Quanto paghiamo (davvero) di tasse per mantenere la nostra auto
- Postato il 19 dicembre 2025
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- Di Virgilio.it
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La politica continua a spingere la tecnologia green che sta rendendo l’automobile un miraggio per i più giovani e, gettando un occhio alle cifre impressionanti che sono emerse in Italia, non c’è da sorprendersi che ci sia una disaffezione per le vetture di ultima generazione. L’Anfia, l’Associazione tra le industrie della filiera automobilistica, ha mostrato l’incidenza sul Prodotto interno lordo del gettito fiscale derivante dal comparto auto in Italia, facendo un confronto tra gli ultimi anni.
Nel 2024 lo Stato, le regioni, le province e i comuni hanno incassato, grazie alla motorizzazione nel suo complesso, ben 83,04 miliardi di euro, il 4,5% in più rispetto al 2023. Il confronto poi si farà l’anno prossimo tra il 2025 e il 2024, e ciò che emerso è già preoccupante. Gli italiani, facendo un paragone con i quattro maggiori Paesi dell’Unione europea (Germania, Francia, Italia e Spagna), subiscono un 3,7% di spesa in più contro una media di circa il 2,9%.
Crescono le tasse sull’auto
Non è un segreto che il Belpaese sia una realtà tartassata sul piano fiscale. Rispetto al complesso delle entrate tributarie nazionali, la motorizzazione ha un incidenza minore, il 13,4% rispetto al 13,6% del 2023. Il motivo? Il gettito delle altre tasse è cresciuto ancora, minimizzando il boom nella filiera delle quattro ruote. Le entrate tributarie nazionali sono salite, tra il 2023 e il 2024, del 5,6% contro una crescita della filiera automotive del 4,5%. Una piccola consolazione, anche perché il gettito Iva su manutenzione, riparazione, ricambi, pneumatici e accessori, è cresciuto del 15,5% a 14,05 miliardi di euro.
Lo sviluppo più forte ha riguardato le assicurazioni RC Auto e coperture accessorie (+7,5% a 4,14 miliardi) e l’Ipt, la nota Imposta provinciale di trascrizione sull’acquisizione di veicoli nuovi e usati (+6,6% a 1,88 miliardi di euro). In questo scenario drammatico i giovani tendono a conseguire sempre meno la patente, non facendosi nemmeno più l’illusione di poter arrivare a permettersi una macchina moderna. Si tratta della prima generazione che cresce con la rinuncia di un atto di indipendenza che, il più delle volte, è anche una passione.
Preoccupano i prezzi dei carburanti
La fonte di ricavi più impattante per le casse dello Stato e degli enti locali sono i carburanti (39,73 miliardi di euro, +0,9%), che valgono quasi il 48% del gettito complessivo. Gli esperti fanno notare che il costo del greggio non è l’unico elemento a pesare sul prezzo finale, infatti vanno considerate le tasse, i costi di raffinazione, il trasporto, la distribuzione e perfino i margini dei gestori. Il diesel è destinato a salire ancora nei prossimi mesi, rendendo la vita ancora più dura a coloro che si sono tenuti stretta una vetusta auto termica nel garage.
Sulla base delle analisi dell’Associazione guidata dal presidente Roberto Vavassori, il carico fiscale sulla motorizzazione dovrebbe rimanere stabile a 83 miliardi (-0,1%), anche perchè il car market chiuderà l’anno con una contrazione intorno al 2,5% sul 2024. Numeri preoccupanti e che dovrebbero portare a un cambio di approccio delle Istituzioni in una fase già piuttosto delicata per gli italiani alle prese con una crisi economica con pochi precedenti storici. Il Governo dovrebbe cercare di invertire il trend, limitando gli esborsi record nel 2026.