Quando il capo non paga, la soluzione è più semplice del previsto: ci pensa l’INPS, ecco cosa devi fare

  • Postato il 21 agosto 2025
  • Economia
  • Di Blitz
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Cosa fare se l’azienda non ti paga il dovuto? C’è una soluzione che in pochi conoscono: puoi richiedere tutto all’INPS.

Il mancato pagamento dello stipendio rappresenta una delle infrazioni più gravi nel rapporto di lavoro, con ripercussioni significative per il lavoratore.

Fortunatamente, il sistema giuridico e amministrativo italiano mette a disposizione diverse soluzioni concrete per tutelare chi si trova in questa difficile situazione. Dalla semplice richiesta informale fino all’intervento dell’INPS tramite il Fondo di garanzia, ecco cosa fare quando il datore di lavoro non paga.

I passaggi fondamentali per tutelare il lavoratore in caso di mancato pagamento dello stipendio

Il pagamento regolare della retribuzione è un obbligo inderogabile del datore di lavoro. Qualora si verifichi un ritardo o un’assenza nei versamenti, il lavoratore può adottare un percorso graduale di tutela che prevede diverse fasi.

1. Richiesta informale e formale al datore di lavoro
Il primo step consiste in una comunicazione diretta, anche informale, con il proprio superiore o con l’ufficio risorse umane per chiedere chiarimenti sul mancato accredito dello stipendio. Se il problema persiste, è consigliabile inviare una comunicazione formale tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o posta elettronica certificata (PEC), specificando un termine entro cui si attende il pagamento o una risposta.

2. Ricorso a un intermediario qualificato
Se non si ottiene risposta, il lavoratore ha la possibilità di rivolgersi a un sindacato o a un legale specializzato in diritto del lavoro. Questi soggetti tenteranno di risolvere la controversia in via bonaria, evitando l’avvio di procedure giudiziarie più complesse.

3. Conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL)
Su iniziativa del lavoratore o tramite il sindacato, l’ITL può promuovere una conciliazione monocratica finalizzata a raggiungere un accordo tra le parti. Se le parti si accordano, si formalizza il pagamento delle somme dovute con i relativi contributi. Al contrario, in assenza di accordo, l’Ispettorato può effettuare un’ispezione e, in presenza di crediti accertati, intimare il datore di lavoro a pagare. Tale diffida può diventare titolo esecutivo, aprendo così la strada a un’azione legale da parte del lavoratore.

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Come rivolgersi all’INPS se l’azienda non ti paga il dovuto – Blitzquotidiano.it

4. Decreto ingiuntivo: la via giudiziaria per ottenere ciò che spetta
Il lavoratore può presentare al tribunale un ricorso per decreto ingiuntivo, basato su documentazione come le buste paga. Se il giudice accoglie la richiesta, il datore di lavoro ha 40 giorni per adempiere. In caso di mancato pagamento o opposizione, il decreto diventa esecutivo e può portare al pignoramento dei beni aziendali.

5. Dimissioni per giusta causa: un diritto del lavoratore
In base all’articolo 2119 del codice civile, il mancato pagamento dello stipendio costituisce motivo valido per dimettersi senza obbligo di preavviso. È fondamentale che la scelta venga presa tempestivamente, per evitare che venga interpretata come una tacita accettazione dell’inadempienza del datore. La comunicazione delle dimissioni deve essere effettuata esclusivamente tramite la procedura telematica del Ministero del Lavoro, utilizzando SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE).

6. Intervento dell’INPS per aziende in crisi
Quando il datore di lavoro è coinvolto in una procedura concorsuale come il fallimento, il lavoratore può richiedere il pagamento attraverso il Fondo di garanzia gestito dall’INPS. Questo strumento assicura il versamento del trattamento di fine rapporto (TFR) e delle ultime tre mensilità arretrate.

Per le aziende che non sono fallite, l’accesso al Fondo di garanzia è possibile solo dopo aver tentato senza successo un’esecuzione forzata, in seguito a una sentenza o a un decreto del tribunale che riconosca il credito retributivo. Questa misura rappresenta un’importante tutela per i lavoratori, garantendo una forma di sostegno economico quando il datore non è in grado di onorare gli impegni salariali.

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Blitz

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