Qualità della vita 2025: il Nord fa terra bruciata e il Sud affonda. L’Italia non è mai stata così spaccata

  • Postato il 1 dicembre 2025
  • Di Panorama
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Camminare di notte sentendosi al sicuro, partecipare a eventi sportivi, trovare lavoro con meno difficoltà, sono esperienze quotidiane che si trasformano nei parametri valutati dal Sole 24 Ore nella classifica annuale sulla qualità della vita, raccontando il benessere delle 107 province italiane. Trento torna in vetta alla graduatoria, riconquistando il primato perso nel 2024: il capoluogo del Trentino-Alto Adige si riconferma un modello da seguire per servizi, ambiente e opportunità del lavoro e del tempo libero, seguita da Bolzano e Udine entrambe sul podio. Il dominio del Nord nella graduatoria si riafferma, con tutte le prime dieci posizioni occupate da province settentrionali, mentre il Mezzogiorno resta relegato nel fondo della lista che comprende 107 province italiane.

Qualità della vita 2025: il Nord fa terra bruciata e il Sud affonda. L’Italia non è mai stata così spaccata

La top 10 della qualità della vita

Così Bolzano sale dal terzo posto del 2024 al secondo, mentre Udine, vincitrice nel 2023, resta tra le eccellenze chiudendo il podio. Seguono Bologna al quarto posto, guadagnando cinque posizioni rispetto al 2024, Bergamo che retrocede al quinto dopo il primato del precedente anno, seguita da Treviso al sesto posto, Padova al nono tornando nella top 10 dopo trent’anni, e la Milano di Beppe Sala all’ottavo, penalizzata però dall’alto indice di criminalità: rientra nelle cinque con più reati in Italia, insieme a Roma. Verona al settimo e Parma al decimo completano le migliori.

Chi avanza e chi rimane in coda

Diverse metropoli hanno mostrato segnali di miglioramento come Roma che guadagna 13 posizioni, collocandosi al 46° posto, o Genova che sale di 11 posizioni, raggiungendo il 43° posto: un trend che evidenzia qualche progresso, pur senza scalfire il predominio delle province più piccole settentrionali.

Nell’abisso della classifica si colloca Reggio Calabria, in coda alle 107 province italiane: l’ultima ventina di posizioni è occupata quasi esclusivamente da territori meridionali come Napoli, Palermo e Siracusa. Un’Italia spaccata in due, con il Mezzogiorno che resta confinato nelle sue criticità secondo i parametri della graduatoria.

Gli indicatori della classifica

La classifica si basa su ben 90 indicatori certificati che coprono aspetti come il benessere economico, il mercato del lavoro, la qualità ambientale, la salute della popolazione, la sicurezza e la giustizia, e le opportunità culturali e ricreative nel tempo libero. Tra gli indici utilizzati figurano anche parametri più specifici come quelli del clima, di sportività e della criminalità. Completano il quadro gli indici generazionali per anziani, giovani e bambini e l’indicatore Ecosistema Urbano composto da qualità dell’aria, raccolta dei rifiuti e mobilità.

Dati statistici vengono uniti alla percezione della qualità della vita da parte dei cittadini, mostrando in quali province è più facile lavorare dignitosamente, spostarsi senza timori, curarsi e respirare aria più pulita, e dove invece divari e carenze permangono.

Autore
Panorama

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