso di droni per rilevare le tracce nei punti più inaccessibili, l'ordine di grandezza del ritrovamento è cambiato: da centinaia a migliaia di orme. Si trovano in sette crinali diversi e distribuite per una distanza di quasi 5 km.. Un ritrovamento eccezionale. L'annuncio ufficiale della scoperta è stato dato martedì 16 dicembre a Milano: è la prima volta che si scoprono orme di dinosauri in Lombardia e il sito è subito stato riconosciuto come uno dei più importanti di orme fossili del mondo. Secondo l'icnologo del MUSE di Trento Fabio Massimo Petti, intervenuto nello studio preliminare con il geologo dell'Università di Milano Fabrizio Berra: «Le orme più numerose sono di forma allungata e appartengono a prosauropodi, dinosauri erbivori bipedi, con collo lungo e testa piccola, antenati dei grandi sauropodi del Giurassico, come il brontosauro. Uno di questi produttori di tracce potrebbe essere stato il Plateosaurus hengelhadti lungo 10 metri da adulto». E Cristiano Dal Sasso aggiunge: «Siamo di fronte a un immenso patrimonio scientifico. Le camminate parallele sono prove evidenti della passata presenza di branchi di dinosauri in movimento sincronizzato. E ci sono anche tracce di individui che si erano schierati in cerchio, molto probabilmente un comportamento difensivo in presenza di predatori».. Alle origini della socialità. In molti casi, per esempio negli Usa o in Brasile, le orme di dinosauri hanno potuto effettivamente "fotografare" situazioni importanti sotto l'aspetto evolutivo, come la caccia organizzata o la difesa collettiva. Ma le impronte del Parco dello Stelvio sono molto più antiche. Non sono né del Giurassico né del Cretaceo, bensì del Triassico Superiore, risalenti a circa 210 milioni di anni fa. E questo dimostrerebbe che la vita sociale fra i dinosauri venne acquisita molto tempo prima di quanto si pensasse, a marcare già una netta differenziazione anche nel comportamento rispetto ai rettili che ancora oggi risultano solitari e "individualisti". Si è visto che molti dinosauri dello Stelvio erano gregari, ma potrebbero emergere altre sorprese, come le cure parentali, se i rilievi dovessero accertare che orme più piccole seguivano altre più grandi di una stessa specie, come quelle di pulcini dietro una chioccia. Un paragone non tanto azzardato, considerato che gli uccelli sono classificati oggi come "dinosauri aviari", in altre parole, gli uccelli derivano dai dinosauri.. Le Bahamas della Lombardia. Nel Triassico Superiore al posto delle montagne dello Stelvio l'ambiente era simile a certe aree costiere tropicali odierne, con piane di marea che si perdevano all'orizzonte. Le rive erano lambite dalle acque calde di un oceano poco profondo che i geologi chiamano Tetide. Lì camminavano i dinosauri imprimendo le loro orme nei fanghi calcarei. La densità di 4-6 impronte per metro quadrato indica che i branchi erano numerosi. In Svizzera e in Germania sono stati trovati diversi scheletri di plateosauro, il prosauropode considerato l'autore più probabile di gran parte delle orme trovate in Val Fraele, nel Parco dello Stelvio. Le orme ci consentono di vedere la forma dei piedi o delle mani (messe a terra queste ultime quando i bipedi si fermavano in sosta), ma solo le ossa permetterebbero di determinare una specie o un genere precisi.. Chiamatele icnospecie. Quindi davanti alle orme, gli icnologi usano una speciale classificazione che consente a grandi linee di definire il dinosauro. Per esempio, le orme degli erbivori bipedi prosauropodi possono essere divise in diverse tipologie, o meglio dire icnospecie: Tetrasauropus, Pentasauropus, Evazoum e così via. Quelle dello Stelvio sarebbero di Pseudotetrasauropus. Tuttavia è anche possibile che si tratti di una icnospecie di prosauropode mai descritta. Gli studiosi andranno in cerca anche delle tracce di dinosauri predatori, che per una legge ecologica dovevano essere meno numerosi in rapporto agli erbivori (consumatori primari). Per esempio, potrebbero esserci stati gli antenati del Saltriovenator, l'unico dinosauro, carnivoro, trovato con lo scheletro per ora in Lombardia..
Autore
Focus.it

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