“Quel ruolo mi ha soffocato”: è morto Björn Andrésen, la maledizione di essere Tadzio in “Morte a Venezia”

  • Postato il 27 ottobre 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

“Il ragazzo più bello del mondo” è morto. Il Tadzio del viscontiano Morte a Venezia, al secolo Bjorn Andrésen, aveva 70 anni. L’attore e musicista svedese era come rimasto intrappolato in una maledizione cinematografica che lo avevo letteralmente perseguitato tutta la vita. Quell’incarnato biondo angelico e androgino del crepuscolare film di Visconti girato nel 1971 quando Andrésen aveva solo 15 anni. Lo aveva raccontato lui stesso in diverse interviste e in un documentario, Il ragazzo più bello del mondo di Kristina Lindstrom e Kristian Petri, passato al Festival di Pesaro nel 2021.

Visconti scorse il ragazzino in un film di culto, l’opera prima di Roy Andersson, Una storia d’amore svedese (1970), e lo volle sul set di Morte a Venezia. Film che venne presentato a Cannes e che fece un tour di presentazione internazionale a partire dal Giappone che amplificò la fama e la bellezza di Andrésen quindicenne. Il ragazzo continuò la sua carriera interpretando diversi ruoli anche in film per la tv svedese e recentemente finendo tra i protagonisti di Midsommar (2019), l’horror rurale che vede protagonista Florence Pugh.

Ma per come molte star bambine, anche se protette da genitori capaci e rispettosi, la celebrità di Tadzio è rimasta appiccicata addosso a Andrésen per il resto dei suoi giorni senza mai permettere che altre maschere del cinema la spingessero da parte. “Dal punto di vista sociale quel ruolo mi ha soffocato”, aveva spiegato l’attore in un’intervista a Quinlan.it. “La cosa peggiore è essere etichettati, sia come un attore o come nel mio caso come il ragazzo più bello del mondo.. Ooooh. Naturalmente tutti pensano che tu non abbia altre capacità, che non sai suonare il pianoforte. È come una membrana impenetrabile tra te e il resto del mondo. Una specie di propaganda speciale che rende impossibile per le persone aprire gli occhi sul fatto che io sono un pianista abbastanza bravo. È quello che faccio da quando avevo tre anni”.

Per capire questa maledizione Andrésen ricordò nella stessa intervista un episodio sconveniente capitato dopo un suo concerto da ragazzo: “Una volta stavo eseguendo un brano di Liszt, il primo movimento di un concerto. Suonavo velocemente e, quando finii, feci una pausa e mi si avvicinò una signora che mi disse: Ma allora sai fare qualcosa! Hai delle abilità”. In Morte a Venezia Andrésen interpreta uno dei figli di una ricca signora polacca che alloggia all’Hotel des Bains del Lido. Sarà il compositore malato Gustav Von Aschenbach (Dirk Bogarde) a rimanere folgorato dalla naturale bellezza di Tadzio, lo scruterà fino a fantasticarne in maniera appassionata impossibili gesta. “Avevo 15 anni, noi eravamo i bambini, loro erano gli adulti”, spiegò l’attore svedese rispetto al rapporto con Visconti e Bogarde. “Ero come tutti gli altri ragazzi della mia età, mi piaceva ballare la disco music, bevevo i cuba libre e arrivavo in post-sbronza sul set e questo si vede nel film”.

L'articolo “Quel ruolo mi ha soffocato”: è morto Björn Andrésen, la maledizione di essere Tadzio in “Morte a Venezia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti