Quando è stato il primo referendum sul nucleare?
- Postato il 2 dicembre 2024
- Di Focus.it
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Gli arsenali nucleari nel mondo contano all'incirca 12.500 testate in mano a 9 Paesi: Usa e Russia ne detengono oltre il 90%. Ora che aleggia il ritorno dello spettro di una guerra nucleare è bene ricordare che, già nel 1945, su 150 scienziati, parte del progetto Manhattan, solo il 15% era favorevole a lasciare l'uso delle armi nucleari alle autorità militari.. Consultazione tra scienziati. Il primo "referendum sul nucleare" si tenne il 12 luglio 1945, esattamente quattro giorni prima che venisse effettuato ad Alamogordo, nel New Mexico, il primo test di esplosione di una bomba atomica. L'opinione pubblica però venne tenuta all'oscuro tanto del referendum quanto del test, a causa del segreto militare apposto su tutto il progetto Manhattan.
Per la verità si trattò piuttosto di un sondaggio d'opinione, indetto dal premio Nobel Arthur Compton tra il personale scientifico del centro di cui era direttore, il Metallurgical laboratory di Chicago (nome di copertura del primo e più importante dei centri di ricerca nei quali si era lavorato negli anni precedenti per costruire la nuova bomba). La partecipazione era volontaria e si sapeva che la consultazione non aveva alcun valore formale, ma il "quorum" fu raggiunto e superato: aderirono infatti, 150 scienziati che rappresentavano molto più della metà dei ricercatori.. Le alternative. Il quesito generale era: "Quale delle cinque seguenti procedure si avvicina di più alla vostra idea su come impiegare, nella guerra contro il Giappone, ogni nuova arma che potremmo riuscire a produrre:1) Un impiego più efficace possibile dal punto di vista militare, tale da portare a un'immediata capitolazione del Giappone con il minimo di perdite da parte delle nostre forze armate;2) Una dimostrazione militare in Giappone seguita da un nuovo invito alla capitolazione prima che l'arma venga effettivamente impiegata;3) Una dimostrazione sperimentale sul territorio del nostro Paese, alla presenza di rappresentanti del Giappone, seguita daun nuovo invito alla capitolazione prima che l'arma venga pienamente impiegata;4) Rinunzia all'uso militare dell'arma ma allestimento di una pubblica dimostrazione sperimentale;5) Osservanza più rigorosa possibile del segreto sulla produzione delle nostre nuove armi e astensione dal loro impiego in questaguerra".. Risultato chiaro. A larga maggioranza (69 voti, vale a dire il 46%) vinse la seconda alternativa: "dimostrazione militare sul Giappone". Trentanove scienziati (il 26% dei partecipanti) votarono per il punto tre, 16 (pari all'11%) votarono per il punto quattro e 3 (cioè il 2%) votarono per il punto cinque. Solamente 23 scienziati (il 15%) votarono per il punto uno, che proponeva di lasciare mano totalmente libera alle autorità militari.. Non furono ascoltati. Il 25 luglio il risultato del "referendum" venne inviato al generale Leslie Groves, responsabile militare del progetto Manhattan. Tuttavia non ebbe – a detta degli storici – alcun peso nella decisione di sganciare la prima bomba atomica su Hiroshima, dato che il ministro della Guerra Henry L. Stimson e il presidente Truman avevano già preso la loro decisione sulla base di quanto aveva stabilito un gruppo di militari e del parere, ricevuto già un mese prima, da un comitato di esperti composto da soli quattro scienziati: Robert Oppenheimer, Enrico Fermi, Ernest O. Lawrence e lo stesso Arthur Compton, i quali avevano dichiarato: "Non vediamo alcuna accettabile alternativa all'uso militare diretto".. Terribile equivoco. Dopo il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki il risultato del referendum venne comunque interpretato come l'esistenza di un ampio supporto, da parte del mondo scientifico, alla decisione assunta dai militari.
Tuttavia nel 1965 la storica Alice Kimball Smith raccolse le rimostranze di molti di coloro chemavevano partecipato al referendum e votato a favore della dimostrazione: tutti lamentavano che l'espressione "dimostrazione militare in Giappone" era stata formulata in modo de liberatamente vago. Essi l'avevano interpretata nel senso di prevedere il lancio solo su obiettivi militari, escludendo ogni possibile rischio o danno per i civili..